Lesto BANG Bannato

DeRango : 0,20 • DeEtà™ : 6888 giorni

 Un disco "fiacco", con atmosfere più country/folk che blues, fitto di passaggi ridondanti e noiosamente prevedibili.

 Un lavoro lezioso, stucchevole e tremendamente costruito, come la pessima copertina del resto.

La recensione critica 'The Road To Escondido' descrive un album privo di passione e mordente, non all'altezza delle aspettative create dalla fama di J.J. Cale ed Eric Clapton. Nonostante la tecnica innegabile dei chitarristi, il disco risulta noioso, prevedibile e sterile. La mancanza di interazione genuina tra i due artisti e la ripetitività delle tracce penalizzano il lavoro, che si presenta come un esercizio di mestiere senza anima. Scopri se questo album vale il tuo tempo con la nostra recensione approfondita.

 Un lavoro bizzarro e tracotante giovanilismo senile a più non posso.

 Che stracazzo ha voluto dirci il sig. Bowie con questa mezza ciofeca né carne né pesce?

Earthling di David Bowie è un album del 1997 che cerca di avvicinarsi ai ritmi jungle, techno e drum'n'bass ma risulta una sperimentazione incompiuta e poco coerente. Pur affidandosi a musicisti di talento, il disco appare distante dal successo artistico di lavori precedenti, con testi e vocalità spesso disgiunti. L'autore giudica l'album un divertissement giovanilistico senza vera sostanza, segnando un momento di rottura poco apprezzato nella carriera di Bowie. Scopri la controversa evoluzione musicale di Bowie con Earthling.

 Un disco burroso e grondante melassa da tutte le parti, con la scusa del jazz-pop.

 Sembrava la grande Nuova Promessa del nuovo Folksinging Americano e invece…

La recensione di Not Too Late di Norah Jones usa un dialogo ironico per evidenziare una certa noia e ripetitività del disco. L'album, pur presentando arrangiamenti e voce gradevoli, non offre novità e risulta standard, monotono e simile a molti altri lavori jazz-pop. L'autore sottolinea la sensazione di un disco di transizione privo di quel 'disco vero' che il pubblico attendeva. Ascolta l'album e scopri se fa per te, poi torna a leggere la recensione!

 Mai paghi di tutto sto frullamento di millioni (virtuali) e collioni (reali) è arrivato poco tempo fa questo "Rhythms del Mundo" un polpettone/panettone "non a fine di lucro" (Ah ah ah ah n. d. r. ).

 Esiste sempre una relazione tra LA CAUSA da difendere e IL MEZZO impiegato per farlo: fare un disco "tristanzuolo" e scarso così significa ANCHE considerare il problema climatico una Buffonata e un puro pretesto per "far altro"…

La recensione critica duramente l'album 'Rhythms del Mundo', un progetto che unisce star internazionali e musicisti cubani per beneficenza. Viene sottolineata la scarsa qualità musicale e l'uso limitato degli artisti americani, con forti dubbi sull'efficacia della raccolta fondi. L'autore considera il disco un’accoppiata mal riuscita tra musica e cause nobili, preferendo metodi più trasparenti e concreti per aiutare. Scopri la verità dietro l’album e valuta con attenzione prima di acquistare.

 Un disco lezioso, terribilmente sussurrato tendente al moscio... una voce 'pastosa' e decontestualizzata.

 Frankamente imbarazzante, no? Un po' come sentir cantare Nick Cave 'O Mio Babbino Caro' o Bocelli 'Smells Like Teen Spirit'.

La recensione critica l'album 'Songs From The Labyrinth' di Sting, evidenziando come l'esperimento con brani di John Dowland sia poco riuscito. La voce di Sting viene considerata inadatta al repertorio barocco, e l'album risulta lento e noioso. Il recensore punta il dito contro la scelta dell'artista di trasformare le melodie rinascimentali in pezzi pop del 1600, risultando alienante per puristi e fan. Nel complesso, un lavoro sminuito da una realizzazione poco convincente e distante dallo stile originario. Scopri perché questo album di Sting non ha convinto la critica, leggi la recensione completa!

 Il disco non c'è e quello che ci resta in mano è una debole fotocopia ingiallita di un qualcosa che vorrebbe assomigliare a Santana ma che Santana non è.

 Dimentichiamoci la sua chitarra mediterranea e incalzante, quella di una 15ina di anni fa… in questo marchettone trabordante melassa pop la chitarra si sente appena.

La recensione critica l'ultimo album di Carlos Santana, definito una forzatura pop e commerciale che tradisce il caratteristico sound chitarristico dell'artista. Pur con ospiti importanti e mix di generi, l'album appare una debole copia del passato. L'autore esprime disinteresse e frustrazione nei confronti della proposta musicale e della direzione artistica. Scopri perché questo album non convince i fan storici di Santana.

 Il primo pezzo di merda: 'Turn it up' e uno si domanda cose sull’esistenza di Dio.

 Mi rifiuto di considerare 'seriamente' l’intera faccenda e passo direttamente alla fase B tagliando la testa al toro…anzi, alla topa!

La recensione dell'album ‘Paris’ di Paris Hilton è dominata da un’ironia tagliente e una critica schietta alla qualità musicale del lavoro. L'autore mescola sarcasmo e riferimenti alla vita mondana dell'artista, sottolineando la scarsa originalità e il valore artistico discutibile dell’album. Il pezzo si conclude con un’amara riflessione sulla fama e la memoria del lavoro nella storia della musica pop. Scopri la recensione più ironica e dissacrante dell'album Paris su DeBaser!

 Un disco da una gestazione di oltre 10 anni (!), un lavoro notturno, a volte anche plumbeo, nato col tentativo di convogliare un esistenzialismo introverso in una forma-canzone formalmente ineccepibile.

 Per quel che mi occorre mi serve musica più merdosa e questo, tutto sommato, non è così osceno come mi aspettavo: palloso sì ma osceno sarebbe ingiusto!

La recensione affronta con sarcasmo l'ascolto dell'album 'Up' di Peter Gabriel, evidenziandone una produzione raffinata ma una carenza di ispirazione e coinvolgimento emotivo. L'autore esprime noia e qualche critica alle scelte stilistiche, pur riconoscendo momenti interessanti. L'opera è considerata un lavoro maturo e moderno, ma percepito come pesante e troppo introspettivo per il gusto del recensore, che conclude con una nota umoristica. Scopri cosa pensa davvero una critica ironica di 'Up' di Peter Gabriel!

 Ma quanto cazzo dura ancora sto supplizio?!

 E' proprio vero: l'occhio vuole la sua parte, ma l'orecchio ne esige molta di più.

La recensione descrive Endless Wire come un ritorno stanco e poco coinvolgente dei The Who ormai ridotti a un duo nostalgico. L'album si presenta con arrangiamenti banali e una performance vocale debole, risultando noioso e fuori tempo. L'autore ironizza amaramente sullo stato attuale della band, rimpiangendo la loro grandezza passata. Scopri perché Endless Wire non convince i fan dei The Who.

 "Stiamo parlando di un disco ('sto Love) in pratica UGUALE al 70% al materiale già editato in mille salse diverse"

 "Per quanto tempo riuscirò a sopravvivere senza il fantasma dei Beatles?!"

La recensione si mostra critica e ironica verso "Love", l'ennesimo album dei Beatles visto come un'operazione commerciale poco originale. L'autore mette in luce l'invasività del fenomeno Beatles nella cultura pop, descrivendo l’album come un prodotto derivativo e sovraesposto che stanca. La narrazione usa metafore e una storia immaginaria per sottolineare la saturazione e la stanchezza verso i soliti classici riproposti. Scopri la recensione più ironica e onesta su Love dei Beatles!

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