Attenzione: la seguente recensione è stata scritta di getto dall’autore per denotare e connotare un album pressoché impossibile da descrivere, essendo qualcosa “that he can’t explain”. L’autore si scusa in anticipo per eventuali banalità e luoghi comuni, o per essere stato superficiale in alcuni punti. L’autore, infine, vi augura una buona lettura.
Il primo disco prettamente psichedelico concepito da una band inglese: viaggi spaziali sonori come "Astronomy Domine" e "Interstellar Overdrive"; ballate folk psichedelico come "Flaming", "The Gnome" e "The Scarecrow" che, seppure siano sketch brevi, sono piene di suggestioni, pregne di significato; "Lucifer Sam" di influenze surf rock; "Matilda Mother" con l'inizio dall'atmosfera liturgica lungo la quale si sviluppa una storia dai toni fiabeschi raccontata dalla madre al figlio; "Pow R Toc H", esperimento sonoro tra il comico e il tragico, tra il divertente e l'inquietante, in cui i due Roger (Roger Waters e Roger Keith “Syd” Barrett) si lanciano in vocalizzi schizoidi, demenziali per poi dar spazio al pianoforte di Wright in perfetto stile classicheggiante, e che richiama in atmosfera i film gialli; "Take Up Thy Stethoscope And Walk" perfetta sintesi di ciò che la band sa fare meglio: una jam di soli tre minuti in cui viene buttato dentro tutto, con il primo testo di Waters oltretutto.
E per finire "Chapter 24" e "Bike". Entrambe molto inquietanti; nella prima si respira un'aria, come già detto per "Matilda Mother", liturgica, spirituale, richiama l'oriente, infatti il testo è ispirato all'I Ching. Forse la più inquietante dell'album. "Bike" è il pezzo più stramboide, più alienato e alienante, che rispetta la forma canzone. Anch'esso dura solo tre minuti, ma in quei tre minuti, porcomondo! Si assiste a qualcosa di mai sentito prima. Un testo che sembra stupido, banale, infantile a prescindere, ma che invece nasconde una vera e propria filosofia, un'idea naif e primitiva di scambio tra un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo sente di aver bisogno della ragazza in questione, dicendo che è "il genere di ragazza che sta bene nel suo (di lui) mondo" e per conquistarla le promette qualsiasi cosa, a parte la sua bici, perché l'ha presa in prestito. Genuina canzone d'amore anticonvenzionale. Chi c**** avrebbe mai pensato se non Syd Barrett di scrivere, dedicare una canzone d'amore così a una ragazza? Per non parlare della musica. Due sezioni si alternano: la prima presenta il testo, cantato su una base goliardica in apparenza, ma dal retrogusto inquietante. Nella seconda sezione il dato goliardico perde del tutto, perché le orecchie si imbattono in un frastuono di suoni, tra cui degli orologi, annunciati alla fine del testo da Syd, e dei versi da papera prodotti da delle voci umane.
Una parola per "The Piper at the Gates of Dawn": pazzesco! Ne aggiungerei un’altra simile: pazzo! “The Piper at the Gates of Dawn” è effettivamente l’album più pazzo, insieme a “The Marble Index” di Nico, che io abbia mai sentito.
10/10
PS. Solo 10/10???
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