The Format hanno tirato fuori uno dei migliori dischi dell'anno!

 "She Doesn't Get It" può fregiarsi della palma di "singolo perfetto": tempo molto up, arpeggio di chitarre in apertura, crescendo della melodia, ritornello da cantare a squarciagola.

Dog Problems dei The Format emerge come uno dei segreti meglio custoditi dell'indie-pop del 2006, con brani vari, arrangiamenti raffinati e una forte componente emotiva. L'album si distingue per la sua capacità di combinare suoni dance wave anni '80 con atmosfere da musical, offrendo pezzi ballabili e melodie memorabili. Pur presentando qualche traccia meno ispirata, il disco mantiene un alto livello complessivo, riuscendo a coinvolgere e appassionare. Ascolta The Format e lasciati conquistare dall'indie-pop coinvolgente di Dog Problems!

 "Ironica, un po' psichedelica, un po' omaggio all'easy listening anni '60, un po' magica. Totalmente pop."

 "Non c'è un suono sgraziato in tutto il disco: è tutto perfetto, un po' circolare, ma perfetto."

Tower Of Love è il debutto di Jim Noir, giovane musicista inglese che unisce con ironia e maestria sonorità pop anni '60, psichedelia e tocchi elettronici moderni. Il disco si distingue per arrangiamenti curati, testi semplici ma efficaci e melodie che rimangono impresse, seppur con qualche momento meno brillante. Un lavoro consigliato agli amanti della pop music nostalgica e creativa, capace di evocare atmosfere Beatlesiane senza risultare un semplice omaggio. Ascolta Tower Of Love di Jim Noir e immergiti nel pop tra nostalgia e ironia!

 La ricetta di questi circa 50 minuti di buona musica è semplice: Kori Gardner e Jason Hammel, due voci che cantano e si controcantano, condite con suono d'organo a profusione.

 Il trucco sta nello sparare l'organo ultra distorto ed il groove è assicurato, provare per credere.

La recensione celebra Bring It Back di Mates Of State come un album pop rock vario e piacevole, caratterizzato da un duo marito e moglie e dall'uso coraggioso dell'organo al posto di basso e chitarra. Le canzoni risultano catchy e ballabili, con una scrittura semplice ma ricca. Pur evidenziando qualche limite nell'uso della batteria, il disco garantisce groove ed energia ed è davvero coinvolgente. Ascolta Bring It Back per un pop rock originale e coinvolgente!

 Quando cinque artificieri così bravi da costruire un tale congegno riescono a fare un tale sfacelo nelle mie sinapsi è sempre un piacere!

 Inutile dire che vada ascoltata a volume dannatamente elevato, per la gioia dei vicini di casa e della vostra testa che non smetterà di oscillare a tempo.

Il secondo album del quintetto di Vancouver, uscito nel 2003, è considerato il migliore della band. 'Life Through One Speaker' combina melodie pop d'autore con accenni post-rock, valorizzato dagli intrecci vocali di Paul Pittman e Lucy Brain. I brani sono arricchiti da arrangiamenti variegati e da un'intensa attitudine indie che regala un ascolto piacevole ed emozionante. Tra i momenti più riusciti si segnalano 'In This Atmosphere', 'One False Move' e la struggente title track. Ascolta ora Life Through One Speaker e lascia che la musica ti coinvolga!

 Alzano la voce, ma non gridano. Sussurrano, ma non mugugnano.

 Questo disco ha il potere catartico di portarsi via come un fiume placido tutte le tensioni accumulate nel corso della giornata.

Everything All The Time è il raffinato debutto dei Band Of Horses, un album indie rock dalle atmosfere sospese e malinconiche. Le melodie delicate bilanciano pezzi più energici, creando un ascolto coinvolgente e mai banale. L'equilibrio tra voce e strumenti genera un effetto catartico, perfetto per momenti di introspezione. Nonostante non innovi il genere, si distingue per la sua coesione e intensità emotiva. Ascolta ora 'Everything All The Time' e lasciati trasportare dalle atmosfere uniche dei Band Of Horses.

 E questa è l'unica cosa positiva che si possa dire sul suo conto.

 Per descrivere quanto sia patinato e smussato questo disco devo necessariamente ricorrere ad una cruda analogia: è come una vergine con 3 imeni griffati Prada.

La recensione critica dell'album 'Dying To Say This To You' dei The Sounds evidenzia una produzione troppo patinata e banale. La voce della frontwoman Maja Ivarsson, pur accattivante, è limitata e le canzoni risultano scontate e poco originali. Alcuni brani sono risparmiati da un giudizio totalmente negativo, ma nel complesso l'album non convince e rischia di rimanere solo una curiosità nostalgica anni '80. Scopri se sei d'accordo con questa sarcastica recensione dei The Sounds!

 Jenny Owen Youngs è 'Singing Sweet And Drinking Hard Since 1981'.

 'Fuck Was I' da sola vale 5 stelle, il resto del disco un 3,5.

L'album d'esordio di Jenny Owen Youngs presenta un indie pop cantautorale con influenze folk e jazz. Il suono è dominato da ballate intime e testi ironici che esplorano le relazioni interpersonali. Brani come 'Fuck Was I' spiccano per atmosfera e profondità emotiva, mentre l'intero disco mostra un potenziale promettente per la crescita artistica futura. Ascolta Jenny Owen Youngs per scoprire un indie pop autentico e intrigante!

 La voce di Carey Mercer è sostanzialmente quella di David Bowie che imita David Sylvian, ma subito dopo lascia spazio ad un esagitato predicatore di strada da cabaret un po' in acido.

 Questa non è musica che punta all'intrattenimento, ma si insinua nella coscienza già dal primo ascolto nonostante sia d'acchito ostica.

The Golden River dei Frog Eyes si distingue per un indie musicale intenso e poco convenzionale, guidato dalla voce unica e nevrotica di Carey Mercer. L'album combina chitarre, piano e una batteria estemporanea in un mix che cattura l'ascoltatore in un viaggio emotivo. I testi criptici e il cantato declamatorio creano un'atmosfera misteriosa e coinvolgente, lontana dall'intrattenimento commerciale. Un disco che richiede attenzione e apre a un'immaginazione fantastica e spaesata. Ascolta The Golden River e lasciati catturare da un indie unico e coinvolgente.

 Se la risposta è “Sì”, state lontani da questo disco.

 Canzoni dalla perfetta struttura pop, che pare l’abbia scritte Brian Wilson primo periodo.

La recensione celebra l'album 'Let Me Introduce My Friends' di I'm From Barcelona per il suo indie pop lo-fi solare e accessibile. Viene enfatizzato l'uso di coretti, xilofono e falsetti, in uno stile semplice ma efficace, paragonato a Brian Wilson. Il testo invita chi ama queste sonorità spensierate e immediate ad ascoltare con piacere il disco. Ascolta subito l’album se ami l’indie pop vivace e solare!

 La tradizione contadina mi insegna che del maiale non si butta via niente.

 Gore Veil è assolutamente catchy con quell’incedere cantilenante sorretto da un organetto. Non riuscirete a non battere il tempo e fischiettare la melodia.

La recensione esalta Porcella, album dei The Deadly Snakes, per la sua originale fusione di soul, garage rock e influenze sixties. Il suono personale e gli arrangiamenti ricchi di fiati e organo creano un'atmosfera intensa e coinvolgente. Nonostante testi non sempre leggeri, i brani risultano sempre fruibili e trascinanti. Il disco è definito particolare ma di alta qualità, con un forte carattere che lo distingue. Scopri l'anima soul e garage di Porcella, l'album da non perdere dei The Deadly Snakes!

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