Partendo dal presupposto che l'originalità non è di casa, anzi non è del pollaio (la loro sala prove), ho scaricato da winmx "Il Sucidio dei Samurai", terzo lavoro per la prima volta autoprodotto artisticamente dai 3 ragazzacci di Bergamo (+ Fidel nuovo innesto tastieristico), dopo che in consolle per i primi album si erano disturbati signori del calibro di Giorgio Canali (CSI ora PGR) e Manuel Agnelli (Afterhours).
Dicevamo dell'originalità, che non si può assolutamente trovare nei Verdena, neanche dal punto di vista testuale, leggermente migliorati con questo disco ma ancora succubi dei soliti "teeeeeeee e meeeee, nienteeeee". I riferimenti diretti in questo album oltre ai soliti Nirvana, si allargano, e chiamano in causa i Muse, pregne di parti vocali, giri armonici e stacchi molto simili al recente "Absolution".

Ma alla fine dei conti questo disco è molto piacevole da ascoltare, potente e drammatico in certi suoi versi.
Si parte con la batteria ed il riffone anni 70 di "Logorrea (esperti all'opera)", e si continua con il classico loro singolo "Luna". Sembrano aver trovato un equilibrio tra l'essenzialità del loro primo album (Verdena) ed il secondo ricco di diramazioni soniche (Solo un grande sasso), è ciò lo si può ascoltare in brani come "Mina", "Balanite" la queens of the stoneagiana "Elefante" e così via fino ad arrivare a "Glamodrama" momento più che mai Muse dell'album.
Ancora echi dei soliti Sonic Youth e Motorpsycho, ed i Verdena confezionano il loro miglior disco, sempre racchiusi nel loro alternative rock, dove nonostante l'inserimento delle tastiere (forse si potevano sfruttare di più invece dei soliti tappeti), è fottutamente ancora chitarra, basso (rigorosamente distorto) e batteria.

La nuova musica italiana non passa da Bergamo, anche se quello che propongono è fatto molto bene.

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