And in the end...

Il 26 Settembre 1969 è una data storica nel mondo della musica. Esce Abbey Road, ultimo (ma non ultimo) dei 12 album pubblicati dai Beatles (13 se aggiungiamo Magical Mistery Tour). E quale commiato poteva essere migliore di un disco simile? Sulla via dello scioglimento a causa dei dissapori interni e delle difficoltà economiche della Apple che gravavano ormai da tempo sul gruppo (più che Lennon - McCartney si potrebbe scrivere accanto ai testi Lennon vs. McCartney) i quattro ormai maturi ragazzi di Liverpool riescono a mettere insieme un disco unico e incredibilmente omogeneo (a differenza del White Album) e che strizza l'occhio verso gli imminenti anni 70 (si sente qua e là il suono del sintetizzatore Moog, introdotto da poco). Il disco fila via che è un piacere dall'inizio alla fine.

I due più prolifici e che firmano i migliori brani sono Lennon e Harrison. John scrive perle come Come Together e I Want You (She's so Heavy). La prima è diventata un inno generazionale ed è di una bellezza elettrizzante. Magistrale. La seconda è una sorta di blues/rock della durata di ben 7 minuti e 48 dei quali gli ultimi 3 riprendono il riff di chitarra e basso iniziale e lo ripetono all'infinito, creando un'atmosfera cupa e sognante... ma sarà un brusco risveglio, perché il brano s'interrompe all'improvviso dando l'impressione che il nostro impianto sia andato.

George invece si conferma un grande songwriter con due splendide canzoni, Something e Here Comes the Sun, in assoluto due tra le più belle da lui composte. Perfino Ringo, fin'ora sempre molto più che in secondo piano questa volta tira fuori dal cilindro il suo pezzo più riuscito di tutta la sua carriera coi Beatles, Octopus's Garden e ci regalerà anche il suo unico assolo di batteria in The End. McCartney è il solito melodico della situazione e il più legato agli schemi della canzonetta che vedono protagonisti personaggi fittizi. Alcuni brani da lui scritti sono Golden Slumbers, Maxwell's Silver Hammer (a mio parere la canzone più inutile del disco) e She Came in Through the Bathroom Window.

La facciata B dell'album è caratterizzata dalla presenza di un lungo medley sapientemente arrangiato del quale spiccano You Never Give Me Your Money di McCartney (che parla delle difficoltà finanziarie della Apple) e Sun King di Lennon in cui si diverte a cantare frasi in italo-spagnolo senza senso (Quando paramucho mi amore de felice corazon, Mundo paparazzi mi amore chicka ferdy parasol, Presto abrigado tantamucho cake and eat it carousel). Sempre sul lato B troviamo Because composta sugli accordi della Sonata "Al Chiaro di Luna" di Beethoven eseguiti al contrario.

Ma non sono soltanto le canzoni racchiuse tra i solchi del disco che ne fanno una pietra miliare della musica pop\rock. Basta guardarlo da fuori per capire da subito che non è un disco qualunque. La foto in copertina è molto banale ma di grande impatto. Venne scattata la mattina dell'8 Agosto 1969, sul passaggio pedonale di fronte agli Abbey Studios e passerà alla storia, come tante altre icone beatlesiane, al punto che il Maggiolino parcheggiato sul marciapiede verrà venduto all'asta da Sotheby's nel 1986. Chi di voi, essendo un grande fan dei Beatles, non ha mai sognato di farsi fotografare mentre attraversa quelle strisce pedonali? Nessun titolo particolare, ma semplicemente Abbey Road (Il disco doveva inizialmente intitolarsi Everest, ma poi per esigenze discografiche non si ebbe il tempo di andare sull'Himalaya a fare le foto che sarebbero apparse sulla copertina).

Abbey Road contiene anche la prima ghost track della storia, seppure questo accadde per un errore del tecnico che tagliò male il nastro. Her Majesty (di soli 23 secondi) dedicata alla regina Elisabetta, fu tolta su desiderio di Paul dalla posizione originale (tra Mean Mr. Mustard e Polithene Pam) e messa in coda al master, in attesa di essere eliminata; ma lì rimase. Infatti Her Majesty manca proprio dell'accordo conclusivo, rimasto all'inizio di Polithene Pam. Il risultato è un finale in sospeso, incompiuto, non privo però di insolita suggestione. I Beatles erano anche questo.

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