Anno di pubblicazione: 1992
Etichetta: ATCO
Genere: Progressive Metal
Durata: 57 minuti circa

Tracklist:
1.Pull Me Under
2.Another Day
3.Take The Time
4.Surrounded
5.Metropolis Pt. 1 – The Miracle And The Sleeper
6.Under A Glass Moon
7.Wait For Sleep
8.Learning To Live

Il Gruppo

Nel 1992 era appena entrato a far parte dei Dream Theater il cantante James LaBrie, destinato a diventare l’ennesimo monumento del gruppo, subentrato a Charlie Dominici. "Images And Words" è il suo primo album nella band, e a detta di molti coincide con l’apice della potenza delle sue corde vocali. Alla chitarra c’è sempre lui, John Petrucci, più ispirato che mai. I frenetici ritmi dell’album sono dettati dal batterista Mike Portnoy e da John Myung al basso. Tastierista del gruppo è Kevin Moore: il suo apporto nella conduzione della musica e i suoi tocchi di classe nei momenti più opportuni sono decisamente grandi punti di forza della band.

L’Album

"Images And Words" viene dopo “When Dream And Day Unite”, dove già si erano viste le potenzialità del gruppo e le sue influenze prog-rock… ma nulla lasciava presagire un tale exploit! Si parte con “Pull Me Under”, interamente scritta da Moore. Brano cattivo, aggressivo, imperniato sul tema della morte. E’ un continuo crescendo di toni e tecnica, tra cavalcate imperiose e riff coinvolgenti, cambi di ritmo e un leggero accenno delle capacità vocali di LaBrie.
Seconda traccia e’ “Another Day”, dedicata alle difficili condizioni di salute del padre di Petrucci. Si tratta di un brano leggermente più lento, con qualche accenno Jazz [presenti alcune parti di sassofono, suonate da Jay Beckenstein]. Pezzo molto melodico, testi decisamente poetici e toccanti. Dal mio punto di vista, una tra le 3 canzoni più belle dei DT.

Take The Time” e’ un’opera alquanto variegata, quasi una suite che si evolve nel corso dei suoi 8 minuti e mezzo di durata. Molto belle le parti di chitarra di Petrucci, e finalmente si riesce ad apprezzare il lavoro di Myung, un po’ più nascosto nei pezzi precedenti. Da citare un cameo decisamente particolare: dopo i versi “i can see much better now i’m blind”, viene ‘incollata’ una battuta di un italianissimo film di Tornatore, “Nuovo Cinema Paradiso”: ‘ora che ho perso la vista ci vedo di più’. Sono parole dedicate a un familiare di un non precisato meglio della band, divenuto non vedente.
Quarta traccia: è qui che esplode James LaBrie. “Surrounded” è una totale esaltazione delle capacità vocali dell’allora ventinovenne cantante. Toni morbidi e sussurri cantati, sale il ritmo e aumentano le acrobazie del vocalist. Ritmi orecchiabili, ma qui passa tutto in secondo piano. Benvenuto, progressive metal! Secondo alcuni, è con “Metropolis Pt. 1” che vede davvero luce questo eclettico genere. Undici minuti di pura follia, con temi che si susseguono con un’ imprevedibilità calcolata, alcune esplosioni di Portnoy e un Petrucci sempre in attività, mai banale… nessun riff viene ripetuto più di due volte, e mai identico.

Under A Glass Moon” è il pezzo a mio parere più tecnico dell’album, dove tra tutti svettano [tanto per cambiare] il batterista e la chitarra. A detta di molti l’assolo di questa canzone è uno dei migliori soli del panorama metal di sempre… come dargli torto. In “Wait for Sleep” troviamo tutto l’estro compositivo di Kevin Moore, a costituire una piccola ballata dalle sfumature jazz-blues, piacevolissima da ascoltare. Trascinante.
L’album si conclude con “Learning To Live”, testo composto da John Myung per una ragazza malata di aids. E’ uno dei testi che spicca di più in quest’album, impregnato da dolce aggressività. Si riscontra una certa somiglianza dal punto di vista musicale con la prima traccia, sia per il tipo di distorsione usata da Petrucci, che per il ritmo scandito che si riconosce soprattutto nella prima parte del brano.

Commento finale:
E’ l’album che consacra i Dream Theater tra i padri del prog metal, affiancandoli a mostri sacri come i Rush e Neal Morse. Da qui in poi, i DT [escluso qualche leggero calo fisiologico], intraprenderanno sempre più la strada segnata da 'Images And Words': tecnica, imprevedibilità, poesia, evoluzione. A lungo viva il Teatro dei Sogni!

P.S.: so che ce ne sono già 5 di recensioni su 'Images And Words' : p Solo che questa è la prima e per ora unica recensione che ho scritto e volevo rendervi partecipi xDD alla prossima spero di recensire solo roba nuova o poco commentata... ciao!

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