mien_mo_man

DeRango : 2,02 • DeEtà™ : 6753 giorni

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Van Morrion è Dio
The Verve Forth
25 ago 08
Voto:
In generale le cose che accomunano le bands di britpop sono l'arroganza e la presunzione. Il bassista dei Blur s'autodichiara il miglior bassista di Briannia, il chitarrista di quella band è il migliore mai venuto al mondo, la mia band è la migliore di tutte, io sono il più fico della terra, e via di seguito... Spocchia da working classers che hanno congenito un complesso di inferiorità. Dico cosa sarebbero gli Oasis senza la ritmica di quello con la zucca pelata che non piaceva a nessuna ragazzina e che nessun giornalista o vj intervistava? Ed infatti ecco che lo cacciano. Ed i Blur senza chitarrista? Ed i Suede senza Butler priuma ed il tastierista-improvvisato-dilettante ma eficacissimo nonché fighetto al punto tale da (sono convinto) fare ingelosire lo stesso Brett Anderson? Ed i Verve senza chitarrista? Ed Ashcroft senza Verve? Tutti stramontati di cervello, e tutti che fanno la fine degli stramontati di cervello.
The Verve Forth
25 ago 08
Voto:
ti ringrazio per la precisazione (non era certo tuo dovere) sull'uso della definizione Brit Pop in questa tua recensione. Su questo sono d'acord avec toi. Ciò su cui non concordo è la fine delle suddette bands: alcune sono semplicemente maturate,e quindi non hanno avuto voglia di riproporsi a certi standards (penso a Blur, che pure non ho mai amato); altre (Oasis e Verve soprattutto) si sono montate la testa: riucordo ancora le interviste ad Ashcroft che continuava a ripetere, risposta dopo risposta, che la sua era la band migliore della storia. Tiè, così imparate, zucconi! Altre hanno perso smalto, altre hanno perso pezzi importanti (sempre Blur, oppure Suede); i Manswear (se li ricorda qualcuno?) erano solo mods fighetti e modaioli ed è giusto che si estinguesser per primi (ai tempi erano i rivali degli Oasis, prima ancora dei Blur); i Pulp semplicemente risprofondarono nel secolare anonimato da cui provenivano, stavolta però non riuscendo a digerire l'idea di ritornare nell'ombra, e sciogliendosi. I Suede, semplicemente, Butler o non Butler, tastierista o non tastierista, attitudine bisex o glam bowiana, persero consensi in termini di vendite, e come tutto ciò che è pop, cioè che nasce commerciale, se non trova il consenso popolare è come se non avesse motivo d'esistere (perlomeno a mio parere).
The Verve Forth
25 ago 08
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guarda, per come è scritta e pensata, la recensione mi piace, ma non condivido una nota di ciò che hai scritto, né sul disco, che a me pare stanco, né tantomeno sulla storia del brit pop o come lo si voglia chiamare: bands come suede e pulp sono finite per inaridimento creativo, e poi mi devi dire che c'entrano i verve con gli oasis, o cosa c'entravano prima di Urban Hymns. Se metti tutte le bands nello stesso calderone, un po' come si fa col grunge (dove mudhoney e soundgarden, alice in chains e screaming trees sono tutte diverse e tutte "grunge" al contempo), allora ci sto a pensare che i Verve siano stati britpop, ma non dirmi che facevano la stessa musica, ché di differenze tra pulp suede oasis blur verve manswear beautiful south ecc. ne passa tanta. a sto punto, se è una cataloigazione "geografica", mettiamoci pure radiohead, catherine wheel, manic street preachers e supergrass.
Voto:
guarda, ti metto un bel 5 quinti che mi sei piaciucchiato, anche se gli Staind non avevano nulla da dire da un bel pezzo, secondo me. Anche a me Break The Cycle era piaciuto ma fino ad un certo punto. Buona disamina dei brani, i pizzichi d'ironia fanno il resto.
Voto:
Hell, cambia il tuo nick in Heaven, dimentica il metal ed aderisci al New Thought od alla Wicca. Vedrai, fanno per te molto più che tutti gli inferni.
Voto:
ci siamo, ci siamo davero... lo sai chi è il mio performer preferito a Woodstock? Havens, l'opener!
Voto:
LIVE AND LET LIVE e non LIFE AND LET LIFE
Voto:
io vi ringrazio sempre, o pochi affezionati commentatori delle mie recensioni. come voi sapete, per me le recensioni sono spesso un pretesto per parlare di altro. ecco, a me piaceva l'idea di interrogarmi sul "cosa fare quando il momento magico è svanito?", per questo, caro Green Manalishi, parlo poco del disco in questione. grazie.
Visage Visage
7 ago 08
Voto:
visage, ovvero come creare un mito attorno al nulla. l'apoteosi degli anni ottanta, il vuoto che diventa la parte da guardare, come la caramella che è il buco con la menta attorno. la confezione con dentro il disco, la mancanza di futuro col presente sfavillante dentro, gli anni ottanta con la musica attorno. se tutto è stato è perché tutto aveva il suo perché. è ora di riappacificarci col passato e rpendere questo disco per quello che è, cioè un buon disco di elettropop glammizzato fatto da gente che sapeva sin da subito che il progetto, i suoni ed i vent'anni non sarebbero durati per sempre. tra i vent'anni del '68 quelli del '77 e questi dei Visage è naturale che io scelgo i primi due, ma vivere la propria gioventù al massimo non è una colpa. anzi.
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