Dopo quasi un ventennio passato a predire il futuro sotto forma di robotica ed elettronica post-kraftwerkiana, i Daft Punk accettano di essere infettati dal virus della macchina del tempo e si catapultano con le loro corazze bioniche direttamente nel passato. I gallici bizzarri sanno di essere in allegra compagnia di un gigantesco stuolo di popstars e simili deciso ad abbandonare la mestizia e il vuoto del presente ma a differenza di quest'ultimi i Punk non scendono alla mirabolante e colorata stazione di servizio degli Ottanta, preferendo aspettare la fermata del decennio precedente. Ad aspettare l'arrivo del convoglio, due nuovi amici che i reduci di Human After All e Tron:Legacy hanno scelto per condividere la nuova avventura: Giorgio Moroder, il monumento altoatesino-ladino alla disco music, e il collega Nile Rodgers, ex Chic. All'albergo dei Seventies incontreranno altri colleghi di più recente attività, ma andiamo con ordine.
"Random Access Memories" è probabilmente il perfetto disco anti-Daft Punk, un lavoro che esce dai binari del puro futurismo synth-house per costruire una particolarissima ferrovia retrò-revival che unisce avanguardismo e commemorazione, orizzonte e tramonto, rinascita e resurrezione. In una manciata di brani il duo concentra il meglio della produzione disco-funk degli anni Settanta, riaggiornandola à la mode del vocoder e spruzzandovi sopra il meglio dell'evoluzione elettronica, dalle proto-effusioni made in Kraftwerk sino alle visioni techno-sincopate, passando naturalmente in rassegna il seminale repertorio dei protagonisti. A partire dal primo estratto Get Lucky, un funkissimo brano disco-dance performato da Pharrell Williams e arricchito dai riffs di Rodgers, la febbre del Sabato Sera di beegesiana e travoltiana memoria si palesa in un lavoro che fa dell'era dei completi color panna e dei capelli impomatati non un blando e temporaneo strumento di revival commerciale, ma un autentico gioiellino sonoro, un monumentale ponte fra il "sentiment" dei Settanta e il la contemporaneità in bilico tra futurismo e sguardi a ritroso nella storia.
Le danze si aprono - e non solo in senso figurato - con il primo dei contributi di Rodgers, ovvero Give Life Back To Music, ed è già magia alla "I Will Survive" con un fresco vibe funky; superato la calorosa composizione chill-out retrò di The Game of Love approdiamo immediatamente alla chiave di volta dell'album, Giorgio By Moroder, magnifico (e lungo) omaggio disco-house al produttore di Donna Summer sotto forma di monologo dello stesso. Con Instant Crush la vocalità di Julian Casablancas degli Strookes annuncia un intenerimento dell'opera di revival e si dipana in un sound soft-alternative alla Police, tuttavia l'arrivo del bis Pharrell-Rodgers nel singolo Get Lucky e nel degno successore Lose Yourself To Dance chiudono splendidamente la parte principale dedicata al groove del Saturday Night Fever. Gli ultimi brani proseguono parzialmente la scia funky-strumentale con Motherboard e Fragments of Time e tentano infine di non riporre definitivamente nella naftalina il tradizionale approccio futuristico, esprimendolo nella leggera ventata robot-elettronica di Doin' It Right e nell'eclettico tripudio synth-rock-trip hop in Contact.
In un panorama musicale dove fare revival (e magari revival del revival sino a pluri derivazioni esponenziali) è un obbligo quasi per contratto, i Daft Punk sfornano forse quello che è una piccola Bibbia del buon disco che "guarda indietro" senza estremizzazioni e stravaganze, captando magistralmente la semplicità di un epoca. Bionica, robotica, scarpette da ballo, palle di cristallo e atmosfere funky si trovano dunque a convivere pacificamente e non hanno bisogno di alcuna consulenza matrimoniale effettuata da pseudo-strateghi del suono per placare i contrasti. Che questo 2013, già fresco dell'altrettanto funky-spumeggiante The 20/20 Experience di Justin Timberlake, possa passare alla storia come l'anno delle sincere e corrette rivisitazioni e della genuinità fatta a pentagramma? Al parlamento pop l'ardua sentenza.
Daft Punk, "Random Access Memories"
Give Life Back To Music - The Game of Love - Giorgio By Moroder - Within - Instant Crush - Lose Yourself To Dance - Touch - Get Lucky - Beyond - Motherboard - Fragments of Time - Doin' It Right - Contact
Elenco tracce samples e video
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di Ilpazzo
Se vuoi vivere bene devi avere un po’ di James Brown nel sangue, altrimenti sei un cazzo di zombie e non lo sai.
Addio Tunz Tunz, ritorno alla melodia di un tempo, Voci Daftpunkiane e sintetizzatori al servizio del funky più ballabile del mondo.
Di ElectroKite
"Questo nuovo disco è coraggioso, e risulta fresco e retrò allo stesso tempo."
"Random Access Memories stupisce molto per la sua varietà, mescolando modernità e vintage alla perfezione."
Di Gardenio
"Noioso, moscio, autoreferenziale, scialbo, inutile, vuoto, pretenzioso..."
"La produzione ottima però non cambia il giudizio dell'album, musicalmente povero, senza idee e banale."
Di TommasoMotteran
Il diploma «ar» conservatorio non significa nulla, lo dimostra Allevi, lo dimostrano loro.
Non c'è innovazione, non c'è complessità, non c'è cura, non c'è amore, non c'è tradizione, non c'è significato, non c'è un emerito cavolo di niente.
Di the dude
"Delusione totale"
L'album si presenta come un accozzaglia di orribili canzoni pop, oscillando dai pezzi più commerciali a quelli più lagnosi.