"... E a montare l'asino c'è rimasto Dio, il diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido..."
Appoggiato ad un vecchio muro, a Campo Pisano, vicino al mare ma non troppo, in una giornata di sole che va e viene, col sale sulle labbra che ti fa venir voglia di bere, se fosse possibile un bicchierino di quello buono, se si trovasse... Voglia di lavorare saltami addosso... Mi sa che scendo fino a San Lorenzo, mi sa... E' quasi l'ora di incontrarti...
"... Alla fontana dei colombi, nella casa di pietra..."
La piazzetta è messa in un posto da cartolina e a volte ci vengo a leggere, per stare tranquillo e non farmi disturbare da nessuno... si sentono solo i rumori delle case e delle madri che sgridano i figli... c'è una puzza di pesce marcio che ti lascio dire, con le case dietro alte otto o nove piani e una discesa che arriva dritto dritto alla Marina, di sotto si vede un po' di porto e, finalmente, un po' di mare davanti.
Bambini che giocano, si rincorrono e cantano, un po' in italiano e un po' in arabo, ma "O belin" lo dicono già in genovese.
"... Il mio piccino, il mio, il mio... labbra grasse al sole d'estate..."
Mi muovo scansando un carretto pieno di ferraglia spinto da un magrebino e due gatti che han voglia di divertirsi con un topolino che tengono per la coda, ci giocano un bel po'. Tengo la mano davanti agli occhi per fermare il riverbero del sole e sto attento a non rompermi una caviglia nell'acciottolato. Da un angolo si vede, giù di sotto,il vecchio mercato del pesce, ora vuoto. E' lì che giravano De Andrè e Pagani, nell'ottantatré, con un revox a quattro piste per registrare i rumori e le voci dei pescivendoli che gridavano le bellezze dei pesci da vendere, sui banconi.
",,, Acciughe e cozze della Spezia... guardate che roba..."
Da un momento all'altro cambia tutto e in un vicolo ti par d'essere nel trecento, il vicolo dopo ti trovi in mezzo tra due spacciatori e due drogati coi soldi in mano. Cerchi d'andar più veloce e velocemente sei già a San Giorgio, si sente l'odore dello stoccafisso della Sciamadda, meglio continuare. All'angoletto dei Giustiniani ti s'apre davanti il mondo d'oggi a braccetto con quello vecchio, tanta gente che si ferma a guardare il pesce sul bancone di un pescivendolo e, vicino, in un vicolo nascosto, una puttana, con gli occhi disperati, seduta su di uno scalino...
"... Padrone della corda marcia d'acqua e di sale che ci lega e ci porta in una crosa di mare..."
Si sente parlare di tutto, arabo e spagnolo, inglese e calabrese, e tutte le lingue hanno la stesa dignità. Mi sembra proprio che sia questo il mondo sognato da De André, per niente perfetto e anche puzzolente, così diverso dal suo, figlio d'Albaro, pulito di sapone di Marsiglia e sporco di sangue e di sudore, come dovrebbe essere il mondo e non come te lo mostrano in televisione...
Siamo in un posto di parole e di sguardi, di grida e spintoni, siamo nell'ombelico del mondo, e i colori della pelle non significano poi così tanto, contano più i modi di guardare e di farsi capire.
E la faccia che hai attaccata al collo.
"... Facce da tagliaborse, quelli che della spigola preferiscono l'ala..."
Se, poi, attraversi San Lorenzo, ti trovi in un'altro tipo di vicoli, e più t'avvicini a Campetto o a Luccoli più t'accorgi che anche nella città vecchia ci sono delle differenze, cambiano anche i negozi e la società si divide anche qui, poveri e ricchi convivono, però, al mattino e alla sera, scambiandosi informazioni sul tempo e critiche al Genoa...
E' qui, dietro, c'è il regno del piacere, dalla Maddalena a Pré è tutta una bagascia, di tutti i colori, bianche, nere, gialle, abbronzate... e se guardi bene mica tutte sono donne, no, no, quella lì ha un filo di barba... ma quale Deborah, Alfonso, tutt'al più... andiamo avanti... però, belin, che cosce... Perfino un ragazzino di dodici anni si gira, ha capito dov'è che gira il mondo...
"... E a questo dondolare di cosce e di tette, che fanno strepiti anche i più piccoli..."
Fine del giro, siamo davanti alle bruttissime costruzioni dell'Acquario, modernissime, scignurìa, ma servono anche quelle, portano soldi e turisti, e si sa che la salute senza soldi è già una mezza malattia... e questo angoletto di porto e di vicoli è cambiato molto, tutto pulito e nuovo che sembra che lo lucidino a tutte le ore, carabinieri e soldati che girano parlando tra loro e senza voglia di far niente, gioventù al telefonino e africani pieni di tutto il bendidio.
E poi ci sei tu, che mi aspetti da un quarto d'ora, davvero alterata, hai già capito che ho allungato il giro per vedere questo accidente d'un luogo dell'anima che è la parte vecchia della mia città, quella che mi piace di più.
Ma mai quanto mi piaci tu, si capisce, e ora devo farmi perdonare.
"... Per poter baciare ancora Genova, sulla tua bocca di naftalina..."
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