1965. Il Flower Power era ancora in fase embrionale... l'Hard Rock qualcosa che doveva ancora confermarsi e imporsi...

Solo rumore... assordante...poetico... e strafottente..

Ed era proprio questo rumore che usciva dalla casse immaccolate del festival folk più importante d'America:il Festival di Newport.

Il giovane Bob Dylan aveva appena voltato le spalle alla protesta eseguendo davanti a migliaia di giovani una straordinaria interpretazione di Like a rolling stone.

Una canzone pericolosa... infinita... una di quelle canzoni che ti entra nelle vene e rimani congelato...

Dopo quel concerto Dylan e soci si chiusero negli studi di New York per registrare uno degli album più importanti di sempre: Highway 61 revisited.

L'album che parte con la splendida "Stone" è una chiara conferma che Mr. Dylan ha cambiato completamente direzione musicale, facendosi accompagnare da Mike Bloomfield alla chitarra solista e da Al Kooper all'organo.

L'album prosegue con "Tombstone Blues" una canzone che si puo dire un misto di blues sporco e garage... tutto quanto infarcito di pura poesia... una massa di liriche in disordine.. Il viaggio sulla Highway 61 prosegue con delle tiepide ballate malinconiche fino ad arrivare alla bellissima "Queen Jane Approximately", un testamento a un amore perduto pieno di risentimento e rassegnazione ma anche un pizzico senso di rivalsa... che è peculiare nella poetica Dylaniana in tema d'amore...

Dopo questa fase crepuscolare l'album si chiude con "Desolation Row" una cavalcata acustica che descrive una Corte Dei Miracoli tutta Dylaniana.

Ofelia che aspetta il suo amore, T.S. Eliot che si azzuffa con Ezra Pound.... insomma qualcosa che non si puo inventare ma solo immaginare...

Dopo questo capolavoro Dylan si confermera con l'epico Blonde on Blonde.Un tour in Inghilterra che lo stremerà ma che lo consegnera definitivamente nell'Olimpo del Rock... il resto è storia...

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