COME SMANTELLARE (UN GRUPPO CHE ERA) UNA BOMBA.
2 marzo 2006: 4 del mattino.
Quanto adoro il vento caldo dell'Argentina sul viso. E più adoro questa brezza e più mi stà sui coglioni l'Argentina. Tanto più che io qui non ci volevo nemmeno venire. Ho detto "aspettiamo che arrivino in Europa verso l'estate, siamo più vicini, meno sbattimento, meno kilometri" e invece nisba.
Il generale dell'B.M.A.B.M.* (* vedi rece su Bob Dylan) è stato categorico: li abbiamo fatti galleggiare per troppo tempo, quasi 10 anni e adesso basta: devi far fuori gli U2, ora, adesso, col prossimo concerto che terranno il 1° marzo allo stadio di Buenos Aires (come annunciato su www.u2place.net/pages/vertigotour_dett.asp?idData=1350). Fine dei discorsi.
Per fortuna ho patteggiato soltanto Bono.
Al generale basta soltanto la sua carcassa anche perché l'altro che si fa chiamare "l'orlo"(?) se la cava si con la chitarra ma da dieci anni si fa sempre le stesse seghe di eco, riverbero e sound mix che ormai è più prevedibile della fine di una lumaca immobile a pochi millimetri dalla ruota di un camion lanciato a tutta velocità. Insomma, un numero due...
Gli altri due poi sono come degli androidi, con le facce imbottite di psicofarmaci per resistere a tutto 'sto stress di sballottaggio in giro per i 4 continenti. Due che da sempre contano come il due di picche (al basso poteva andarci benissimo anche Amilcare Zanardelli, un mio amico d'infanzia che suonava il basso come mia nonna picchiava il tappeto col battipanni, che tanto era uguale) e che eseguono gli ordini che BONO e L'ORLO (ma si puo?!... nemmeno Walt Disney arrivava a tanto) gli impartiscono a comando. Qualcuno va in giro a dire di averli visti fuori dalla porta della camera d'albergo, pronti a mangiare cibo per cani dalle ciotole servito direttamente da The Edge. Mah, ci sarà pure un motivo che il gruppo si chiamino U2 e non U4, no?!.
Fatto sta che con questo ultimo disco hanno proprio toccato il fondo.
L'ispirazione di un tempo, la rabbia, l'orgoglio, insomma, tutto quello di buono che avevano, adesso è diventato un enorme gadget promozionale che vende ideali-take-away impachettati come pop corn fuori dai cinema, serviti con bicchieroni colorati di retorica frizzantina, bei discorsi, impegni umanitari e milioni di chiacchere per rinverdire quella "botta di media" che una volta i 4 sapevano conquistarsi sul campo per meriti prettamente artistici. Adesso l'ha capita anche Bono. Se ti manca la ciccia buttati in politica che tutto vien da sè.
Ah quanto mi odio quando parlo sempre delle stesse cose e quanto mi trovo patetico a parlare al passato.
Ora li vedi (già, anche nel Dvd ultimo "Vertigo Tour 05" si vedono chiaramente stanchi, con gli sguardi persi nel vuoto) ormai vittime più o meno consapevoli di un ingranaggio commerciale più grande di loro e che, nonostante tutto, si rifiutano di mollare. Cos'altro potrebbero fare questi 4 in una vita normale? I pensionati? I pittori? I conferenzieri? I politici? (sia chiaro, la macchinetta frutta sempre fior di miliardi nelle loro tasche, eh? Mica bruscolini!!) E così ZACchete che ci ammorbano con le loro pippe di gran mestiere fatte di canzoni ormai sgonfie di animus e scevre da qualsiasi motivazione sentita dal profondo.
O cazzo, sono le 5 del mattino e di quei quattro stronzetti nemmeno l'ombra. Son quasi otto ore che me ne sto' vestito come un coglione con questo abito da facchino che mi sta stretto e mi tira tutti i bottoni sulla pancia, cazzo. Otto ore che cammino avanti e indietro dentro la Hall di questo albergo a 5 stelle ad aspettare che questi ritornino dal concerto tenuto al River Plate Stadium di Buenos Aires. Cosa cazzo faranno fino alle 5 di mattina? Si ubriacano? Scopano? Si drogano? Ballano il tango? Mangiano? Insomma, guardo ogni 10 minuti ste cazzo di lancette d'orologio e queste troie avanzano solo di 10 minuti per volta. È ovvio che sia così, direte voi, ma la cosa mi sta tremendamente sui coglioni uguale!
Mi accendo nervosamente una paglia e tiro boccate malsane di gas tumorali. Un cretino pelato vestito uguale a me si avvicina e mi fa notare che il fumo passivo inalato fa male anche agli altri. Gli infilo tutta la canna della mia bambina metallica in gola: "Aspira questa e dimmi se è meglio" e premo ripetutamente il grilletto. Nascondo il pinguino igienista vestito a pois rossi nel guardaroba. "Anche non farsi i cazzi propri non è granche salutare".
Eccoli! sono arrivati adesso.
Esco e driblo i tre scagnozzi con l'auricolare che si guardano continuamente a destra e a sinistra, prendo dal baule della Rolls le valigie delle 4 rockstar. Mi avvio verso l'ascensore seguito dagli U4 che barcollando e ridendo ubriachi spolpi mi seguono docili e inconsapevoli del loro destino.
Un pirla pelato vestito da Matrix ma con movimenti da Napo Orsocapo, apre l'ascensore e controlla con uno sguardo l'abitacolo, entra BONO per primo e io mi precipito a caricare l'ascensore delle sei valige dei tizi. Portata max 400 kl. Io 100, Bono 80, le 6 valige peseranno oltre 200 kg. Non sono mai stato forte in matematica ma a casa mia so solo che siamo prossimi al FULL. Ho il berretto ben calato sugli occhi e con un accento da Corso De Agostini sussurro: "Pliis, the floor?!"
Bono con la sua faccetta da culo, col naso ancora sporco di borotalco, mi alza la chiave senza pronunciare "A". Camera 702, bene, mi dico: abbiamo sette piani di morbidezza davanti, come quella cara vecchia pubblicità della carta igienica.
Al 4° piano non resisto e premo ALT.
Bono fa la faccia da pirla, l'unica che ancora gli resta, e se ne esce con un "uatsappen?" formale e fuori luogo. Mi guarda il polso della camicia e nota due macchie di sangue dell'altro mio ex-collega salutista. Si alza quel cazzo di occhiali giallo piscio e mi fa "uot du iu uant...".
4 parole, 4 rockstar, 4 piani, 4 colpi, come gli unici 4 dischi belli e dignitosi fatti nella loro venticinquennale carriera. Questo numero, se esco vivo da tutto questo, me lo giocherò al Bingo sabato prossimo.
Ripremo START.
Esco al 5° piano.
Quella strafottutissima cazzo di mano insanguinata di Bono ha fatto scattare l'allarme.
4 secondi ed è panico:
Gente che corre, casino royal, sirene spiegate, grida nevrasteniche, tutti che si agitano, a me girano le bolas, insomma tutto da copione. La solita sceneggiatura del caso.
O del cazzo.
Mi tolgo il finto frak da bidello, mi rimetto i miei rayban verde bottiglia del '78, monto sulla mia limousine e mi allontano in tutta tranquillità. Mi sistemo lo specchietto retrovisore e vedo inviati della CNN, fotografi della BBC, giornalisti di SKY, coglioni di Mediaset, elicotteri dappertutto, fasci di luce, fasci di rose, fasci col manganello, ambulanze che volano, gente che balla il tango, sciacalli sparsi, auto tamponate in doppia fila, vite legate a doppio filo.
Minchia, penso, tutto sto casino... se facevo fuori i Beatles cosa succedeva!? Tutto a questo mondo è relativo. Diamo tempo al tempo... passati cent'anni non se li inculerà più nessuno questi. Qualcuno si ricorda Natalino Otto? No eh? E Beniamino Gigli? Poco eh? Eppure era miti di 70 anni fa, miti che adesso sono di fatto entrati nel dimenticatoio (o quasi!).
Che lavoro di merda.
Tutto questo ammazzare per cosa poi? Come se cambiasse qualcosa, come se farne fuori uno modificasse lo stato delle cose: tanto tutto poi torna come prima, i tre si sfalderanno e ognuno di loro farà un altro gruppo più o meno simile agli U2 così ne avremo tre in giro invece di uno. Peggio di un Cerbero, il mostro dalle 7 teste di Ulisse.
Mah, quasi quasi mollo tutto. Non ho più l'età per queste cose, ho ancora il fiatone per un lavoretto del cazzo come questo. Vediamo: Potrei fare un lavoro più tranquillo, in ufficio, una cosa tutto casa-lavoro.
Potrei ad esempio recensire dischi su siti internet, ma penso subito che è una cazzata. Chi mai sarebbe così scemo da perdere tutto il suo tempo a scrivere recensioni anonime, senza paga e in più esponendosi a prendere spalate di merda dai lettori? Io credo nessuno.
Di normale intendo.
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