L'8 giugno 1986 qualcosa si mosse nella fredda Islanda: finalmente anche una terra quasi isolata riuscì a contribuire alla storia del rock. Una data che determina la formazione degli Sugarcubes, band nata tra amici, tra i quali sicuramente spicca la giovane e futura diva Bjork: la sua voce atipica e aliena incuriosì un po' tutti e fu un punto a favore da parte di critici e pubblico, nonostante spesso l'egocentrismo di Einar Orn (l'altro vocalist) spesso la sommerga con i suoi versi incomprensibili. "Life's Too Good" è infatti uno dei dischi rock islandesi più venduti di sempre. Il primo singolo "Birthday" incuriosì l'orecchio di un critico inglese: quella nuova sperimentazione di suono era sicuramente una delle più interessanti, in un periodo in cui o eri dance plastificata tutta sintetizzatori o eri Phil Collins. La canzone è la migliore del gruppo e una delle più alte cime mai raggiunte di Bjork: ritmica avvolgente, basso piroettante ma docile, tromba suonata all'incontrario e la miss Gudmunsdottir che canta con vocina di fata della storia d'amore tra un vecchio di cinquant'anni e una bimba di cinque: "Today is a birthday, they're smoking cigars, lying in the bathtub...". La bimba sevizia mosche e ragni, accarezza la barba del suo amico e scava nella terra con la bocca. Un testo incredibilmente tenero, cantato come se fosse un incantesimo: ipnotico e magico. Questa è, però, l'unica ballata del disco: nelle altre canzoni si tenta la durezza e l'energia. L'iniziale "Traitor" è davvero ottima nella sua cripticità folk molto simile a quella dei Current 93: il cantato è affidato ad Einar, mentre Bjork canta elegie all'orizzonte.

"Motorcrash" è del tutto diversa, sorretta da un ritmo quasi caraibico: ora è Bjork la protagonista che canta allegramente e si scatena in due minuti di puro punk, che in molte parti sfiora rischiosamente il rap, con un testo cinico ma incredibilmente divertente. Già detto di "Birthday", summa della produzione delle zollette di zucchero (da riscoprire anche la versione in islandese, "Ammaeli") e cult, si passa a "Delicious Demon", frivolo ritmo westernato: Bjork urla e si incazza, ma si diverte offrendo un divertentissimo ritornello acchiappatutti.

Solo da queste tracce si scopre una creatività assoluta: surrealismo innato, che sfocia sia nelle musiche, che nei testi: doppi sensi ambigui ed erotici, lodi ad aragoste, cleptomania, uomini nudi che corrono in appartamenti altrui... è ancora originale, infatti, il testo del successivo pezzo: "Mama", tenera ed incalzante, dove la ninfetta islandese racconta di una madre che disegna cerchi di latte nel maglione. "Coldsweat" è quasi dark: buona struttura rockeggiante, Bjork febbrile in un ritornello davvero insostituibile.

 "Blue Eyed Pop" è l'ennesima follia: chewing gum-pop per uno dei pezzi più dance e tamarri dell'intero repertorio Sugarcubes, una buona canzone divertente e simpatica, che lascia spazio ad un capolavoro (solo poco inferiore dall'inarrivabile "Birthday"), la splendida "Deus": un battibecco tra Einar e Bjork, che si intrecciano in un vociferare ipnotico e sensuale. "Deus...Deus" sussurra la ragazza, mentre Einar loda aragoste. Bellissima la struttura sonora: ritmo deciso e linea di basso delle migliori.

"Sick For Toys" è l'ennesimo colpo di genio: punk-wave cure style in cui Bjork si trasforma in una cleptomane bisognosa di giocattoli... Impossibile non divertirsi. "Fucking In Rhythmn And Sorrow" è un altro capolavoro: frivola e dall'incipit country, si snoda in un irreversibile gioco di canto e recitazione pop: "a divorced lady arrives home from a bar, guess what she sees? there is a naked person in my flat he's got a weird expression on his face!". Il ritmo trascina, finchè Bjork sembra veramente scatenata, risultando come una popstar con in testa il punk. Chiude il frammento febbrile e delirante di "Take Some Petrol Darling".

Un disco da avere a tutti gli effetti, che risulta surreale e all'avanguardia persino adesso: picchi di delirio assoluto in contrasto con momenti di bellezza mai sentiti. Musica unica, divertente e sapiente, come i veri album di musica leggera dovrebbero essere.

Ristampato con in aggiunta i remix di "Deus" e "Coldsweat" e le b-sides "Cat", "Dragon", "I Want" e "Cowboy".

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