Una macchina delle torture.

"Bangers vs Fuckers" è una simpatica giostra del punk luna park con un bel po' di attrazioni che lasciano i lividi. Grande giostraio zingaro il nostro (ormai) amico mr. Dwyer; insieme ai suoi due luridi amici ci regala una raffica di cinghiate che non ci lasciano tempo per la pietà. Siamo di fronte ad un macigno.

Gente che s'arrampica, salta dappertutto, tappi di birre, tappi nelle orecchie, legnate, lividi, amplificatori che urlano pietà, pelli percosse con rabbia mongoloide, demenza da catena di montaggio, ritmi primordiali, 180 battute come niente, male male male, agonia, agonie, van, hotdogs al veleno, concerti davanti a tre persone, concerti davanti a nessuno, feste private, mezzo acido prima di accendere il fuoco, nocche spellate, urla nella notte, rari momenti di consapevolezza.

E via: "Extinguish me" è una cavalcata delle valchirie a bordo d'un valvolare schizzato di rum a 3 dollari il litro manco fosse un singalong a rotta di collo con la merda nel cervello. "I Knew Her" un blues preso per i coglioni e strapazzato ben bene in una maionese di sangue, armonica a bocca e fuzz senza criterio alcuno. "You Gonna Get It" è una serenata per schiacciare in fondo l'accelleratore su una strada deserta, ubriachi marci, maledicenti dio patria e famiglia.
Poi il resto: "The Alarm" in attesa dello schianto; "I Drank What" è la pillola del giorno dopo del garage punk. "Evil Son" il trip che sale male, è l'hardcore che non ti aspetti, è il definitivo trionfo della sostanza sulla forma, l'ultimo metrò senza luci. "Purse Peeking" tre accordi suonati da uno scimpanzè.

Infine una menzione d'onore spetta a ciò che del disco è il carillon finale: "Good Night, Good Bye". 45 secondi d'interminabile suite che puzza di piedi, alcol, amori finiti e una siderale distanza dalla felicità che la rende così umana e così terrena. L'unico prendifiato dell'album intero, l'unico spiazzo illuminato sulle ginocchie piene di sangue, sui polsini lisi, sul vomito di liquore scadente che appiccica la maglietta.

Che l'America sia anche questo è ovvio. Che i protagonisti siano le vite dei giovani sulla giostra calci-in-culo con la sorte, i problemi e la rabbia esposa una volta per tutte è ovvio altrettanto.
Ma i Coachwhips scoperchiano il vaso, urlano strillano vomitano imprecano e infine ti ringraziano di averli ascoltati perchè ti sei ascoltato anche tu che hai bisogno del tuo momento "Dance floor Bathroom". E che sia la tua esplosione.

Grazie.

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