pier_paolo_farina

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 Il loro poprock/rhythm&blues accessibile e melodico si reggeva sull’oculata scelta delle cover, sull’efficacia della trasposizione delle stesse per tre voci tutte importanti e rigogliose.

 Ce la facciamo a reggere un’altra decina di svelte rece sulla “Notte da tre cani”? Ma certo che si.

La recensione analizza l'esordio dei Three Dog Night, sottolineando la struttura insolita del gruppo con tre cantanti e un repertorio prevalentemente di cover scelte con cura. Vengono messe in luce le migliori interpretazioni dell'album e l'abilità nel valorizzare autori come Nilsson, Newman e Neil Young. L'energia del trio vocale e la varietà delle cover rendono il disco una perla del pop rock anni '60. Riscopri l'album che ha dato voce a tre frontmen e rivoluzionato le cover pop-rock!

 Randy Newman canta questa parola, nigger, ora negletta, in "Rednecks", una delle sue composizioni preferite.

 Bisogna proprio immergervisi, concentrarsi un poco, testi alla mano e disponibilità verso suoni per niente rock e decisamente pre-sessantottini.

La recensione approfondisce Good Old Boys di Randy Newman, un album del 1974 caratterizzato da ironia e malinconia. Newman critica la mentalità ristretta del Sud USA e le ipocrisie sociali, con testi forti e toccanti. Il disco richiede attenzione e concentrazione, grazie a un sound classico e arrangiamenti raffinati. Pur non ideale come sottofondo, rivela la genialità del cantautore californiano e il suo talento unico. Scopri il talento unico di Randy Newman immergendoti in Good Old Boys!

 Il rustico compositore e cantore con accento Dylaniano Hunter e il brillante chitarrista ed arrangiatore Ronson erano fatti per stare insieme.

 Un saggio di espressività, pacatezza, musicalità, malinconia per una vita che se ne sta andando a poco a poco, la sua.

Yui Orta è l'unico album formale realizzato come duo da Ian Hunter e Mick Ronson, un lavoro ricco di varietà sonora e emozioni sincere. La recensione lo descrive come un omaggio toccante di Hunter al suo amico Ronson, ormai malato, sottolineando la complementarità artistica e la qualità impeccabile del disco. Tra glam, rock blues e hard gospel, l'album spicca per la sua profondità e la capacità di raccontare un'amicizia e un'epoca musicale. Scopri il tocco unico di Hunter e Ronson in Yui Orta, un capolavoro senza tempo da ascoltare subito!

 Il brano che apre l’album è in ogni caso progressivo al 101 per cento, uno strumentale di oltre dieci minuti firmato Rod Argent.

 Nessuna post-produzione presente, errori e incertezze sono compresi nel prezzo e rendono l’ascolto più appetibile.

La recensione analizza 'Encore', album live del 1974 degli Argent, sottolineando l'equilibrio tra rock progressivo e hard rock. Brani come 'The Coming of Kohoutek' e 'God Gave Rock'n'Roll to You' illustrano al meglio la versatilità del gruppo. L'assenza di post-produzione dona autenticità all'ascolto. Un disco imprescindibile per gli appassionati del rock vintage con qualche concessione pop. Ascolta l'autentica energia live degli Argent con 'Encore' e rivivi il rock degli anni '70!

 «Una cover di Bob Dylan stravolta in meglio, diciamo pure autenticamente rivoltata come un calzino.»

 «Solar Fire sa di vecchi tempi (migliori) e della relativa libertà artistica che essi si portavano dietro.»

Solar Fire del 1973 segna il ritorno in grande stile di Manfred Mann's Earth Band nel panorama progressive rock, con un'incisiva reinterpretazione di Bob Dylan. L'album combina lunghe tracce strumentali ricche di assoli e sperimentazioni sonore, ricordando la libertà creativa degli anni '70. Tra brani vocali e strumentali, spiccano atmosfere evocative e tecniche musicali raffinate. La versione CD include una controversa ma breve versione singolo di Father of Day. Ascolta Solar Fire per immergerti nell'epoca d'oro del progressive rock!

 L’ormai ottantacinquenne Mingardi è un valido bluesman bolognese della primissima ora.

 C’è da tenersi la pancia dal ridere, ma chiaramente bisogna conoscere quel dialetto, ricchissimo di parole autoctone.

Andrea Mingardi, veterano bolognese del blues, è al centro di questa recensione dedicata al suo album del 1974. Pur avendo tentato la fortuna nel pop e a Sanremo, Mingardi rimane rispettabile nel blues e sorprendente nella comicità in dialetto bolognese. L'album presenta brani esilaranti e una forte impronta ironica, con testi ricchi di espressioni locali. Il pezzo 'A io' vest un marzian' è considerato un capolavoro umoristico ancora memorabile. Scopri l’ironia e il blues autentico di Andrea Mingardi in questo album storico!

 Una delle eccellenze di Bulgaria sono in effetti queste aggregazioni vocali di donne, finanziate direttamente dal governo perché patrimonio nazionale.

 Dove la politica e l’ignoranza non riescono, la musica invece ha successo nel far incrociare diverse etnie, differenti orecchiabilità, lontane ma radicate tradizioni.

La recensione celebra la bellezza e la complessità dei cori femminili bulgari, focalizzandosi sull'ensemble Angelite e le sue collaborazioni con musicisti etnici russi. Viene sottolineata la disciplina, l'intensità emotiva e l'unicità di questa musica, una vera esperienza culturale che trascende le barriere linguistiche e territoriali. Viene inoltre evidenziato il valore del patrimonio musicale nazionale bulgaro e il fascino delle esibizioni dal vivo. Ascolta ora The Bulgarian Voices Angelite e scopri la magia dei cori bulgari!

 Con questo contributo di fine secolo scorso la Sezione Ritmica di Atlanta mette fine alla sua attività in piena efficienza.

 Decine di loro brani sono con l’asterisco nella mia personale colonna sonora di vita, e decine di assoli di Barry Bailey sono in bella evidenza nella lunga sequela dei miei preferiti.

L'album 'Eufaula' del 1999 segna la fine della produzione inedita degli Atlanta Rhythm Section, una leggenda del southern rock. Sebbene alcune canzoni storiche vengano riproposte in versioni più soft, l'album presenta nuove tracce di qualità e dimostra classe e mestiere. La recensione evidenzia il valore artistico della band e il loro impatto nel genere, ricordando il contributo di membri storici ormai scomparsi. Un grazie sentito ai musicisti e alle loro pietre miliari. Scopri ora l’ultimo capolavoro degli Atlanta Rhythm Section e rivivi il southern rock classico!

 La classe, se possibile, è ulteriormente aumentata i suoni son perfetti e le performance vocali e strumentali altrettanto.

 La musica di questa formazione continua ad essere deliziosa, cosí come le loro copertine.

In occasione del venticinquesimo anniversario della Atlanta Rhythm Section, Partly Plugged offre un mix di brani inediti e reinterpretazioni acustiche dei loro classici. L’album mostra una band matura ma ancora capace di prestazioni di qualità con suoni curati e performance vocali efficaci. Le nuove canzoni elettriche aprono il disco con vari stili, mentre i classici riproposti unplugged confermano la loro eleganza senza tempo. Un lavoro che celebra la continuità artistica di una band storica del rock. Scopri l’eleganza rock di Atlanta Rhythm Section con Partly Plugged!

 La più fulgida delle quali s’intitola “I Ain’t Much”: rotola sapiente e suggestiva dal primo all’ultimo secondo.

 Solo quattro stelle, ma è un episodio. Verranno nuovi grandi album, anche se purtroppo la popolarità della band prende d’ora innanzi una china discendente.

The Boys from Doraville degli Atlanta Rhythm Section è un album del 1980 che mostra un leggero passo indietro rispetto ai lavori precedenti, ma contiene ancora gemme musicali di grande valore. La voce di Ronnie Hammond e la chitarra di Barry Bailey spiccano in un disco ricco di melodie calde e vibranti. Nonostante un calo nelle vendite e la pressione della New Wave, il disco mantiene fascino e qualità. La band affronta una fase di minor successo, ma rimane degna di nota nel panorama southern rock. Scopri l'anima southern rock di Atlanta Rhythm Section con questo album imperdibile!