Ma che cavolo lo scrivo a fare.... Non so se ne valga più la pena o meno.
So che ci sono altre recensioni presenti sullo stesso disco ma mi sarebbe tanto piaciuto dire la mia a proposito. Soltanto per questa volta. E sarà l'ultima.
Oramai dovrebbe essere abbastanza chiaro a tutti. E, quando dico tutti, escludo, ovviamente, dal campione, la schiera dei fan ottusi Dream Theater-iani che osanneranno ora e sempre, all'impazzata, qualsiasi disco del Teatro del Sogno che, oggi, è diventato il Teatro dell'Incubo (o del Macabro, se preferito).
Un album 6 tracce, 74 minuti di durata. Il totale fa: 2 COGLIONI GORSSI COSÌ!
Ma davvero Portnoy e soci credono di poter prenderci per il culo pubblicando dischi simili? Dischi, nei quali, in ogni traccia, l'unica cosa che riusciamo bene a distinguere, è la bravura dei musicisti della quale, in tutta dovuta sincerità, non me ne po' fregar de meno? Davvero hanno una mente così dannatamente limitata?
Eppure io, ripeto, non sono uno a cui piace generalizzare. Se le ultime release dei Dream Theater fungevano da lassativi non è affatto detto che anche l'ultima, quella del 2009, ‘sto cazzo di "Black Clouds & Vattelapesca" avrebbe dovuto fare lo stesso effetto.
Purtroppo ho dovuto ricredermi, subito dopo la prima song che ha avuto un effetto più devastante (in termini di tempo) dello stesso Gutalax.
"A Nightmare To Remember" (e chi se la scorda....) è una canzone davvero vuota e idiota, della durata infinita, dove, come spunto di originalità, i DT fanno fare i ruggiti al loro singer dalla voce bianca (si! Ci sono i growl avete inteso bene! E chi se ne frega!).
Dopo essere riusciti ad uscire a stento da questa traccia merdona, eccoti un riff in distorsione, con tutta la maestria di Portnoy, pronto ad introdurre la seconda portata: "A Rite Of Passage". Si, un rito di passaggio è quello che ci attende tutti. Un passaggio, di sola andata, verso l'oltretomba. Assoli e scale virtuose che, ormai, abbiamo imparato a memoria, break che, come gli assoli, conosciamo a menadito.... Un'altra rottura di bocce alla quale non riesco a resistere. Il dolore si fa sentire, è sempre più intenso ma io, coraggiosamente, vado avanti. E proseguo.
Proseguo dopo oltre 8 minuti di martorio. E trovo ad attendermi la ballatone del disco, ossia "Winter", forse, l'unico pezzo decente dell'intero album. Perché, Dio li perdoni, questa volta i DT si ricordano di fare i metallari e inseriscono un bell'assolo davvero ispirato in una ballad dal sapore molto hard rock-oriented. Fermatevi! Non è che sia niente di spettacolare ma, mi fa tirare un sospiro di sollievo se penso che dopo, dovrò sorbirmi le ennesime suite infinite.
Suite che non vi descriverò, né elencherò. Per semplici motivi. Il primo è che, oramai, un disco di 6 tracks che si regge a malapena su una song che, per lo più, è solo la ballad del disco anzidetto, è, come dire, pietoso. Pietoso e imbarazzante. Pietoso e imbarazzante per la band che l'ha partorito ma, soprattutto, per la schiera dei fan che l'acquisteranno. I soliti nerds i quali, un mondo senza i Dream Theater, sarebbe, cessò, un mondo senza la fi*a per qualunque altro essere umano.
Poi. La pietà. Si, ho pietà per La Brie, Portnoy e compagnia.
L'unica cosa che scaturisce da questo disco è confusione, rumore assordante, vano tentativo di autocelebrarsi sempre e sempre.
Ma, Cristo, l'abbiamo capito che siete mostri di bravura e che con i vostri strumenti ci sapete fare ma io non sento il pathos nei loro dischi. Dischi pieni di tutta quella roba che fa impazzire i tecnicismi, dischi pieni di tapping, swipping, bending, cazzing e tutte quelle cose che finiscono in "ing" ma, al contempo, sterili come una vacca pronta per il macello.
Il vuoto. Il nulla.
Tranne, forse, un senso di innato dolore ai testicoli...... Si. "Black Clouds & Silver Linings" fa molto più male di una martellata sui coglioni. Garantito.
Non compratelo, non masterizzatelo e non vi venga neppure in mente di scaricarvelo. Non ne vale assolutamente la pena (e il pene).
A meno che non smaniate per ogni abominio partorito dai Dream Theater. Ma, questi, sono problemi tutti vostri (e, in realtà, sono davvero dei grandi, grossi, enormi problemi.......).
È tutto così..... Semplicemente merdaviglioso.
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Altre recensioni
Di splinter
Ancora una volta i ragazzi non hanno sbagliato il colpo.
Penso che i Dream Theater non riescono davvero a sbagliare un colpo; ancora una volta ci han regalato un capolavoro tecnico.
Di Stoney
L'unica scappatoia per questi poveri ometti sensibili è comprare la discografia dei Dream Theater.
Questo disco semplicemente non serve a nulla. Consta solo di un’infinità di clichè rimasticati e sputati, e basta.
Di STIPE
I Dream Theater hanno raggiunto la maturità artistica definitiva. Questo è un album suonato col cuore.
I Dream Theater o li ami o li odi, chi li odia non sa cosa si perde.