Orfani: attaccabrighe, urlatori e bastardi...


"Beh, canzoni... diciamo che ci saranno rumbe sulle sirene, tarantelle sugli insetti, madrigali sull'annegamento: canzoni di origini dubbie salvate al destino crudele e delle quali prendersi cura... abbiatene cura, mica vi mangiano!".
Così il geniale cantautore (ormai quasi 57enne) californiano si è espresso parlando della sua ennesima fatica: "Orphans: Brawlers, Bawlers and Bastards", una vera e propria full immersione nel suo indolente e magico mondo, racchiuso in 3 CD di oltre 3 ore di musica, prodotto sempre da Waits con la moglie Brennan e con la partecipazione dei collaudatissimi Les Claypool dei Primis, Dave Alvin e Marc Ribot alle chitarre.
Tra i brani mai pubblicati figurano le cover waitsiane di brani di artisti differenti e che in qualche modo hanno acceso una scintilla nella fantasia stralunata del nostro, per cui possiamo spulciare qua e là brani dei Ramones, di Daniel Johnston, di Kurt Weill, di Bertolt Brecht, Leadbelly, Kerouac, Bukowski e altri ancora...
Canzoni in origine incise per progetti vari: readings, colonne sonore di film e soundtraks teatrali di cui si erano perse le tracce e che finalmente vengono racchiuse per la prima volta in un contesto originale e coerente (la copertina poi è un capolavoro con tutte quelle presenze inquietanti e inafferrabili, che trasmette benissimo la sensazione di spaesamento nell'affrontare materiale sonoro così particolare e sfuggente!).
Ogni cd ha un titolo che ne racchiude l'anima e la "mission": nel primo intitolato "Brawlers" ci sono blues ruvidi, sghembi e "stomp" dai titoli quali "Lie To Me", "Fish In The Jailhouse", "Lucinda", "Road To Peace" e la struggente "The Return Of Jackie and Judy" (tra i brani sentiti in rete...).
Nel secondo CD "Bawlers" troviamo ballate, pezzi country, arie irlandesi e celtiche, strani walzer, ninne nanne e classiche canzoni "alla Waits" suonate al piano in ricordo della prima parte della sua carriera "crooner", con titoli come "Bend Down The Branches", "Long Way Home", "Little Drop Of Poison", "Little Man" e la waitsiana-fino-al-midollo "Down There By The Train".
Nell'ultimo "Bastards" (un titolo che è tutto un programma) troviamo brani eccentrici, umorismo sbilenco e strane storie fuori da ogni classificazione; intermezzi che generalmente "colorano" sempre i dischi del nostro ma che mai avevano trovato una loro "dignità" di pubblicazione come ora: tra i titoli "Children's Story", la buffa "Army Ants", la dolcissima "First Kiss", "Poor Little Lamb" o la rumoreggiante "King Kong" con la lenta ballads di "On The Road" a chiudere il cerchio.

Un cofanetto impedibile per i fans "duri" e puri di questo artista instancabile che migliora terribilmente con l'età e che ci fa ben sperare in una vecchiaia pregna di illuminante poesia e candore per un mondo di "perdenti e sognatori" da cui il nostro si è sempre fatto ispirare (un po' come il nostro De Andrè...). Tenete duro e segnatevi il 20 novembre (data prevista di uscita nei negozi): il tempo delle "attese" e degli "indugi" (in inglese: waits) è finito!!!
Bau Bye!

 

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