2001: sono passati due anni da "Showbiz", l'album di debutto dei Muse, che riscontrò un buon successo di pubblico e critica ma fu definito troppo simile a "Ok Computer" dei Radiohead. È tempo di un nuovo capitolo, e a giugno esce "Origin Of Symmetry", album in cui la band "cresce" e tenta di smentire le critiche secondo cui non è altro che il clone dei RH.

L'apertura è affidata a "New Born", che mi ricorda a tratti "Sunburn" dell'album precedente: apertura al piano in stile ninna nanna, poi (novità) la chitarra iper-distorta dà inizio a una seconda parte più casinista. Dopo sei minuti di furia, ecco "Bliss", brano piuttosto elettronico con synth a manetta, che rivela nuove influenze per il gruppo: Bellamy ha dichiarato che è ispirata alle sonorità dei Depeche Mode. Dopo ascoltiamo "Hyper Music", super arrabbiata, dove Bellamy su schitarrate parla della solitudine.

Ecco "Plug In Baby", uno dei brani più famosi del gruppo, un distorto rock con tracce di elettronica, molto particolare.  Poi "Space Dementia", uno dei brani che meglio riassume i Muse: è infatti un rock sinfonico, con un piano che fa molto musica classica in introduzione per poi evolversi in un rock furioso e chiudersi in una coda iper-psichedelica e interminabile. È piuttosto composita, ma mai quanto "Citizen Erased", che è il brano più alla Radiohead dell'album: è chiaramente ispirata a Paranoid Android. Comprende infatti tre parti, per 7'19'' di durata: l'apertura è heavy, con schitarrate violente, poi mano a mano ci si calma, fino alla terza parte che è un lentone più calmo, quasi un soft rock.

Effetti elettronici collegano questa traccia a "Micro Cuts", forse la più arrabbiata dell'album. Qui Bellamy sfoggia un falsetto pazzesco, arrivando alle note più alte mai registrate da lui (Sol5), il tutto con schitarrate e un ritmo complicato (si alternano battute da 4/4, 2/4 e 3/4). Partono poi gli ultimi quattro brani dell'album, forse un po' meno trascinanti: dal flamenco di "Screenager", che mi ricorda i Pulp, alla schizofrenica "Darkshines", poi la super cover di "Feeling Good", ottima (il gruppo ha trasformato un brano swing -sentire la versione di Michael Bublè- in un dark-heavy-blues-rock). Chiude il tutto "Megalomania", un brano dove lo strumento dominante è un organo da chiesa (che pur essendo molto distante come sonorità ha ispirato "Fix You" dei Coldplay- così ha detto Chris Martin).   

E ora... due appunti finali: l'album è uscito in America soltanto nel 2005 a causa del divorzio della band con l'etichetta americana Maverick, la quale riteneva l'abbondante falsetto dell'album assai poco commerciale e che pretendeva una re-registrazione dell'album eliminandolo totalmente. È stato un ottimo successo di vendite: negli UK ha raggiunto la posizione #3 degli album e ha venduto oltre 100.000 copie... un buon risultato se si considera che l'album non è poi troppo commerciale.

Ancora un excursus: molte delle b-sides di questo periodo (reperibili sulla raccolta Hullabaloo del 2002) dovevano apparire nella track-list ma furono scartate. Sono stupende, però: ascoltare "Futurism", la Yorkiana "Nature_1" e "Shrinking Universe" per credere!

L'album in conclusione è un ottimo lavoro e ha confermato i Muse come una delle migliori band di ultima leva. Gli album successivi hanno tracciato un ottimo percorso... chissà se "The Resistance", in uscita a settembre, avrà lo stesso destino? Speriamo bene...!

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