Andiamo subito al dunque. Alla traccia numero tre Donna Sumeria.
Un incipit di claustrofobica disco-music con il ritmo che cresce, il basso si instaura pesante e lento, senti che qualcosa sta per cambiare che quella chitarrina punk-funk se ne andrà ed al suo posto vi saranno migliaia di pugni nello stomaco ben assestati senza pausa, e poi quell’urlo con una voce ricchissima di pathos e coinvolgente, quell’urlo che ti apre il cuore! Ma non è finita qui: tra chitarre schizofreniche ed il lento magmoso incedere del basso arrivano brevi coretti da far impallidire i migliori artigiani brit, poi finiscono anche loro e già era una canzone da orgasmo multiplo non fosse che i nostri mostri di bravura non contenti vanno a concludere con un delirante amalgama ossessivo spigoloso e terribilmente fisico! I punti esclamativi qui si sprecano…
Da sola Donna Sumeria vale tutti i gruppi nuovi messi insieme.
E ti confondi, non capisci. Questo The Obliterati è un disco del 2006 ed è suonato da quattro quarantenni, eppure è freschissimo, ha migliaia di cose da dire e centra sempre il bersaglio, dall’inizio alla fine. I Mission Of Burma sono una delle leggende meglio conservate del post-hardcore/noise americano: attivi a inizio eighties sfornano appena due album ed una manciata di ep. Tornano in questo nostro angusto ed incerto 2006 per sfornare un capolavoro. Una pietra più che miliare, direi un pilastro per tutto il rock alternativo a venire.
Già i quasi sei minuti di Donna Sumeria sono una sintesi esaustiva ma ascoltate attenti anche il lirismo estremo ed angosciato di 13 oppure (quale migliore porta d’ingresso) i Beatles virati in overdrive dell’iniziale 2wice.
Tutti i pezzi sono viscerali e feroci, prima ti accarezzano e poi ti colpiscono violenti, ti fracassano mascella e sinapsi. Persino il pezzo più pop, anzi power-pop, cioè Man In Decline, nasconde un animo mannaro ed aggressivo.

Da emozionarsi per tutti i cinquanta minuti del disco, non c’è un pezzo che sfiguri. Ecco il regalo più bello di questo 2006 musicale, un disco importante ed autorevole.
Probabilmente il disco dell’anno. Ma non solo…

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