Durante il primo ascolto un po’ distratto faccio un salto alla traccia numero otto. Rise: un perfetto esempio un capolavoro di techno da camera.

Un ritmo geometrico ed implacabile che si fa più leggero o più frenetico che accelera impalpabile e rallenta suadente inframezzato da archi secchi e potentissimi timpani. Cazzo cinematografico troppo perfetto un attacco sonico diretto preciso a cui è impossibile sfuggire. E subito prima c'era Balcony scene scritta per il film da Shakespeare di Baz Luhrmann: un pezzo meravigliosamente post-romantico con quel crescendo di archi che si ferma un attimo, solo per farti commuovere ancora ripetendosi nella sua catarsi immergendosi nuovamente nel suo mare di pathos...

E subito dopo invece c’è Glasgow. Ovvero il dub senza le sue radici africane, il dub come se l'avesse inventato un giovane pianista scozzese davanti alla finestra in un pomeriggio in cui la pioggia sommerge lenta e risoluta la sua città. Alloro lo riascolto attento, questo 'The space between us' e scopro che è tutto un album troppo bello, un viaggio per il novecento che parte da Rachmaninov sfiora la musica d’ambiente di Satie ed il pop orchestrale tinto di soul di Burt Bacharach tuffandosi nella rivoluzione del suono di Eno e Fripp e si ferma con i Cluster i Massive Attack i Boards Of Canada per aggiungere a questi nuovi suoni anche il ritmo.
Fantastiche Weather storm e Sly II che coniugano partiture classiche ai ritmi più psichedelici e malinconici dei Massive Attack (entrambe fanno parte di Protection). Incredibile Let's go out tonight con i suoi risvolti easy listening. Misteriosa e sopranaturale Laura's theme. Un disco che è un'enciclopedia di emozioni.

Un’ora in cui la musica si fa nuova, si immerge in mille acque e rinasce nelle poche note essenziali della conclusiva Hymn che lascia il posto al dovuto silenzio per lasciarci soli sfiniti felici…

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