Gli Scarling. (il nome della band prevede l'uso di un punto finale.) sono una band di Los Angeles di musica non facilmente catalogabile in quanto comprendente influenze di diversi generi. Nascono dalle ceneri di quella che fu una formazione nota durante gli anni '90 nel circuito della musica statunitense alternativa post-grunge, ovvero le Jack Off Jill che si cimentavano in sonorità aspre e violente di derivazione punk con un hype e un immaginario legato alla sottocultura delle Riot Girl e del Foxcore.

La cantante Jessicka Fodera è la fondatrice, insieme al chitarrista Christian Hejnal, degli Scarling. che cominciarono la loro attività nel 1999 ma solo nel 2002 iniziarono ad attirare un interesse da parte del pubblico, più tardi in seguito all'uscita del loro primo album "Heart Sweet Dealer" nel 2004 ottennero anche dei notevoli riscontri da parte della critica musicale che definì il loro stile come "New-Gaze", cioè una rivisitazione di quello che fù il movimento Shoegaze negli anni '90 di band come My Bloody Valentine, Slowdive, Cocteau Twins (i Cocteau Twins di "Milk And Kisses"), Galaxie 500,Smashing Pumpkins (di Siamese Dreams), Ride, ecc. Il genere Shoegaze prevedeva un uso massiccio di feedback di chitarra, di riverberi, di echi, di distorsioni, una ritmica ipnotica, una ricerca della stabilità sonora da potersi ripetere durante tutta l'esecuzione, come nella psichedelia. In effetti negli Scarling. questi ingredienti sono presenti.

Ma dopo un semplice ascolto di questo loro album del 2005 "So Long, Scarecrow" emerge subito la presenza di venature dark wave (Cure, Chameleons) noise (Sonic Youth, Blonde Redhead) garage (Pixies) grunge (Hole), glam pop (Placebo, Suede) c'è qualcosa anche dei vecchi Garbage, qualcosa dei grandiosi Boris, con un'attenzione sempre presente verso le melodie catchy ed i ritornelli di veloce presa sull'ascoltatore.

Non inventano niente insomma.

Un calderone postmoderno come ce ne sono tanti in giro, verrebbe da dire. Con in più i tratti, e l'alibi, di un revival di qualcosa. Un classico.

Cosa differenzia gli Scarling. dalla quantità di band informi e noiose che affollano le pagine di MySpace da almeno dieci anni a questa parte avvolgendosi in centinaia di fotografie ambigue e curatissime scattate da macchine fotografiche digitali di ultima generazione e opportunamente manipolate ad arte per sopperire alla mancanza di qualsiasi attrattiva della loro musica?

Quello che differenzia gli Scarling. è essenzialmente la capacità di creare atmosfere davvero suggestive. L'ispirazione. E un non indifferente interesse per la musica. Attualmente non è scontato che delle band di musicisti si interessino di musica. Quindi è un merito da attribuire.

La loro musica evoca immagini di pomeriggi piovosi, piccoli ritratti crepuscolari di emozioni passate, feste tristi, istanti dolci-amari, struggenti come il tempo che passa. Sanno essere emozionanti.

E' una celebrazione, non ambiziosa ne rindondante, dell'adolescenza, della prima giovinezza, con accenni nei testi (con alcune frasi brillanti) ai lati più dolorosi di questa. La disillusione. La solitudine. L'incomunicabilità. La rabbia.

La tracklist sembra sia stata disposta in senso crescente rispetto al valore emotivo delle canzoni, dalla meno intensa scendendo o salendo verso il vertice, ovvero l'ultima canzone, la splendida ballata romantica che da il titolo all'album: "So Long, Scarecrow", vera perla del disco. Morbida ed accorata ninna nanna d'addio (what did you expect?/kidness for the tread neglect/cosa ti aspettavi?/la gentilezza per la negligenza dell'andatura), unica in mezzo ai fiumi di sfrigolante musica elettrica delle altre.

L'album si apre con "Hello London", l'accoglienza di una chitarra che detona per poi ammorbidirsi subito e lasciare spazio alla voce suadente di Jessicka, un cadenzamento marziale durante tutta la strofa, fino ad arrivare al ritornello arioso e saturo di elettricità ascendente. La struttura della seconda traccia "City Noise" è la stessa, ma questa rispetto alla precedente lascia trasparire delle drammaticità maggiori, delle seconde voci che compaiono, un'effettistica che unisce chitarra e batteria nella riproduzione di una specie di raffica di mitragliatrice. Interessante.

"Broken Record" si basa sul contrasto fra le urla e la declamazione gelida da new waver, gli strumenti seguono la voce, e le ricamano attorno un tappeto di fischi e stridori.

Incalzanti stop&go alla Pixies dividono "Manorexic" (If I wrap him up in plastic, I'll save the part he'll never use) in frammenti, su una base rotolante, con la ballata "In The Pretend World" (in the real world/there's no goodbye) sembra di essere avvolti dentro una nebbia fosforescente di forma circolare e compaiono fra chitarra e batteria delle tastiere, "Bummer" è una piccola caduta di stile troppo anonima e indifferente.

"Strappled To The Mattress" merita una menzione particolare perchè è uno dei vertici dell'album, si tratta di uno psicodramma metropolitano che svolazza fra una batteria pesante e una chitarra stridula, dove si può percepire la bravura interpretativa della cantante Jessicka che sfoggia un tono di voce esasperato, dolente.

C'è spazio anche per due canzoni spensierate, "We Are Music Maker" un'espressione di gioia all'idea di essere dei musicisti e "Like A Killer" dagli accenni quasi power-pop veloce e godibile.

Una ballata ombrosa è "(Northbound On) Cahuenga" che rieccheggia alcuni paesaggi sviluppati dai Sonic Youth in Confusion Is Sex; un riff di chitarra tremolante sorregge "Caribou And Cake", una ironica filastrocca horror.

Tre stelle.

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