Lo so, non sono nè il primo nè l'ultimo a recensire quest'album, ma una mia opinione sento di doverla dare, anche se probabilmente sarà uguale a quella di mezzo mondo.

L'album di cui voglio parlare è "The Velvet Underground and Nico". Un capolavoro indiscusso, un'opera d'arte. Ma andiamo con calma.

I Velvet Underground nascono nella prima metà degli anni Sessanta a New York, ma fu esattamente nel 66 che ottennero una grande chance per mostrare alla scena underground newyorkese di che pasta erano fatti: incontrarono l'artista Andy Warhol. Egli li assunse come ospiti fissi all'interno della propria Factory, il resto è storia, storia della musica.

Concentriamoci ora track-by-track sull'album.

Il disco si apre con Sunday Morning, una tranquilla e paranoica descrizione di una domenica mattina seguente ad una notte di eccessi accompagnata dalla voce alterata di Lou Reed.
La traccia numero 2 è I'm Waiting For My Man, che narra di uno studente in cerca della sua dose di eroina. Le chitarre danno origine ad un suono che oggi definiremmo quasi punk.
Segue Femme Fatale, canzone voluta da Warhol e cantata con una grande performance da Nico, cantante tedesca con un registro vocale "spettrale". Parla di una donna senza scrupoli, che non si pone problemi nel trattamento del suoi spasimanti.
La quarta traccia è Venus In Furs, dove a farla da padrone è sostanzialmente un riff di chitarra ripetitivo quanto ipnotico con Reed che racconta di un bizzarro triangolo sessuale.
A seguire troviamo Run Run Run, altra canzone dedicata alla droga con un ritornello tra i più orecchiabili dell'album. 
In All Tomorrow's Parties, Nico racconta una distorta favola di Cenerentola con angoscia e malinconia.
La traccia numero 7, Heroin, è a mio parere la migliore dell'album. Inizia con un lento e dolce riff di chitarra, per poi passare ad una cruenta e gelida descrizione di cosa significa essere sottomessi all'eroina.
There She Goes Again parla della gelosia di un ragazzo verso la propria fidanzata, il tutto accompagnato da un dolce suono di chitarra che fa da sfondo alla voce di Lou Reed.
I'll Be Your Mirror è una piacevole canzone d'amore in cui Nico mostra ancora il valore della sua voce, ipnotica e gradevole.
La penultima traccia, The Black Angel's Death Song, e l'ultima, European Son, si contraddistinguono dal resto dell'album, in cui i suoni sono alla fine dolci e orecchiabili. In queste due ultime canzoni, invece, è presente un forte rumore di feedback della chitarra e si può notare ove non mai la viola distorta di Cale. Sono le due tracce più sperimentali dell'intero album.

Tirando le somme si può affermare tranquillamente che l'album è entrato di diritto nella storia della musica. Se non è il migliore, è senza dubbio il disco più influente e/o innovativo della storia. L'ascolto è consigliato: può non piacere a tutti, ma il valore non si discute comunque.

TOP 3 Songs: Heroin, Sunday Morning, Femme Fatale. 

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