PISCES ISCARIOT: canzoni senza promesse e senza pretese. Ovvero: ricordare per ricominciare. Vorrei che tutto ricominciasse così.
Scrivere qualcosa su 'Pisces Iscariot' alla vigilia di una reunion del gruppo di Chicago (www.smashingpumpkins.com) può essere molto illuminante su quali potrebbero (dovrebbero) essere le premesse. Ricominciare da capo, tornare a quando tutto era così semplice, così lineare. Nessuna super-rock band mondiale, nessuna saga millenaristica, nessun concentrato di disperazione dal crepuscolo all'imbrunire, niente macchine di dio e niente zeri.
Un giro di chitarra messo lì per caso, un respiro che possa farci volare in alto con la leggerezza di una piuma, l'energia fracassona di quattro ragazzi che han voglia di suonare insieme. E basta. Parlare d'amore, di ansie quotidiane come sposarsi o crescere, di volare via sopra colline innevate, di acquiloni caduti. Tutto questo è 'Pisces Iscariot', canzoni che non hanno alcuna pretesa, nemmeno quella di essere pubblicate, ma "tutte speciali per il cuore", come diceva un ragazzo con un brutto taglio di capelli di nome Billy Corgan.
Canzoni che non dicono nulla di nuovo perchè non lo vogliono dire, raccolte a caso tra lati b di 'Siamese Dream' (1993) e 'Gish' (1991) e demo registrati in un vecchio appartamento, con il rumore del bus delle 7 del mattino a disturbare il suono ("soothe"). Malinconia senza infinita tristezza ("obscured"), dolcezza senza pioggia ("whir"), il folk un po' distorto di James Iha ("blew away"), sonico casinismo ("frail and bedazzled", "hello kitty kat"), casuali errori lasciati lì a sedimentare ("plume", "la dolly vita"), covers con la paura di cambiare ("landslide", Fleetwood Mac) e con la voglia di far rumore ("a girl named Sandoz", Animals), sperimentalismo un po' per gioco e senza epica ("starla", "spaced"). Un libretto scritto con una vecchia macchina da scrivere e tanti errori di battitura ci riporta a tempi di sincera confusione, quando senza giri di parole e senza paura di essere giudicati si poteva dire "fanculo a quelli che non capiranno mai. amore, pace, empatia, desiderio, cattiveria, e allegria. 2007".
2007: vorrei che tutto ricominciasse così, con una manciata di canzoni fatte per stare con te solo un pochino durante una mattina di velluto...
"lei non sa che ho rubato il mio sorriso da un gatto irreale e tutto ciò che volevo era essere un uomo e da quando ho lasciato perdere mi sento libero"
("Frail and bedazzled", traduzione da www.pumpkins.it)
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