La svolta solare e quasi stadium rock del precedente “The Weight Of Your Love” aveva fatto storcere il naso a qualche fan degli Editors.

Non sorprende, quindi, l’oscurità che avvolge quasi ogni singola nota di questo “In Dream”, quinta studio release della band britannica. Anticipato come un ritorno al synth dominato dalle tastiere del terzo album “In This Light And On This Evening”, in realtà ci troviamo di fronte al disco più cupo nella carriera dei ragazzi di Birmingham.

I riferimenti tornano ad essere quelli che avevano fatto di “The Back Room” uno degli esordi più belli negli ultimi venti anni di rock britannico (Joy Division su tutti), stavolta però vengono filtrati attraverso un minimalismo assolutamente estraneo al rock stratificato della precedente studio release. A partire dall’opener “No Harm”, essenziale e dominata da un celestiale cantato che sovente scivola nel falsetto, Tom Smith sfrutta appieno il suo splendido registro vocale per decorare dieci tracce dove i ricami chitarristici vengono ridotti all’osso o quasi, per lasciar spazio ad archi, tastiere (misurate, non intrise di loudness come in “In This light…”), strumenti acustici ed in generale una maggiore cura nel mettere in evidenza la cupezza della atmosfere e non l’epicità della proposta melodica.

Pochissime le concessioni ad un’ariosa orecchiabilità: la progressione scandita dal piano nel refrain di “Ocean Of Night” (che non sfigurerebbe nel canzoniere dei National), il synth-pop del singolone/instant classic “Life Is A Fear” e la martellante “Our Love” (ancora in falsetto). Nel resto del disco il minimalismo cupo, scelto dalla band come leit motiv del disco, si fa avanti prepotentemente, in particolar modo in due perle assolute come la splendida cavalcata di chiusura “Marching Orders” e la languida “The Law”, eseguita in duetto con l’ottima Rachel Goswell degli Slowdive. Il paventato riavvicinamento alla terza studio release si palesa solo in alcuni momenti come “Forgiveness” ed “At All Costs”, ma sempre in perfetta sintonia con il mood generale dell’opera.

Bel ritorno, questo degli Editors, sicuramente un passo avanti allo zoppicante “The Weight Of Your Love”. L’ennesimo tassello necessario per metter radici nell’affollata foresta del rock britannico contemporaneo.

Miglior brano: Marching Orders

Elenco tracce e video

01   The Law (04:51)

02   Ocean of Night (05:05)

03   Marching Orders (07:45)

04   Forgiveness (03:44)

05   All the Kings (04:53)

06   Salvation (05:02)

07   Life Is a Fear (04:24)

08   At All Cost (04:54)

09   Our Love (05:18)

10   No Harm (05:06)


  • ZannaB
    2 ott 15
    Recensione: Opera:
    Bravo cazzo! Mi sei piaciuto molto stavolta. Loro li ho seguiti parecchio e onestamente il precedente album per me era molto valido, non zoppicante come dici tu. Di questo ho sentito i 3 singoli: quello tutto synth (non ricordo qual'è dei 3) mi sa un po' di stantio anni '80, uno era abbastanza anonimo da dimenticarselo ma Marching Orders è un cazzo di capolavoro, mi piace uno scrullo!
    Ad ogni modo un po' poco per creare aspettative. Ascolterò il disco, li vedrò dal vivo, magari cambierò idea.
    O magari no.
    • Psychopathia
      2 ott 15
      io sono fermo al secondo... dici che dovrei recuperare?
    • ZannaB
      2 ott 15
      Dipende, i seguenti sono un po' diversi, io personalmente mi sarei fermato al secondo ma per "cause di forza maggiore" ho continuato. Ascoltati un po' di pezzi sul tubo, riuscirai a decidere da solo ;-)
  • GrantNicholas
    2 ott 15
    Recensione: Opera:
    No, The Weight Of Your Love proprio non ce la faccio a definirlo buono. E' appena sufficiente solo per la voce di Smith e un paio di singoloni con le palle, ma poca roba per le potenzialità della band. Il terzo, quello meno "chitarroso", è appena sufficiente. I primi due splendidi. Psychopathia, io fossi in te proverei ad ascoltarli tutti, sono eterogenei quindi non saprei cosa consigliarti e cosa meno, dipende dai tuoi gusti...
  • Psychopathia
    2 ott 15
    Recensione: Opera:
    in realtá ascoltai parte del terzo, il cui singolo non mi disse molto. cosí decisi di non prenderlo. del quarto non ho ascoltato nulla, scoraggiato dalle forti critiche. comunque seguiró i vostri consigli e mi affideró al tubo
    • GrantNicholas
      2 ott 15
      Il quarto è un tentativo non completamente riuscito di fare il "disco da botto", c'è roba che si avvicina seriamente ai penultimi Coldplay, agli U2 e band così. Io preferisco sempre i primi due
    • Taurus
      3 ott 15
      Weight Of Maroons si può dire che è indecente anche per gli standard dei Coldplay tolte le prime due e hyena vado a memoria.
  • Buzzin' Fly
    2 ott 15
    Recensione: Opera:
    Ho sentito tre pezzi sul tubo, credo i singoli, e sinceramente mi sono parsi bruttini forte.
    • GrantNicholas
      2 ott 15
      Beh, allora lascia perdere anche il resto ;)
    • Buzzin' Fly
      2 ott 15
      Sicuramente, anche se devo dire che spesso l'ascolto dei soli singoli fuori dal insieme del disco è fuorviante .
  • Bartleboom
    3 ott 15
    Recensione: Opera:
    Sinceramente non avevo alcuna voglia di ascoltarlo, ma leggendo la recensione mi sono incuriosito molto... ci darò un orecchio. Bravo.
  • Taurus
    3 ott 15
    Recensione: Opera:
    Non sapevo nemmeno di questo disco...eppure conosco bene tutti i loro precedenti...belli i primi due...sufficiente anche se pesante il terzo, da uno virgola qualcosa periodico l'ultimo. Se questo dici che si avvicina ai primi con un occhio al terzo, posso sperare che non si siano completamente fottuti. Ripasso appena sentito.
  • marcoroma
    5 ott 15
    Recensione: Opera:
    Condivido tutto parola per parola
  • Bartleboom
    13 ott 15
    Recensione: Opera:
    L'ho ascoltato un paio di volte e devo dire di essere rimasto un po' spiazzato. In alcuni passaggi è molto "pop", ha melodie e linee vocali immediate e un approccio molto catchy. In altri è oscurissimo e elegante. Minimale e molto elegante. Su tutto, ci sono dei suoni che - non posso nasconderlo - mi fanno storcere il naso, ma in qualche strana maniera funzionano. E' stranissimo come "giochi" con con i suoni plasticosi, certo romanticismo esasperato e i campionamenti tipici della metà anni '80: ci sono tutte le regole per suonare una cacata pazzesca, per sembrare una pacchianata pure un po' frocia. Eppure in qualche modo sta in equilibrio: se si sta al gioco, è davvero un ascolto interessante. Non posso ancora dire che mi piaccia fino in fondo e non so se sopravviverà alla prova del tempo, ma ti ringrazio sinceramente per avermi convinto ad ascoltarlo.
    • odradek
      13 ott 15
      Io non gli ho concesso molte possibilità, l'ho appena assaggiato e m'è sembrata una pacchianata pure un po' frocia, che sarebbe pure la morte mia, in certi momenti. Quella volta lì no, e mai più riascoltato...
    • Bartleboom
      13 ott 15
      Io ascolto musica soprattutto in macchina perchè, purtroppo, lo stereo non ci sta nel mio appartamento e, in ogni caso, non lo potrei usare per "ragioni famigliari". Quando sono a casa (da solo...) ascolto sul pc, con Spotify. Solo che l'unico momento in cui posso farlo è la sera, quando rientro da studio e mi metto a cucinare. Siccome ho la stanza da letto al piano superiore, quando cucino devo accendere la cappa se non voglio che il cuscino mi sappia di carbonara. Da poco più di un mese, mi si è rotto l'autoradio. Lo vorrei cambiare, ma forse entro fine anno dovrò cambiare macchina e mi scoccia un po' buttare soldi per autoradio e installazione. Tutto questo per dire che è da più o meno agosto che la musica non la "ascolto" veramente, ma più che altro la "intuisco" tra il grasso del guanciale che sfriguglia nella padella e la tisi della cappa del fornello... e quindi non è che sia proprio affidabile nei giudizi. Non che lo sia mai stato, ma ultimamente è pure peggio.
    • Leggete il messaggio di Bartle immaginandovi come sottofondo la "musica triste di Studio Aperto". Al confronto i rifugiati della Syria vi sembreranno un branco di stronzi viziati. #telethonBartle #sussidioautoradio2015 #tantoascoltimerdanontiperdiniente
    • odradek
      13 ott 15
      Beh, sull'attendibilità di giudizio io so che sarei messo bene anche ascoltassi la mosica per mestiere, quindi .... Ma sia quel che sia, ti ringrazio per quello che certuni chiamerebbero uno "spaccato di vita" niente male. Tu sai quanto io adori la tua prodigiosa capacità descrittiva, quanto mi rapiscano, quasi letteralmente, le immagini che germogliano nei tuoi commenti e nelle tue, ahimé, rare recensioni. Lasciami dire che vorrei essere, invisibile, accanto a te, impregnato degli effluvi alla carbonara, ad ascoltare il suono della cappa e l'ultimo disco degli Editors in un mix ambient. Che ci vuoi fare, invecchiando mi scopro romantico. Besos
    • PS
      Anche io non avevo lo stereo a casa della mia ragazza. Risolsi con il lettore mp3. Mi lasciò.
    • hjhhjij
      13 ott 15
      I cancelletti di Caz e il commento di Bartle mi hanno fatto soffocare, vi odio :-D
    • ZannaB
      13 ott 15
      Meno musica forcia, più amatriciana, orco cane!
    • Bartleboom
      13 ott 15
      Adesso non posso. Ma più tardi torno e scrivo qualcosa per cui dovrete sucare tutti. Sappiatelo!
    • Ti sei comprato la cappa Bose e il fornello Marantz.
    • fuggitivo
      13 ott 15
      Anche io soffoco, ma il vero capolavoro è l'ultimo commento di odradek (per me).
    • hjhhjij
      13 ott 15
      Si sa i vecchi sono sempre poetici... Ehm... :-D
    • odradek
      13 ott 15
      Bartle, possiamo sucare già adesso, così, per portarci avanti?
    • Bartleboom
      13 ott 15
      E comunque oggi pomeriggio sono tornato presto e ho potuto fare una delle mie specialità: il pollo con la lattina di birra nel culo. Tecnica di origine americana, consente di cuocere perfettamente il pollo in ogni sua parte. Come certamente saprete, infatti, la criticità del pollo è rappresentata dalle differenti temperature a cui cuociono la carne della coscia e quella del petto. Con una cottura normale, se ci si concentra sulla coscia, si rischia di ritrovarsi un petto troppo cotto e stoppaccioso. Diversamente, se si basano i tempi di cottura sul petto, si rischia una coscia non perfettamente cotta. Il problema viene risolto inserendo, appunto, nel culo del pollo una lattina di birra. Quest'ultima, durante la cottura, evapora all'interno del volatile, mantenendone umide le carni. Il risultato è stato eccezionale e, sebbene non abbia comportato l'elargizione del tanto auspicato sesso orale celebrativo, mi ha comunque garantito molti complimenti. La colonna sonora per questa ricetta sono stati i Julie's Haircut con il loro Ashram Equinox del 2013. Un buon disco, direi. Anche se in molti punti mi ha curiosamente ricordato la ventola del mio forno...
    • odradek
      13 ott 15
      Ma dai, ho ascoltato quel disco l'altro ieri! Consentimi di adoperare piccole coincidenze come queste per fantasticare di affinità e feeling tra noi, Bartle. E di pensarti ogni volta che estrarrò la lattina.
    • Bartleboom
      13 ott 15
      Solo se mi concedi di pensarti ogni volta che la inserirò... <3<3<3<3<3
    • odradek
      13 ott 15
      Era sottinteso, sciocchino
    • ZannaB
      14 ott 15
      "... sebbene non abbia comportato l'elargizione del tanto auspicato sesso orale celebrativo..."
      Beh, hai il pollo, il pollo ha un culo... Se la birra in lattina la bevi poi puoi rimediare alla mancanza di sesso orale in modo creativo.
    • ZannaB
      14 ott 15
      Lo so sono una persona ributtante...
    • odradek
      14 ott 15
      No, Zanna, sei uno di noi. Solo che le opzioni da te suggerite sono ampliamente previste nel protocollo pollo e lattina, roba ovvia, suvvia.
    • La cosa mi ha parecchiamente incuriosito, e le mie ricerche mi hanno portato a scoprire che esiste pure il supporto per reggere perfettamente la lattina e portare il tutto in tavola stupendo i commensali. Ingrandisci questa immagine
    • Ajajajaii... dicono che l'inchiostro della lattina, scaldato, venga traferito alla carne. Ma esiste addirittura un inculapolli in acciaio inox non verniciato, con tanto di scola grasso. E la nostra amata Sonia di GialloZafferano (la donna che con un video su youtube ti salva sempre la vita), ovviamente, ce l'ha. Sonia - è proprio il caso di dirlo - se l 'incula tutti. Ricetta Pollo cotto sulla lattina di birra - Le Ricette di GialloZafferano.it
    • ZannaB
      14 ott 15
      Caz mi hai fermato la crescita con quelle foto...
    • Bartleboom
      14 ott 15
      Si vabbeh, ma quella mica è una ricetta... E'Cristiano Ronaldo che fa sgocciolare le tipe sedute in tribuna facendo i palleggi con la punta del cazzo. Pensa te se mo mi metto a siringare il pollo... La mia ricetta è: un galletto Vallespluga (Chicchirichicchirichicchirichì) scarso a testa (in pratica, due galletti per 3 persone), le lattine della Coca Cola quelle piccoline da 25 cc che poi le svuoti e le riempi di birra, una cassa di Poretti 7 luppoli e odori come se non ci fosse un domani. I tempi di cottura variano da "Manca tanto?!?" di mia sorella a "Mo mi metto su una pasta" della mia fidanzata fino a "Ma una pizza la prossima volta, no?" di chiunque altro.
    • Ma come, non hai la siringa per pollame nella tua batteria di pentole? E magari mi vorrai dire che ti mancano anche gli indispensabili reggi-uova in silicone che ti permettono di bollire un uovo perfettamente in piedi, di modo che quando tagli il polpettone il tuorlo sodo è perfettamente al centro, e non spostato sui lati come i polpettoni dei barbari?
      Ma non ti vergogni?
  • odradek
    14 ott 15
    Recensione: Opera:
    Non so perché, ma non appare il pulsantino del BEL. Te lo metto qui a mano: BEL
  • odradek
    14 ott 15
    Recensione: Opera:
    P.S. il BEL era per puntiniCAZpuntini:
  • hjhhjij
    14 ott 15
    Recensione: Opera:
    No vabè io questa la metto tra le pagine preferite.

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