Come classificare Jimi Hendrix? A parte come "Supremo Genio Della Musica Rock", è un bluesman? Un rocker? Altro? Ebbene, proprio in questo è l'essenza di Hendrix: nel suo sfuggire ai generi; e proprio in questo disco, il suo terzo e ultimo lavoro in studio, la sua personalità si rispecchia.
Infatti, mentre sia l'esordio "Are You Experienced?" e il seguente "Axis: Bold As Love" sono condizionati dal target, ovvero la trasmissibiità dei brani nelle radio, e dalle richieste della casa discografica, in questo disco Hendrix, assurto ormai al ruolo di genio musicale universalmente riconosciuto, può dare maggior sfogo alla sua creatività, finora sempre un pò compressa.

1968: Hendrix attraversa un periodo di crisi, ovvero non riesce a trasporre la sua immensa creatività in qualcosa di concreto, perchè sottoposto a immense pressioni da parte della casa discografica e dal proprio manager. Hendrix cambia manager, si rinchiude negli "Electric Lady Studios" di New York e, con l'Experience, partorisce il suo definitivo capolavoro: "Electric Ladyland".
Il disco si apre con un brano che richiama alla musica di Broadway, "...And The Gods Made Love", la psichedelica "Have You Ever Been (To Electric Ladyland)", e "Crosstown Traffic", uno dei singoli del disco, il brano più vicino al rock'n'roll in tutto il disco, con il suo ritmo indiavolato e il suo testo richiamante ai classici "Hot Rods" degli anni '50. Si prosegue con la magnifica "Voodoo Chile", ovvero l'ultima frontiera tra il blues e la contaminazione: l'opera (perchè definirla canzone è restrittivo) dura 15 minuti e si avvale della collaborazione di Jack Casady al basso e Steve Winwood all'organo Hammond, che in lunghi tratti soppianta la chitarra nell'eseguire grandiosi assoli.
Poi c'è "Little Miss Strange", brano frutto della penna di Noel Redding e cantato dall'autore stesso; Hendrix torna "padrone di casa" in "Long Hot Summer Night", con Al Kooper al piano, e "Come On (Let The Good Times Roll)", canzone che il 4 minuti contiene tre indiavolati assoli di chitarra. La successiva "Gypsy Eyes" è dedicata dal chitarrista alla madre, morta quando lui aveva undici anni, ed è realizzata con oltre settanta sovraincisioni, delle quali peraltro Hendrix non era ancora soddisfatto. "Burning Of The Midnight Lamp" è il brano più leggero del disco e anche questo fu singolo, mentre nella canzone seguente, "Rainy Day, Dream Away", che ha un seguito in "Still Rainin', Still Dreamin'", torna la contaminazione, qui apertamente jazzistica, con l'aiuto di Buddy Miles, futuro batterista della "Band Of Gypsys" e altri, quali Mike Finnigan, Larry Faucette e Freddie Smith.
Qui arriva il grande capolavoro del disco: continuando sulla via della contaminazione, Hendrix crea un capolavoro quale "1983: A Merman I Should Turn To Be", il brano più psichedelico dell'intera produzione hendrixiana insieme a "Third Stone From The Sun", che pian piano si dissolve in "Moon, Turn The Tides", nella quale compare Chris Wood a suonare il flauto.
Dopo questi due brani c'è la già citata "Still Rainin', Still Dreamin'", che riprende il tema di "Rainy Day", seguita poi da "House Burning Down", canzone dal ritmo trascinante e dal ritornello epico, che si chiude con il crollo della citata casa imitato dalla chitarra di Hendrix, che poi userà questo stesso "trucco" a Woodstock, per imitare i bombardamenti in Vietnam durante la sua celeberrima versione dell'inno americano.
Il disco si chiude con i due brani più famosi: "All Along The Watchtower", cover di Bob Dylan (la mia canzone preferita) e "Voodoo Child (Slight Return)", show chitarristico di quasi sei minuti interrotto da brevi strofe deliranti.

Per concludere, un disco epocale che mette a nudo la vera anima di Hendrix: quella creatività sfuggente a ogni schema, tendente solo al creare capolavori nella musica.

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