Sono passati 8 anni da "Valvonauta" e "Viba" i loro singoli di successo che li avevano consacrati come next big thing italiana, dopo la psichedelia di "Solo un grande sasso" e la prima autoproduzione del "Il suicidio dei samurai" i Verdena ritornano con un nuovo album: "Requiem". 

Scrollarsi di dosso l'etichetta di "Nirvana italiani" non è stato facile, ma almeno all'inizio faceva anche comodo. In quel periodo (1999-2000) mancava in Italia un gruppo che si rifacesse al grunge di stampo nirvaniano che poteva buttare un occhio al mainstream e ai centri sociali. Contemporaneamente.

"Requiem" è un concentrato della loro rabbia giovanile, delle ballate tra Beatles e psichedelia, del grunge di fattura Melvins e Nirvana, dello stoner dei Queens of the stone age, della capacità di evolversi dei Radiohead. Ogni album dei Verdena , infatti, non si può negare che al primo ascolti spiazzi un po' l'ascoltatore. I pezzi si dilatano quando non te lo aspetti ("Il gulliver", "Sotto prescrizione del dottor Huxley"), altri arrivano come schegge impazzite ("Don Callisto", "Was?"), altri ti danno motivo di prendere aria per un pò di secondi ("Opanopono", "Aha", "Faro", "Marti In The Sky"), altre sono semplici ballad acustiche con venature psichedeliche ("Angie", "Trovami un modo semplice per uscirne").

Non saranno originalissimi, ma di questi album l'Italia del rock ne ha bisogno. Chi ha occasione e voglia che se li veda live, rendono parecchio. 

 

 

Elenco tracce samples e video

01   Marti in the Sky (00:23)

02   Don Calisto (03:02)

03   Non prendere l'acme, Eugenio (06:05)

04   Angie (03:44)

06   Isacco nucleare (04:18)

07   Caños (03:43)

08   Il Gulliver (11:54)

09   Faro (00:47)

10   Muori delay (feat. Bugo) (02:42)

11   Trovami un modo semplice per uscirne (03:34)

12   Iridio (01:50)

13   Il caos strisciante (04:35)

14   Was? (02:06)

15   Sotto prescrizione del dottor Huxley (12:35)

16   Non è... (04:05)

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Altre recensioni

Di  Blackart

 Requiem è un album molto curato, ma allo stesso tempo suona sanguigno, è un lavoro che suda rock!

 I Verdena con questo quarto album raggiungono la completa maturità, sfruttando al massimo gli insegnamenti dei mostri sacri del rock, riuscendo ad elaborare il tutto con un tocco di forte personalità.


Di  The Publisher

 Requiem è una aberrazione di dimensioni così atroci, da innescare meccanismi di stampo omofobico tra i più gastro-sensibili.

 Requiem, ovvero (appositamente!) la morte di quel poco di sano e genuino che rimaneva nel nostro 'bel' paese.


Di  JohnWinston

 Credo sia uscito fuori un album sporco e affascinante.

 I Verdena non hanno virato verso qualcosa di più morbido, ma hanno rincarato la dose di chitarre elettriche.


Di  4urelio

 Bisogna ammettere che i Verdena riescono a sviscerare quello che c'è dentro la nostra anima, descrivono le nostre vite con violenza, follia ma anche dolcezza.

 Il disco non è subito orecchiabile, ci vuole un po’ a digerirlo e questo non è affatto un difetto.


Di  ServoDiMiyamoto

 "Requiem è un grandissimo album."

 "Requiem è l'apice che i Verdena, oggi, possono raggiungere. E sono il futuro del rock'n'roll italiano."