Inizierò subito a dire una cosa: a me i Dream Theater piacciono molto, ma non impazzisco come tanti loro fan che vanno a vederli nei loro concerti. Io sinceramente preferirei sentirmi di gran lunga un loro cd a casa piuttosto che ascoltarli quasi tre ore dal vivo e vi spiegherò subito il perché: io li trovo musicisti veramente eccellenti e superbi, grande grinta e grande tecnica, da John Petrucci, un Dio della supervelocità alla chitarra a Mike Portnoy, uno dei migliori batteristi del genere e forse del rock in generale, mentre la voce di LaBrie io l'ho sempre ritenuta insopportabile... molto alta certo, grande timbro vocale e un vibrato da paura, peccato che non lasci (o almeno a me) emozioni come può darle uno come Robert Plant o Ian Gillian, altri due titani, che a cantare ci mettono l'anima.

Ma ora recensiamo il disco: i loro dischi a me non dispiacciono, specialmente questo lo trovo ben fatto e ben costruito. "Images And Words" però è sì pieno di cose ottime ma anche di robe assolutamente fredde e messe lì a casaccio per allungare le canzoni e renderle difficili da suonare (che i Dream Theather siano complicati lo abbiamo capito tutti).

1) "Pull Me Under" è un gran bel pezzo, forse uno dei pezzi più semplici sul punto di vista delle composizioni dell'interno album, per il fatto che non è stracolmo di troppi cambi o di assoli fatti alla cazzo di cane, ma invece la trovo una gran bella canzone molto potente e con un ottimo assolo di chitarra (tra "As I Am" e questa io non so quale sia più forte). L'unica pecca? Il finale troppo sbrigativo....8/10

2) "Another Day" è una delle poche canzoni non metal dell'album, ma quasi una melodia pop con un buon testo e un buon coinvolgimento, nonostante dopo pochi minuti risulti troppo ripetitiva. Molto carino l'assolo di chitarra nell'intermezzo e la voce di Brie, che in questa canzone riesce almeno a far scendere una piccola lacrima. 7/10

3) "Take The Time" è una delle più belle canzoni dell'intero album: l'inizio con l'intro di batteria e l'assolo di Petrucci avvolgono l'ascoltatore grazie alla loro possente energia. Anche quando la voce di LaBrie entra la canzone ha vari cambiamenti di ritmo e di ritmica che ci possono anche stare, molto bello soprattutto il ritornello....ma già dal quinto minuto la canzone inizia un po' a stufare per un motivo: quei maledetti cambi continui e assoli superveloci che si ripetono alla cavolo rovinando l'atmosfera. Proprio quando la canzone sembrava essere stata rovinata, per fortuna verso la fine del sesto minuto il bellissimo finale salva il tutto. Grande ma per me, se avessero tolto qualche cazzata superficiale forse sarebbe stata una canzone molto più coinvolgente. 7,5/10

4) "Surrounded" è una bellissima canzone con una bellissima intro di pianoforte. La strofa poi, nonostante sia molto pop, è molto bella soprattutto nel passaggio verso il ritornello. Ancora una volta la voce di Brie si fa sentire, sembra che sia più portato per questo genere di canzoni, perché coinvolge molto. La canzone poi finisce come è cominciata. Il risultato è molto buono, una delle meno tecniche e più emozionanti. 8/10

5) "Metropolis" è un capolavoro sottovalutato e sopravvalutato nello stesso tempo: bellissimo l'inizio di tastiera e di chitarre e l'arrivo della batteria di Portnoy, un inizio quasi teatrale che porta l'ascoltatore in una atmosfera unica, quasi fosse nell'antica grecia, o almeno così sembra a me con quell'orecchiabile suono di tastiera iniziale. Ma ecco ritorna l'orrore: a un certo punto l'ascoltatore si ritrova a spararsi nelle orecchie di nuovo orribili e continui assoletti supersonici senza senso e noiosi, che dopo pochi minuti rompono. Nel complesso è una bella canzone, ma come in "Take The Time" ha troppe cose buttate lì così. 7/10

6) "Under A Glass Moon" è una buona canzone metal con uno spettacolare assolo di John Petrucci, ma anche questa stracolma di troppi passaggi inutili. Anche qui io da sette minuti l'avrei accorciata di un po', ma siccome sono una band progressive metal la gente vuole sentire la tecnica? Mah. 6,5/10

7) "Wait For Sleep" è la canzone (per fortuna) più corta dell'album, dove è assente la batteria di Portnoy e si prende spazio a una melodia di tastiera accompagnata dalla voce di LaBrie. Nonostante non sia niente di che la voce del cantante riesce ad rendere il tutto abbastanza buono. 6/10

8) "Learning To Live": ennesimo polpettone zeppo di cambi e di assoli di tastiera e chitarra, senza capo né coda. Il brutto di questa cosa però non è soltanto questo ma è anche la sua durata: Undici minuti!! Do 6 su 10 per il buon intermezzo, per il resto non mi ha attirato affatto. Troppo fumo e niente arrosto.

In compenso è un album ascoltabile, ma molte volte risulta troppo noioso a causa dei continui cambi nelle canzoni più lunghe. Peccato....

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