Questo album, forse, è ancor più più di Before and After Science, Eno è un genio, la potenza distruttiva/costruttiva è qualcosa di eccezionale.

Il disco si apre con "Burning Airlines Give You So Much More" ed è una boccata d'aria pura e cristallina al 100%, dopo qualche secondo di schitarrate la batteria scandisce il tempo marziale con un piano agrodolce in sottofondo, il tutto accompagnato dalla straordinaria voce di Eno, e poi il piano si fa più forte e scalfisce nettamente il diamante che riveste la musica con una moltitudine di sfaccettature che sembrerebbero fatte a caso. E durante tutto questo delle colonne di synth (credo sia questo lo strumento) si innalzano maestose e inarrestabili nel cielo invisibile per poi scomparire con un veloce ma progressivo effetto sfumato all'udito e alla vista. Durante la canzone ci sono anche dei lamenti provenire dalla fogna ma noi facciamo tacere chiunque si trovi nelle fogne calpestando il tombino e facendo risuonare i nostri gioiosi sprazzi di vitalità.  

Ed è amore al primo ascolto.

Ok, passiamo alla seconda traccia, "Back in Judy's Jungle", non so se riuscirò... io ci provo. Un ragazzino batte le bacchette sul tamburo dopodiché la voce di Eno diventa la protagonista, la batteria continua incessante come una macchina sessuale, e si gode. Il velo di ingenuità bambinesca costituito dalla voce e dai vari fischiettii viene spazzato via da un imponente sintetizzatore che all'inizio va controcorrente ma che poi si lascia andare alla irresistibile melodia. E vediamo tutti questi personaggi (sia umani che non) che costituiscono la canzone andarsene via saltellando a bracceto gli uni con gli altri lungo la propria strada.

Terza canzone: "The Fat Lady of Limbourg". Il sintetizzatore intona bassi cupi, tristi e privi di anima, sui quali Eno declama lentamente ed in modo epico qualcosa in inglese (che io non capisco, quindi vi dovrete attaccare), le trombe subentrano ai lati, Eno continua con i suoi semplici gorgheggi intermezzati da una voce robotica ed estranea.

Sono stanco, provare tutte queste emozioni e descriverle in una sola volta è estremamente stancante.

Quarta traccia: "Mother Whale Eyeless" quella che per ora mi piace di meno. Un basso suona e le note vengono circondate da dei piccoli cerchi che ruotano sempre più su, dei rumori (evidentemente stanno punendo qualcuno nell'altra camera con delle fustre), dalla porta esce di nuovo Eno con la sua voce ondeggiante e la canzone vera parte, ma è troppo allegra e scontata. Riprendono le precedenti atmosfere. E di nuovo riprende il motivetto allegro, ma la chitarra si fa più presente, poi il ritmo cambia e un coro femminile accompagnate da un organo cantano con delle voci violacee, sembrerebbe quasi che Eno abbia modficato la sua voce, ma non ne sono sicuro. Il cantante riprende con la musica allegra e la chitarra si fa più spavalda, le bacchete percuotono i tamburi, i piatti e il tutto sfuma di nuovo.

Ho paura, è l'una di notte, la tv è spenta e quindi non mi può fare compagnia perché il telecomando non funziona più e quindi l'unico canale disponibile è il 5, poi mamma mi ha detto di aver sentito un rumore in balcone, una sgommata di una macchina mi ha quasi fatto prendere un infarto e mi immagino che la testa di un lupo alieno deforme spunti all'improvviso ma lentamente da dietro la sagoma del piumone del mio letto. L'avete mai visto il film "La cosa" di John Carpenter? Se non l'avete visto, beh, non fatelo. Mi rimetto le cuffie così mi sento più al sicuro.

Avrei una voglia pazzesca di continuare a parlarvi di quest'album ma sono sfinito.

Sapete... prima ho avuto un momento di qualcosa che non so come chiamare, avrei voluto fare qualcosa di vergognoso e incomprensibile. Ero fuori di me e stavo ascoltando "Back in Judy's Jungle". E' una cosa talmente complessa che non esiste nessuna parola per poter descrivere quello che provavo. Ogni volta che ci penso mi invade la mente, fosse per questa cosa la recensione sarebbe già finita.

Ho bisogno di un dottore, di qualcosa con cui sfogarmi, vi prego editors di pubblicarmela, sono disperato, questa cosa mi logora dentro e gli psicologi non la prendono sul serio.

Quest'album contiene qualcosa di primitivo e follemente geniale, stupido ma folle. La maggiorparte delle canzoni è basata su dei ritmi perversi e ossessivi, a tratti quasi schizoidi e saltellanti. Vietato ai cardiopatici.

Con quest'album sto cercando di esorcizzare il mio problema mentale.

Mi chiedo come il signor Brian Eno abbia potuto concepire tutto ciò senza uscirne fuori pazzo o fortemente stressato. Basta ascoltare "Third Uncle" per rendersi conto; sono arrivato a pensare che si trattasse di una creazione del mio cervello, qualcosa di inesistente, che la chitarra incendiaria a 1:35 fosse impossibile. E la conclusiva "Taking Tiger Mountain" mi sa tanto di presa per il culo.

Consiglio a chi non l'abbia ancora ascoltato di farlo.

Invio questa "recensione" senza rileggerla, e ringrazio i creatori di questo sito per avermi dato la possibilità di potermi esprimere.

Credo... sì, credo andrò a riposarmi.

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