Voto:
Oh, la tua conclusione ora che l'hai un po' ridimensionata, mi piace di più.;) Il tuo invito ad analizzare il personaggio di Ricky, però mi fa venire in mente un altra falla del tuo ragionamento. Ricky e Lester tu li vedi come due modelli distinti. Lo sono senz'altro all'inizio: Lester è frustrato, Ricky appare di una sicurezza incrollabile. Poi i due s'incontrano e il signor Burnham comincia a vedere in Ricky il suo eroe personale (dice proprio così, se non ricordo male). Da quel momento in avanti Lester diventerà sempre più simile a Ricky e il monologo finale in cui Lester rivede il suo passato termina proprio con il "Sacchetto danzante" che è il fulcro della "filosofia di vita" di Ricky e con le sue stesse parole. Ma ripeto, io in tutto ciò non riesco a vedere una qualche questione sociologica. Io riesco a darti qualche risposta spicciola su ciò che mi ricordo della storia e su nient'altro, I'm sorry. Buona notte.
Voto:
Oh beh, sul confronto sono perfettamente d'accordo ma, mi pareva che la faccenda di Lester nel tuo discorso avesse un certo peso, dato che su quel "Se" arrivi alle tue conclusioni. Certo ognuno è libero di pensarla come gli pare ma, più che sulle dichiarazioni di Mendes (che io non ricordo, ma che prendo senz'altro per vere) credo che per formulare un giudizio sul film ci si debba basare su quello che offre la storia e non mi pare che "American beauty" voglia risolvere quale che sia questione sociale o sociologica. A me è parso un bel quadro, con ottime trovate narrative, con dei bei personaggi e tanto mi è bastato. Poi, non vorrei fare il pedante ma, è vero che nella recensione dici "tutto qui?" ma è vero anche che concludi dicendo "... Ma i problemi sono ben altri, e le risposte devono essere ben altre." Il mio "devi raccontare questo o quello" era una libera traduzione della tua frase. Se ho interpretato male, chiedo scusa. Ciao.
Voto:
Caro Donjunio la tua recensione non mi è piaciuta neanche un po'... Non mi piace l'equazione "Regista di sinistra"="Regista impegnato". Non mi piace nemmeno che si dica: "Vuoi fare l'impegnato?" (cosa per altro tutta da dimostrare) "allora devi raccontare questo o quest'altro...". Senza poi contare che non ci sveli cosa secondo te Sam Mendes avrebbe dovuto raccontarci. Poi nella "Rigenerazione" di Lester, la "ninfetta" è la causa scatenante ma non è l'unico elemento. Nella scena che ci racconti Lester ha già capito "cosa davvero importa", in qualche scena precedente tenta pure di riavvicinarsi a Carolyn e di farlo capire pure a lei ma senza successo. I tuoi "se" mi pare che non abbiano poi così senso... Infine non condivido la tua analisi della sceneggiatura che, come ha già sottolineato qualcun'altro, ha i suoi bravi punti forti. Ah, già che ci sono: Non condivido il giudizio sui film successivi di Mendes. "Jarhead" a me è parso un gran film.
Voto:
Occulto, nessun film è originale al 100%, le tecniche narrative possono essere riutilizzate a piacimento; le formule sono svariate: citazione, omaggio, parodia ecc... Ma se i due film, come tu stesso affermi, seguono poi sentieri completamente diversi, beh, "The cannibal Corpse" e "The blair witch project" sono due film diversi e tanto basta. "The blair witch project" tra l'altro inaugura una formula (una strega che c'è ma non si vede...) che nessun altro potrà copiare, pena il plagio vero e proprio. Riguardo agli errori tipo montaggio e batterie (Tra l'altro uno dei personaggi dice, se non ricordo male, che ne avevano un mucchio di batterie e che avrebbero potuto andare avanti a girare per giorni e giorni) beh, ce ne sono parecchi ma, nonostante tutto, a me il film ha preso come pochi altri... E di solito a questi "particolari" sto attento eccome...
Voto:
Bravo Poletti, la tua resa ti fa onore!!!
Voto:
Mah, io non ho visto "Cannibal Corpse" ma ne so qualcosa. Se lì tutto viene mostrato, in "The blair witch project" non ti viene mostrato nulla e proprio lì sta la sua bellezza. Quando l'ho visto io tutta la sala si è cagata sotto. Io ero esausto. Due ore di suspence pura. Geniale. E che quei ragazzi abbiano fatto un film così con pochissimi mezzi, facendosi pubblicità su internet e creando un caso, aumenta i loro meriti...
Voto:
Voce fuori dal coro: Io ho "The mask and the mirror" e, con tutto il rispetto, è una palla. Pure questi sample (che certo non possono dare l'idea di com'è l'album ecc...) non mi paiono 'sta gran cosa... Comunque, come si dice, de gustibus...
Voto:
"Rocco e le Storie Tese 2"? Hanno fatto il sequel?
Voto:
Interessante, interessante, mooooolto interessante... Il sample poi è bellissimo...
Voto:
Caro Spaccazzucche, io ho detto che Allevi è sopravvalutato e ciò non ha bisogno di alcuna argomentazione. A uno che viene definito "Il mozart del 2000" è il minimo che si possa dire. Ma dato che pretendi dei giudizi argomentati, io mi ci metto. Prima però una parola sulle tue argomentazioni: affermare che ciò che viene fuori dal piano o dal disco di Allevi è "puro suono" non significa nulla. Tutto può essere puro suono e non ci vuole un Giovanni Allevi per produrlo o farsene "schiaffeggiare". Le belle frasette lasciamole per un attimo da parte, ti va? Allevi ti piace e ciò è senz'altro accettabile. D'altro canto sei in buona compagnia. Se poi dici che in Italia non se lo cagava nessuno, dimostri di non sapere che il buon Giovannino è stato tastierista di Jovannotti. E' andato anche a Sanremo con la band di Di Battista. E là ci stava benone, altro che Blue Note... Tutti i suoi atteggiamenti naive poi a me non dicono nulla. Permettimelo, a me interessa la musica. E la musica di Allevi è piatta, costruita come una canzonetta pop, con strutture che si ripetono senza variazioni e senza fantasia. I temi che suona hanno un tono leggero leggero, troppo leggero. Sono melodie inconsistenti. Buone solo per le sale d'attesa o i centri benessere. Il Jazz e la musica classica, cioè le presunte influenze di Allevi, sono storicamente musiche complesse fatte di ritmiche e armonie argute che con quello che si ascolta su "No Concept" e "Joy" poco o nulla hanno a che fare. Per questo, il continuo riferimento di Giovanni e dei suoi estimatori ad autori colti, a me fa un pochino ridere e fa di lui un personaggio oltretutto poco simpatico. Per non parlare della definizione "Il Mozart del 2000" che è davvero inqualificabile. E' come se io, avendo scritto una cartolina, pretendessi di assere Hemingway. Chiamiamo le cose col loro nome. Allevi è un pianista mediocre. Ascolta Stefano Bollani, Keith Jarret o Uri Caine e sentirai quello che fa un musicista vero. Ciao.
Utenti simili
egebamyasi

DeRango: 0,42

Qzerty

DeRango: 0,71

gabbox

DeRango: 0,97

Hal

DeRango: 9,08

giorgioladisa

DeRango: -0,12

Mauri

DeRango: 0,06

ZiOn

DeRango: 19,19

sfascia carrozze

DeRango: 39,03

Socrates

DeRango: 2,30