Partendo dal presupposto che l'originalità non è di casa, anzi non è del pollaio (la loro sala prove), ho scaricato da winmx "Il Sucidio dei Samurai", terzo lavoro per la prima volta autoprodotto artisticamente dai 3 ragazzacci di Bergamo (+ Fidel nuovo innesto tastieristico), dopo che in consolle per i primi album si erano disturbati signori del calibro di Giorgio Canali (CSI ora PGR) e Manuel Agnelli (Afterhours).
Dicevamo dell'originalità, che non si può assolutamente trovare nei Verdena, neanche dal punto di vista testuale, leggermente migliorati con questo disco ma ancora succubi dei soliti "teeeeeeee e meeeee, nienteeeee". I riferimenti diretti in questo album oltre ai soliti Nirvana, si allargano, e chiamano in causa i Muse, pregne di parti vocali, giri armonici e stacchi molto simili al recente "Absolution".
Ma alla fine dei conti questo disco è molto piacevole da ascoltare, potente e drammatico in certi suoi versi.
Si parte con la batteria ed il riffone anni 70 di "Logorrea (esperti all'opera)", e si continua con il classico loro singolo "Luna". Sembrano aver trovato un equilibrio tra l'essenzialità del loro primo album (Verdena) ed il secondo ricco di diramazioni soniche (Solo un grande sasso), è ciò lo si può ascoltare in brani come "Mina", "Balanite" la queens of the stoneagiana "Elefante" e così via fino ad arrivare a "Glamodrama" momento più che mai Muse dell'album.
Ancora echi dei soliti Sonic Youth e Motorpsycho, ed i Verdena confezionano il loro miglior disco, sempre racchiusi nel loro alternative rock, dove nonostante l'inserimento delle tastiere (forse si potevano sfruttare di più invece dei soliti tappeti), è fottutamente ancora chitarra, basso (rigorosamente distorto) e batteria.
La nuova musica italiana non passa da Bergamo, anche se quello che propongono è fatto molto bene.
Elenco tracce testi e video
02 Luna (03:32)
Dipingimi distorto come un angelo anormale che cade
Offendimi, se odiare è un crimine il prezzo è uguale e fa male
E vedo te, io e te, niente conta in fondo
Illumina annulla le paure oh luna nulla è uguale
Sarò così onesto come se tu fossi il mare, il mare
E vedo te, io e te, niente conta e crolla, crolla
E vedo te, io e te, niente conta in fondo.
06 Elefante (03:06)
Blu, l'impero è blu, è questo che mi manca e mi provoca
Più, direi di più della tua pelle in fumo che mi soffoca
Precipita la verità, è solo un pò più debole
Giù, mi pare giù, è come scura e gonfia la mia satira
Uh l'impero è blu, questa è la cura in rima, ci soddisferà
Precipita la verità, è solo un pò più debole
Boom mi sparo boom
Se la mia pelle è in fumo la tua soffoca
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Altre recensioni
Di humax4
Finalmente il gruppo ha imparato a diversificare un po’ le atmosfere.
Per ora la miglior band italiana in circolazione. Sorprendenti.
Di PortoFolio
Ogni traccia è un piccolo capolavoro.
Nella mia classifica personale di urli Alberto Ferrari si inserisce tra Piero Pelù e Manuel Agnelli.
Di StoneAgeWoof
Un diretto, secco, rude rock che suona un po’ come un pugno in faccia.
Il testo è un haiku nichilista e pesantissimo, accompagnato dall’orgia noise di caos totale.
Di Taurus
Le chitarre minacciose di Alberto, preannunciano un ciclone che si abbatte sull'ascoltatore con "Logorrea (esperti all'opera)".
"Balanite" scatena un finale urlato e liberatorio, quasi a voler scacciare e esorcizzare tutti i demoni che hai dentro.
Di Allegretti
Il live comincia a entrare nel vivo quando è il turno della splendida "Starless", sempre attuale con il suo riff in 5/4 e la sua psichedelia nella parte centrale.
Dal vivo i tre (quattro, data l'aggiunta di un nuovo turnista per questo tour) non deludono mai grazie alla loro energia e all'impatto sonoro dei loro pezzi: provare per credere!