Tornano i duri e crudi dell'heavy metal old style. Undicesimo disco di studio per gli Slayer e ritorno alle sonorità, e alle tematiche, che hanno dato la notorietà al gruppo di Los Angeles. Il disco è un assalto sonoro che inizia sin dalla prima canzone, quella che da il titolo al disco e completa il processo di ritorno alle radici fatto con le tre opere, compresa questa, uscite in questo decennio. Abbandonate del tutto le velleità doom di "Diabulus in Musica" che alla fine degli anni '90 avevano indispettito i fan della prima ora gli Slayer tornano in pieno al thrash violento e preciso del periodo d'oro "Reign in Blood" "South of Heaven". Pezzi veloci, tecnicamente ineccepibili. Esecuzioni che hanno si un tocco moderno ma che riportano l'ascoltatore nell'epoca del thrash a tutti i costi, costi quel che costi. 

Undici pezzi di potenza devastante. Difficile citare un titolo solo, il disco è un bel monolite di potenza. "Snuff", "Public Display Of Dismemberment", "Psychopathy Red", che era anche l'unica canzone già conosciuta, rilasciata per l'ascolto in streaming alcuni mesi or sono.

 Un capitolo a parte merita il curioso artwork del cd. Sono 4 le possibili copertine, quattro parti della cartina del mondo disegnate con sangue e ossa. Aprendo il libretto e spiegandolo per intero si apprezza il disegno. Altrimenti in vista ne rimane solo una parte ricoperta da un foglio di plastica rossa trasparente che da al tutto un aspetto ancora più cupo. In pieno stile Slayer, nulla da dire.

 L'adesivo sulla copertina avverte che i contenuti sono espliciti: violenza, politica e sesso. 

Elenco tracce e video

01   World Painted Blood (05:53)

02   Unit 731 (02:40)

03   Snuff (03:42)

04   Beauty Through Order (04:37)

05   Hate Worldwide (02:52)

06   Public Display of Dismemberment (02:35)

07   Human Strain (03:09)

08   Americon (03:23)

09   Psychopathy Red (02:26)

10   Playing With Dolls (04:14)

11   Not of This God (04:20)

12   Psychopathy Red (Explicit live version) ()

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Altre recensioni

Di  olifs89

 Se continueranno su questa strada, ormai ai limiti della creatività finiranno per infangarsi.

 In un disco di undici brani se ne salvano cinque o sei, chiaro segno che la band portatrice dello stendardo del Metal è prossima alla pensione.


Di  lanardistkrieg

 Quando si ha di fronte un disco degli Slayer probabilmente ci si immagina già prima dell'ascolto cosa vi è scritto nei suoi solchi, perché quello degli Slayer è un marchio di fabbrica.

 Non si può non apprezzare una genuina furia cieca che scaturisce dalle menti di quattro persone che, nonostante fama mondiale ed influenza, hanno sempre qualcosa da dire.


Di  Francis Araya

 Ma che thrash è? I riff sembrano inventati da un ragazzino al primo demo.

 La produzione penalizza in maniera massiccia quello che forse avrebbe potuto essere un album salvabile a metà.


Di  March Horses

 getto subito la maschera: questa è una (non) recensione di un fanatico dedicata ai fanatici.

 Psycopathy Red e la conclusiva Not Of This God ricordano il motivo per i quali questo gruppo è ricordato: percuotere le corde istintive dell’ascoltatore.


Di  massimosh

 Non un capolavoro, come gli album pre-anni 2000, ma un buon lavoro.

 Dave Lombardo rimane un mostro nel drumming.