Adoro questo disco..

È cupo, avvolto da nubi fredde, è un disco senza uscita.

Senza uscita come un labirinto, un labirinto di solitudine, in cui è affrontata senza retorica e senza ricami patetici l'alienazione nei confronti di una realtà estranea e per questo spaventosa, una realtà che è una non-realtà una realtà che, come direbbe Jim si è prestata come "una volgare ospite che ti sei portato a letto" una realtà che invita alla scoperta e poi si prosta in qualità di morte.

"Strange days have found us" strani giorni ci hanno trovato, appunto, ed è già detto tutto, l'omino che è solo, l'uomo "orfano di dio", gettato nel mondo, comincia il suo processo di autodistruzione, un'autodistruzione che parte dal subconscio, che parte "dal varcare quelle porte della percezione" tanto citate da Aldous Huxley e William Blake, un'autodistruzione consistente nel fare tabula rasa dei preconcetti, le diatribe e i moralismi della società, un'autodistruzione che è in verità un nuovo inizio, un dire sì alla vita, la ricerca della sublimazione e dello sregolamento dei sensi, al fine di percepire ogni forma di emozione, per accettare ogni forma di dolore.

Sì perché il dolor fa parte della vita, accettarlo significa accettar la vita e questo Morrison sembra averlo capito bene ed ecco come nei ritratti di "You are lost little girl"," Love me two times" ed "Unhappy girl" si preoccupi di descrivere, talvolta con un pizzico di sincera commozione, talvolta con un gelido e spietato distacco il dolore e la sofferenza altrui, si tratta di episodi desolanti, decadenti che non lasciano spazio ad alcuna commiserazione, ad alcun biasimo.. "morirai in una prigione che ti sei costruita da sola"..

Sono pesanti come macigni le parole dei testi di questo album ma, come spesso accade coi "Doors", sono come sollevate dal tessuto musicale, in una compenetrazione stupenda, che raggiunge, nell'album in questione, livelli davvero impeccabili.

Si riparte con "horse latitudes" ovvero ancora con la morte come protagonista, il morire del giorno con la notte, la ricerca di un infinito che si esplica nell'affogamento dei cavalli che, lanciati in mare per alleggerire il peso dell' imbarcazione, annaspano e agitano le zampe in mare mentre le narici dilatate esalano gli ultimi sospiri, immagini ancora una volta fortissime, immagini di fine. "Moonlight drive" non è una semplice canzone, questo "tango rock" a primo impatto innocuo, è in realtà un miscuglio di colori allucinati, una fontana zampillante impazzita, un invito, ancora una volta, a spingersi oltre, un invito a sprofondare nel buio della notte, un invito a vivere.. "down, down, down, below."

"People are strange" esemplifica, come se ce ne fosse ancora bisogno, le superbe capacità di paroliere di Morrison: pochi versi, brevi ma concisi segnano l'alienazione più totale, il camminare in bilico su un filo freddo, il camminare a testa bassa tra la gente, un'estraneità che però consente di vedere le cose come realmente sono un'estraneità che consente di svettare tra le piogge della vita e che consente di guardare in faccia alle tenebre. Dopo i toni cabarettistici del pezzo precedente, e dopo la concitata "My eyes have seen you" e la funerea "I can't see your face in my mind" arriva il capolavoro del disco quella "When the music's over", degna contraltare dell'edipica "The end" del primo disco.

Fari spenti, qualche nota d'organo dal sapore un po' jazz, la linea di basso di Ray alla vox continental, tam-tam della batteria e poi, urlo squarciagola di Jim.. "il Superuomo non ha paura di niente, danza nel fuoco e gioca con la morte" queste parole del filosofo tedesco Nietzsce si addicono perfettamente a questa composizione musico-teatrale, Jim sa benissimo che la morale è la debolezza del cervello e non scade in facili stereotipi etici, rinuncia alla resurrezione, per ballare la mazurca baccanale dell'organo di Manzarek, ed ecco che il pezzo prende le sembianze di un rito di purificazione supervisionato dal dio Dioniso, Jim scruta nell'abisso, così come lascerà che l'abisso scruti in lui, e tutto questo fino alla fine. Quando la musica sarà finita.

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