Skiantos
ricordati per delle canzonette indegne adatte a un bimbo di 3 anni, sopravvalutati da paura di più
Alessandro Alessandroni
Non solo il fischio di Morricone che tutti conoscono, ma prolifico autore e compositore. Library music e colonne sonore, fino ad alcuni dei funk più fluidi mai registrati in Italia. di più
Steve Hackett -Spectral Mornings
Terzo disco solista, è ovviamente uno dei suoi lavori migliori, il più riuscito dopo l'esordio tra i dischi elettrici. Non è più il laboratorio di stili, generi, cantanti e background musicali diversissimi valido ma un po' confusionario di "Please don't Touch", qui Hackett mette in piedi una band ben definita, con UN cantante, decente e poco usato, ma mantiene comunque l'ecletticità della sua proposta musicale e la voglia di provare sempre cose diverse, dal viaggio in Giappone di "Red Flowers..." alla cupa e più dura "Clocks", passando per momenti ironici come "Ballad of Decomposing Man" (che si canta da solo) o alla spiazzante "Tigermoth" che cambia volto di continuo. Quando poi si butta sulla chitarra classica o sulla sua parte più melodica (deliziosa "The Virgin and the Gypsy" con il meraviglioso flauto di fratuzzo John e la melodia del ritornello, che adoro) allora colpisce, per me, in pieno. Poi vabbè, in apertura e in chiusura di album, i due capolavori che elevano questo disco ad opera di prima qualità, due dei suoi pezzi migliori in assoluto: "Every Day" e la stessa, bellissima, "Spectral Mornings" perché in fondo Hackett quando fa "l'Hackett" con la chitarra elettrica commuove sempre ed è bene ricordare come il cantante migliore nei suoi dischi sia sempre quello con sei corde. di più
Steve Hackett -Beyond the Shrouded Horizon
Bellissimo disco dell'Hackett "tarda fase", riascoltandolo mi è piaciuto anche di più dei primi ascolti di qualche anno fa. Addirittura lo preferisco di "un'anticchia" a "Out of the Tunnel's Mouth" che già era molto bello e non tentenno nel dire che è uno dei suoi dischi "elettrici" che preferisco, in tutta la sua vasta discografia. La nuova band è rodata e l'ispirazione è alta. Di belle canzoni qui ce ne sono a bizzeffe, a dire il vero non ce ne è nemmeno una che non mi convinca. Hackett non rinuncia del tutto a qualche eclettica variabile, come il rock-blues di "Catwalk" (sezione ritmica Chris Squire-Simon Phillips, 'na bomba) o la doppietta esotica dai sapori medio-orientali di "Waking to Life" (voce solista della cognata di Steve, Amanda Lehmann, anche chitarra ritmica e controcanti vari nel resto del disco) e "Two Faces of Cairo", due grandi brani. Ma è un eclettismo molto misurato, non esasperato. Per il resto va sul sicuro, senza brillare per fantasia (c'è un tema melodico che ricorre per quasi tutta la prima metà del disco) ma con un'ispirazione melodica eccellente (quel tema, per dire, è da brividi) e la sua chitarra qui è un'ira diddio-shubniggurath-horus o qualsiasi divinità si voglia. Le canzoni sono tutte molto belle, ne piglio due ad esempio "Loch Lomond" e "A Place Called Freedom" (dalle sonorità più da ballad americana, come "Looking for Fantasy" bella anche lei), stupende. Ci stanno anche gli intermezzi con chitarra classica. Oh, niente, per me è un discone. di più
Steve Hackett -Out Of The Tunnel's Mouth
Chiude benissimo il decennio il buon Steve, con un disco che, come da titolo, rappresenta il ritorno alla serenità e alla possibilità di comporre musica con la mente libera e in tutta tranquillità, dopo tre anni difficili nei quali l'ex moglie Kim ha cercato di levargli tutto, pure le corde di ricambio delle chitarre, perché si era scordata che il marito su "Invisible Touch" non ci aveva mica suonato e non gli uscivano sterline dagli orifizi. Qui Hackett abbandona l'eclettismo un po' esasperato di alcuni dischi precedenti e trova "il centro di gravità permanente" per così dire, in un album più "asciutto" e compatto, più deciso nella direzione musicale da prendere. Così facendo Hackett riesce a scrivere canzoni che uniscono alla perfezione l'anima elettrica e quella acustico-classica (perenne l'alternanza acustico-elettrico o la dicotomia introduzione con chitarra classica-cambio all'elettrica, in quasi tutti i brani ci sono queste soluzioni) con una scioltezza e una naturalezza che non sentivo da lui... Boh, forse addirittura dalle Mattine Spettrali. "Sleepers" è, a mani basse, la vetta del disco, un piccolo capolavoro, dove la chitarra elettrica di Hackett torna a singhiozzare (presente "Ripples" ? Ecco), ma tutti i brani vanno a meraviglia, giusto un paio meno convincenti ma comunque gradevoli. Bello bello. di più
Mike Rutherford -Smallcreep's Day
Se ne parla troppo poco di questo disco quando si parla dei "Genesis e dintorni" e dei debutti solisti dei vari componenti della band. "Smallcreep's Day" di Pluto viene spesso dimenticato ed è un peccato perché è un disco molto bello, forte di una notevole suite (divisa in canzoni separate purtroppo dalle edizioni cd in poi, ma c'è da dire che quelle canzoni-concept effettivamente funzionano anche da sole) e brani dalla memorabile scrittura, ispirata nei testi e nelle melodie. Con l'amico di tutta una vita, Ant ovviamente, che gli suona tutte le tastiere creando atmosfere avvolgenti e belle corpose, e una band eccellente (c'è anche un altro Phillips, Simon, alla batteria) Rutherford mette in piedi un disco veramente notevole che è perfettamente integrato nel percorso coevo anche genesisiano di rinfrescatura/rimodernatura e magari alleggerimento, ma con gran raffinatezza, dello stile (qui i duetti alle 12 corde con Ant non vengono riportati in vita, qui Ant si da a tastierame vario e Pluto soprattutto basso e chitarra elettrica); peccato che rimarrà un unicum nella sua carriera un disco così e che Pluto Mike seguirà da solista la stessa discesa nella cacca percorsa con i Genesis. Ma questo disco è molto bello. di più
Black Sabbath -Vol. 4
Ok, è vero, volendo pignoleggiare dei primi cinque dischi dei Sabbath questo è quello che apprezzo leggermente di meno, frutto sia di una qualità complessiva dei brani un poco più bassa che nei precedenti tre (ma poco, poco, un poco che sa di "ma sti cazzi") sia del mio amore incondizionato per "Sabbath Bloody Sabbath"; come detto, sto pignoleggiando e in fondo se dico e ridico che i loro primi 5 dischi vanno presi in blocco così come sono, uno più fico dell'altro, ci sarà un motivo. Non è, come a volte ho sentito, un disco che cambia direzione rispetto ai precedenti, c'è al massimo un pizzico di varietà in più ma niente di che, alla fine è quella che più o meno si trova anche in "Paranoid" e Master. Qui c'è, bellissima, "Changes" ad uscire in maniera netta dai binari stilistici di proto-doomici e pachidermici riffoni e c'è anche "Laguna Sunrise" ma nei precedenti c'erano le "Planet Caravan" o le "Solitude" quindi il copione non cambia più di tanto (insomma, se c'è un disco con un cambio di rotta un po' più marcato allora è il successivo, non questo). Apertura e chiusura ("Wheels of Confusion" e "Under the Sun") capolavori, e non poca altra carne al fuoco lì in mezzo. Discone-one. di più
These Days
belle parole , ma non amo Nico. ( mio gusto) di più
Maneskin
Sono veramente vuoti, finti e ridicoli. di più
Rid of Me
Athena

Athena: Rid of Me Traccia 01 in Rid of Me Album - 5 aprile 1993

No, vabbè di più
PJ Harvey
Stupenda stupenda stupenda. Fossi Lesbica sarebbe lei la mia donna dei sogni di più
Banco del Mutuo Soccorso -Banco del Mutuo Soccorso
Primo di tre dischi eccezionali, per una tipica questione di "imprinting" questo è probabilmente il mio preferito del Banco, anche se quei tre titoli sono tutti palesemente sullo stesso livello; questo però ha quelle atmosfere particolari che mi sono rimaste un pelo di più. Poi, vabè, la voce di Franciccio Di Giacomo, il senso melodico sublime dei Nocenzi bros, quel gusto per la melodia che è del tutto mediterraneo, del tutto Italiano e quel tipo di melodia che è sentitamente nostrana il che, pur nel rispetto dei modelli britannici-maestri di indiscutibile influenza-rende il Banco una band di solidissima personalità propria, il che è ottimo. Le melodie del Banco sono straordinariamente lisce, orecchiabili, piacevoli e pure profondissime, drammatiche, come quei momenti di Gianni al pianoforte... Insomma, un gruppone della madonnona questi miei meravigliosi concittadini. di più
Coma_cose
I CCCP versione aggiornata e sposata. di più
Disturbed -The Sound Of Silence
Remake dello storico pezzo di Simon&Garfunkel, loro primo successo inserito nel primo album Wednesday Morning, 3 A.M. del 1964. di più
Coma_cose
Due Cerebrolesi da rinchiudere. Lei buona per i bocchini con voce da bocchini. Il peggio del tempo di oggi dove la musica ed il talento non contano. di più
Gram Parsons
Troppo poco celebrato. di più
Glen Larson -Supercar (Knight Rider)
Supercar (Knight Rider) è una serie televisiva statunitense prodotta tra il 1982 e il 1986, ideata da Glen Larson e interpretata da David Hasselhoff, Edward Mulhare, Patricia McPherson, Rebecca Holden (solo stagione 2) e Peter Parros. di più