Io SONO un fan(atico) dei Dream Theater, però sò riconoscere quando un lavoro è ben fatto o meno. "Systematc Chaos" non delude le aspettative, ma non è un capolavoro, su questo non c'è dubbio. Chi lo considera tale non conosce questo gruppo. Io rispetto tutte le opinioni ma con un limite. Difendere a spada tratta OGNI lavoro dei propri idoli è sintomo di chiusura mentale. Fatta questa premessa passo ad esporre la mia personale opinione su questo lavoro.

"Systematic Chaos" si apre con la prima parte della suite "In The Presence Of Enemy": avvio strumentale pienamente progressive dove si presenta la melodia centrale della traccia. Si inizia bene con un buon ritmo. Anche le parti finali cantate da La Brie scorrono velocemente e senza problemi. Diciamo che la partenza fa ben sperare.
Purtroppo non si continua così. Con "Forsaken" si tocca il punto più basso dell'intero lavoro, è una canzonetta, simil pop rock (!!!!) adatta ad mtv. Anche il testo non va, troppo mieloso e semplice ("..Look in my eyes and take my hand.." cosa?!?) una traccia di una semplicità e stupidità incredibili. E' inascoltabile, addirittura neanche la parte strumentale esiste, non si può definire una ballad. Sconcertante. La seguente "Constant Motion" almeno ha un suono più familiare al prog metal, ma si rimane ancora a bassi livelli con riff scontati. E' una musica più "muscolare" e meno cognitiva diciamo. Con "The Dark Eternal Night" ancora si sfiora la mediocrità: inizio senza Labrie un pò confuso, poi da cancellare assolutamente i filtri per le voci usate che sono orrendi. Tutto già sentito nel ritornello. Nella metà si ritorna nello strumentale ma è solo una ripetizione di riff di chitarra e tastiera che mi lasciano perplesso.. difficili sì, ma sinceramente inutili. Queste ultime tre traccie penso siano le più brutte scritte dai Dream Theater negli ultimi anni. Io non sono nessuno per dire questo, però sono veramente inascoltabili e lo dico con tutto il rispetto che ho per loro.

Finalmente si cambia. In "Repetance" è evidente la ripresa della melodia da "Train of Thought" con ritmo notevolmente rallentato: sinceramente ero molto perplesso da questa loro scelta di riproporre il suono di "This Dyng Soul" ma alla fine ho dovuto ricredermi. Intrigante e malinconica, un pò oscura ma non pienamente triste. E' sicuramente la miglior traccia del lavoro. La parte iniziale vede finalmente Petrucci NON protagonista, Myung e Rudess fanno da padroni con delicati suoni accompagnati dalla voce di Labrie. La seconda parte è quasi tutta strumentale fatta eccezione per le voci fuori campo (direi di fare basta, in tutti i cd le troviamo..) ed il bel coro di sottofondo che rende l'atmosfera più cupa. Ottima. L'unica nota stonata è lo stacco che c'è con "Prophets of War": si passa dalla malinconia alla velocità della tastiera. Non mi quadra. Comunque, come detto, la traccia seguente ha una vena molto forte di Progressive data da Rudess, forse un pò troppo ripetitiva come suono, ma rimane incisiva e rapida fin da subito. Ne segue la tranquilla "The Ministry of Lost Souls". E' dolce e delicata con apertura fatta con chitarra classica, ha un suono familiare, mi ricorda un pò il tema di "Octavarium", sopratutto in alcuni riff di Petrucci. A metà si cambia con una parte strumentale puramente Progressive, forse un pò troppo distaccata dalla melodia centrale. Per certi aspetti è un preludio alla suite simile a quello fatto nel cd precedente da "Sacrificed Sons": un prog tranquillo con scatti di metal.

Ed ora la seconda parte della suite. La partenza di "In The Presence Of Enemy" è incredibilmente simile a quella di "Octavarium" con suoni distorti e "lontani". La voce di Labrie si inserisce quasi subito, mentre Petrucci rimane un pò assente inizialmente per poi entrare nel ritornello che definisco troppo semplice e scontato. La canzone però procede benino e senza intoppi (con qualche suono ripreso da six degrees mi sembra..) fino alla parte strumentale dove ci si perde ancora una volta in riff, scale, virtuosismi e assoli da nausea, fuori luogo e annoianti. Fortunatamente si ritorna a respirare nel finale dove una melodia molto ben composta (già sentita nella prima parte e simile a Razor's edge... è un caso??) accompagnata da Labrie, chiude il lavoro in maniera più che sufficiente.

Eh, purtroppo non è il massimo. Questo gruppo ha saputo farsi valere per molti anni soprendendoci sempre o quasi, ma i MEZZI passi falsi esistono per tutti. Si rimane a bocca asciutta. Una suite un pò traballante e grezza (le parti orchestrali di Octavarium mi mancano...) accompagnata da alcune traccie (dalla 2 alla 4) orribili non ne fanno un buon lavoro. Ho sentito molte volte che i Dream Theater sono un gruppo innovativo, ma non questa volta. Diciamo che le novità stanno nell'inserimento di cori e la divisione della suite, per il resto niente, anzi, il contrario: non sò, forse sarò pazzo o non sento bene, però in questo lavoro ho ascoltato molti riff e suoni simili ad altri lavori (Six degrees, Train of Thougth e sopratutto Octavarium). Il voto non può esser alto, ma neanche troppo basso: 2 e mezzo sulla fiducia.

Ed infine un piccolo pensiero:

Saper criticare credo che sia molto costruttivo e quindi, confrontare idee diverse ci permette di crescere. E voi direte.."e con questo?"..e con questo LO SO' che ce ne sono altre 10 di recensioni dello stesso cd, ma io voglio solo dare il mio parere su un gruppo che conosco da anni. Posso?

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