mementomori

DeRango : 6,96 • DeEtà™ : 6881 giorni

 Le liriche ci descrivono una selva oscura e desolata, un paesaggio in cui un'anima perduta vaga nelle dense tenebre di un vuoto spirituale.

 È solo l'inizio di un viaggio.

La recensione analizza l'album 'Where The Long Shadows Fall' dei Current 93 come un'intensa introduzione dark-ambient alla trilogia The Inmost Light. Il brano, unico e lungo, rappresenta un ritorno alle radici sonore della band fatte di atmosfere oscure e spirituali, un percorso che conduce dalla tenebra alla luce. La composizione si basa su campionamenti unici e collaborazioni di rilievo, anticipando il potenziale dei lavori successivi, più ricchi e compositi. Un viaggio sonoro e filosofico che incarna la maturità artistica di David Tibet. Ascolta questa intensa introduzione dei Current 93 e immergiti in un viaggio sonoro unico.

 La selezione naturale li ha dissolti nelle polveri del tempo, anche se esistono ancora e continuano a pubblicare album nel silenzio più assordante.

 La loro musica è talmente originale da non essere catalogabile ma, ahimè, nemmeno dotata di quel tocco di furbizia che avrebbe conferito maggior appeal ad un prodotto di indubbio valore.

La recensione analizza l'album 'Das Tagebuch Der Hanna Anikin' degli Angizia, un progetto musicale austriaco unico che fonde metal, opera e musica classica. Pur riconoscendone l'originalità e l'impegno narrativo, si evidenzia come l'opera rimanga difficile da apprezzare appieno e destinata a un pubblico di nicchia. La musica, benché raffinata e fuori dagli schemi, fatica a emergere e a conquistare un largo seguito, rimanendo un'interessante curiosità per gli amanti del genere più audace e sperimentale. Scopri l'alchimia unica degli Angizia in questo album fuori dagli schemi.

 Kim Larsen rimescola le (solite) carte per dare una lieve (ma necessaria) svolta al suo percorso.

 "Sonnenheim" si lascia ascoltare, e gli amanti del genere faranno bene a non ignorare il lavoro di questo piccolo mestierante.

Sonnenheim è un quarto album di Of The Wand & The Moon che mostra una necessaria evoluzione rispetto ai lavori precedenti, con nuove ispirazioni e contaminazioni sonore. Pur senza innovare radicalmente, il disco offre un ascolto vario e interessante, mantenendo vivo il fascino del folk apocalittico e la passione per le tradizioni nord-europee di Kim Larsen. Le collaborazioni e gli arrangiamenti arricchiscono il sound, evitando lungaggini eccessive e distensioni inutili. Scopri l'evoluzione del folk apocalittico con Sonnenheim di Of The Wand & The Moon!

 Strano, no?, che un album di sano e robusto heavy-metal si apra con una traccia ambientale di trenta minuti.

 Un album con una grande testa ma un corpo troppo piccolo per mantenersi in perfetto equilibrio.

Opera 4th segna la conclusione dell'esperienza con i Violet Theatre per Paolo Catena dopo Death SS. L'album fonde heavy metal classico con sperimentazioni ambient e progressive, evidenziando un dualismo artistico tra tradizione e innovazione. Nonostante alcune imperfezioni nella struttura, l'opera anticipa la carriera solista che consacrerà Chain come figura fondamentale nel metal doom-esoterico. La lunga traccia ambientale iniziale e i brani finali più tradizionali descrivono un percorso creativo ancora in fase di maturazione. Scopri l'evoluzione heavy e sperimentale di Paul Chain con Opera 4th!

 Paul Chain è uno che c'ha perso il sonno per fare musica.

 "Master of All Times" è quindi, fondamentalmente, irrimediabilmente un trip: immagini sfocate, sfumature nero-blu-celesti che volgono inevitabilmente verso lidi misticheggianti.

Master Of All Times di Paul Chain è un album sperimentale registrato in presa diretta, senza chitarra ma ricco di tastiere, flauto e violino elettrico. L'opera miscela improvvisazione, atmosfere mistiche e sonorità prog anni '70, offrendo un viaggio musicale fluido e visionario. Nonostante la sua grande produzione, Chain si distingue per l'approccio libero e anticonvenzionale dell'underground. L'album si rivela un trip sonoro che affonda nell'anima dell'artista e nel suo amore per la musica fuori dagli schemi commerciali. Ascolta ora Master Of All Times e immergiti nel viaggio sonoro di Paul Chain!

 IMPROVVISAZIONE è la parola chiave per comprendere la carriera solista di Paul Chain.

 Un ottimo brano, psichedelico e potente, che nonostante la sua estenuante lunghezza, gira bene nello stereo senza creare quel senso di scompenso.

Il doppio album 'Violet Art of Improvisation' di Paul Chain rappresenta la fase di transizione del musicista dall'horror metal al psyco-doom e alla sperimentazione sonora. Il primo disco è caratterizzato da improvvisazioni rock ruvido e psichedelico, mentre il secondo evidenzia una maggiore maturità e un uso intenso di tastiere e sintetizzatori. L'opera è un manifesto creativo che esprime l'originalità e il talento di Chain, capace di unire heavy metal, elettronica e atmosfere mistiche in un viaggio sonoro unico e coinvolgente. Scopri ora l'affascinante evoluzione musicale di Paul Chain in 'Violet Art of Improvisation'!

 «Un metal tributario delle tradizioni settantiana ed ottantiana, pervaso da inquietanti visioni dark e da un misticismo che ha subito permesso di accostare il nome di Di Donato a quelli dei protagonisti della grande tradizione dark-metal italiana.»

 «Se quindi da un lato finiamo per registrare l’affievolimento del potere evocativo tipico della visione artistica di Di Donato, non possiamo dall’altro non sogghignare soddisfatti innanzi ad un buon album di heavy metal, sì classico, ma sul quale riluce lampante la firma di uno dei più grandi autori del metal nostrano.»

Abbatia Scl. Clementis è il secondo album di The Black, guidato da Mario Di Donato, che propone un heavy metal italiano più compatto e potente rispetto al passato, con influenze doom ridotte e richiami al power metal teutonico. L’album unisce tecnicismi chitarristici, recitato in latino e suggestioni mistiche legate all'abbazia da cui trae il nome. La recensione sottolinea la solidità compositiva e la personalità dell’artista abruzzese, punto fermo nel metal nostrano. Scopri l'intensa esperienza metal di Mario Di Donato con Abbatia Scl. Clementis!

 Il panettone con la cioccolata è una soluzione che rasenta una perfezione talmente astratta che, nella sua ruffianeria, può anche prestare il fianco alla critica.

 È impossibile non rimanere esterrefatti innanzi al potere visionario di un artista che, armato di chitarre e sintetizzatori, pittura uno scenario che ci riporta direttamente a riti ancestrali.

La recensione analizza In a Dark Tongue, il secondo album di Harvestman di Steve Von Till, evidenziando una forte fusione tra drone, folk, space rock e stoner. Pur apprezzando l'abilità tecnica e l'atmosfera ancestrale, emerge una certa ripetitività e scarsità di idee originali. L'opera risulta sincera e coerente con il percorso solista dell'artista, sebbene non lavori al massimo della sua creatività. Consigliato ai fan del genere e di Von Till. Scopri l'affascinante viaggio sonoro di Harvestman, ascolta ora In a Dark Tongue!

 Un capolavoro senza se e senza ma.

 Un artista maledetto alle prese con la propria morte, un percorso che guarda all’Aldilà al passo fiero di un country epicheggiante e morriconiano.

Pop Crimes è l’album postumo di Rowland S. Howard, realizzato durante la malattia terminale dell’artista. Un lavoro intenso e personale, immerso in atmosfere post-punk, rock e country oscuro. La recensione ne sottolinea l’unicità e la sincerità, esaltando l’interpretazione vocale e le atmosfere malinconiche. Un capolavoro che emoziona gli amanti del genere e offre un viaggio nell’anima tormentata di un musicista maledetto. Ascolta Pop Crimes e scopri la potenza artistica di Rowland S. Howard.

 Peaceful Snow è dunque un album gelido, una piatta distesa innevata, senza alberi né abitazioni.

 Pearce passeggia in una necropoli di ghiaccio, ove si possono incontrare fantasmi, persone scomparse e perfino cadaveri.

La recensione valuta Peaceful Snow dei Death In June come un album che mostra una decadenza creativa di Douglas P., con atmosfere gelide e suggestive ma brani spesso inconsistenti. La collaborazione con Miro Snejdr dona eleganza pianistica, ma non rianima la sostanza compositiva. Un lavoro intimo e introspettivo, segnato dalla stanchezza e dall'isolamento, che tuttavia conserva alcuni momenti intensi e toccanti. Scopri Peaceful Snow, un viaggio suggestivo nell’anima di Death In June.