In quarta di copertina:

Stoner parla di resistenza ed è tra i migliori romanzi per tempi incerti che mi sia capitato di leggere. E questo, il nostro, è un tempo incerto”.

(Paolo Giordano, fisico e scrittore italiano, scrisse il suo primo romanzo nel 2008 ovvero “La solitudine dei numeri primi”)

Attenzione inizio spoiler:

Una morbidezza lo avvolse e un languore gli attraversò le membra. La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la potenza. Era se stesso, e sapeva cosa era stato.

Fine spoiler, ehm, copiato dalle ultime pagine del romanzo, mentre già la morte lo seduce (a William Stoner) accompagnandolo nell’eternità…

Ok, cercherò d’esser breve per non annoiare soprattutto.

William Stoner a sei anni già mungeva le vacche, dava da mangiare ai maiali e raccoglieva le uova delle galline...

A diciott'anni finì gli studi superiori continuando a dare una mano a suo padre nei campi...

All'improvviso tutto cambiò dopo una visita dell'Ispettore della sua Contea...

S'iscrisse ad Agraria per meglio aiutare il padre e se stesso nel lavoro a cui sembrava esser predestinato...

Non andò come previsto in famiglia poichè si senti come trascinato verso una vocazione differente ed inattesa...

La letteratura e la professione di docente, l'assorbirono per il resto della sua nuova vita, a cui non mancarono esperienze lontanissime da quello che tutti (lui compreso) si aspettavano da lui…

Lascia senza fiato, questa sua vita raccontata in poche pagine che ci trascinano in quel mondo agli inizi del secolo scorso e attraversano un paio di guerre, le ultime grandi, dove si legge di poesia, di amicizia, di sesso coniugale (poco e fatto male) & sesso extraconiugale (fatto come si deve), di tenacia nonostante certe cattiverie del mondo accademico, del rapporto filiale mai o mal costruito, di psicologie, di morte…

Personalmente ho fatto fatica ad interrompere la lettura quelle cinque ob sei volte che ho dovuto chiudere il libro… e niente.

p.s. questo libro mi è stato regalato nel dicembre 2018 per il mio compleanno da Chiara, mia nipotina, divenuta Dottoressa un paio d’anni fa in qualcosa che ha a che fare con la neurologia e la psicologia, ogni volta che ci vediamo (tipo una o due volte l’anno) le chiedo sempre “ma in cosa ti sei laureata di preciso?”…


  • Stanlio
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    n.b. la resistenza di cui parla la seconda riga non è quella partigiana o simili, no, niente a che vedere, bensì è un resistere ed un persistere per esistere nella vita...
  • Tucidide
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    Williams ci sa fare.
  • G
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    aggiunta al "da leggere"
    • G
      15 feb 19
      Chiara probabilmente si occupa di malattie neurodegenerative
    • Stanlio
      15 feb 19
      Ho capito capo, ehm, dovrò ridomandarglielo per l'ennesima volta ma ho come il sospetto che se è come ipotizzi tu, andrà a finire che dovrò sottopormi ad una sua visita per assicurarsi che non vi sia una di quelle malattie neurovegetative in atto che mi sta corrodendo la memoria a breve termine...
  • Bartleboom
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    E' un libro che ha tutte le caratteristiche per non piacere o, come minimo, per annoiare a morte il lettore. Perchè, a ben vedere, tutto viene anticipato ed esaurito (oggi si direbbe "spoilerato") nelle prime 20 righe del romanzo. Il protagonista non ha nulla di davvero affascinante. Non gli capita nulla di davvero avvincente. La scrittura non ha dei picchi stilistici particolari. Eppure non si riesce a fare di meno di prendersi a cuore le vicende di questo uomo "normale", che ogni volta che è sul punto di raggiungere la felicità, ne viene allontanato dalla vita. E' la meravigliosa storia di un perdente, che a ben vedere non fa nulla per riscattare la propria condizione, ma a cui non si riesce non volere bene.
    • musicanidi
      15 feb 19
      Invece di perdente, metterei la parola “inetto” (che fa molto più figo e molto più Svevo)
  • musicanidi
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    Appena finito di leggere...è in libro che scorre lento e inesorabile come un fiume. Se ti lasci trasportare dalla corrente, potrai apprezzare i mille scorci che le rive regalano...è la banale storia di una vita qualsiasi, un bellissimo acquarello sbiadito della nostra vita.
  • Recensione: Opera:
    E io che pensavo che lo Stoner fosse un (sotto)genere finto-rock-free-jazz-punk-inglese moderatamente chiassosetto.
    Ottima segnalatio per un libro che (probabilmente) mai leggerò.
    Ammenoché non me lo regalino: al Suo contrario [io] non ho nipotine-dottoresse laureate in (AB)qualcosa.
    • Stanlio
      15 feb 19
      E che razza di nipotine (Lei pensatore di Stoner-finto-rock-free-jazz-punk-in glese-moderatamente-chiassosetto) ha?
  • IlConte
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    Barteboom e musicanidi hanno detto perfettamente. (In apparenza) un libro che non dovrebbe appassionare con storia (apparentemente) piatta e priva di (apparenti) slanci emotivi... per me poi figuriamoci. E invece ti cattura. L’avevano regalato pure a me è non volevo neppure leggerlo...
  • odradek
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    Rimasi piuttosto deluso, visto l'alone di piccola grande "scoperta" che lo circondava all'uscita. Non una lettura inutile, ma se dovessi appioppargli un voto, farebbe fatica a superare il 3,5. Non ho nemmeno voglia di stare ad argomentare, e forse nemmeno ci riuscirei, che lo ricordo a malapena. Anche se credo di aver capito, all'epoca, perché piacque tanto.
    • Stanlio
      15 feb 19
      No no, ti capisco e mi fa piacere che tu non lo ritenga una lettura inutile, e il tuo voto ci sta benissimo, però su di questo ehm, "loser" come l'appellavano Bartyboy & Musodacani più sopra ci vedrei un bel film girato come si deve da un regista convinto...

      p.s. ma perchè all'epoca piacque?
      ehm, di quale epoca si tratta, questa o quella precedente...?
  • lector
    15 feb 19
    Recensione: Opera:
    C'è stato un momento (chissà perché) in cui presero a regalarmi libri e romanzi sulla scuola, io - di mio - mi misi a cercare quello che mancava. Mi sono, così, ritrovato fra le mani cose come "Il maestro di Vigevano" o "I turbamenti del giovane Törless", "La classe" (di Bégaudeau) o "Rumore Bianco" di De Lillo e tanti altri; ho - così -scoperto che (tralasciando la saggistica pedagogica) la grandissima parte di quei libri non parla, davvero, di scuola
    Tra questi, naturalmente, c'è anche "Stoner". Il libro, nei momenti migliori, è gelido, chirurgico; ma Stoner (che in certi punti mi ricorda Charles Bovary) è solo per caso un professore.
    A chi interessa il "sottogenere" consiglio vivamente "Ehi, prof", di McCourt.
    "Stoner" è, comunque, una bella lettura
    La recensione è un po' "reticente", ma è il tuo stile....
    • Stanlio
      15 feb 19
      Grazie Lec, lo trovo un complimento muy azzeccato!
      Quel "Ehi, prof" mi attira non poco...
  • marcoantonio
    17 feb 19
    Recensione: Opera:
    Finito di leggere la settimana scorsa. Quella che potrebbe sembrare la cronologia di una ordinary man in realtà riesce ad avvincere grazie alla stoicismo del protagonista che con una calma invidiabile e anacronistica per i nostri giorni riesce a resistere agli imprevisti della vita che quindi diventa tutt'altro che noiosa. Alla fine non puoi che affezionarti al caro docente universitario solo apparentemente vulnerabile.
  • Mr Funk
    18 feb 19
    Recensione: Opera:
    Capolavoro, una delle letture più belle degli ultimi anni.
  • Bubi
    25 mag 19
    Recensione: Opera:
    L'avevo comprato cartaceo, ma per vari motivi è in una scatola. Però sono iscritto ad audibile, così l'ho ascoltato. Non ho molto da aggiungere alle recensioni positive che ho visto sopra, sono sostanzialmente d'accordo. Anche la vita di un antieroe può essere raccontata con garbo e risultare piacevole.

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