Un terrestre visionario

ovvero un assalto techno-logico dal futuro

8 gennaio 1997: il signor Bowie ha compiuto 50 anni e per festeggiarli organizza un immenso concerto al Madison Square Garden di New York dove partecipano vecchi e nuovi amici come Lou Reed, Sonic Youth, Foo Fighters, Billy Corgan, Robert Smith e Frank Black. Sa che il concerto avrà una portata mediatica e pubblicitaria eccezionale e sfrutta l'occasione per suonare alcuni classici e soprattutto per presentare "Earthling".

8 gennaio 1997: Bowie compie 50 anni e non li dimostra affatto, e se non ci credete ascoltatevi questa bomba sonora. L'ex Duca Bianco ha un volto sano, coniuga portamento signorile e sorriso giovanile, ha un mantello stracciato e pantaloni di polle, capelli a spazzola rossi ed energia da vendere. Con "Earthling", signori e signore, Ziggy Stardust è tornato sulla Terra trasformato in un folle androide metropolitano lanciato in una corsa isterica alla ricerca di pezzi di suono per formare patchwork impazziti.

Come nel precedente "1.Outside" l'ex-Duca Bianco è ispiratissimo, e proprio da quel disco sembrano provenire alcune idee come le urla visionarie di "Telling Lies" e i sospiri di "I'm Afraid Of Americans", mentre altre suggestioni vengono colte direttamente da nuove bands come Prodigy e Nine Inch Nails. Tutti i brani hanno un impatto sonoro veramente notevole e alcuni di essi, come "Battle For Britain" (ad un certo punto credete che il cd stia saltando vero? è invece è una delle tante trovate geniali di Bowie) e "Dead Man Walking", oltre al caratteristico drumming jungle e industrial stupiscono con divagazioni free jazz del grandissimo pianista Mike Garson. Già con la prima "Little Wonder" l'assalto tecnologico ci catapulta su un treno che per attraversare la città sfonda palazzi, mentre in "Seven Years In Tibet" un lento sassofono quasi blues viene squarciato dalle lancinanti fitte delle distorsioni del chitarrista Reeves Gabrels e dai cori back dell'ottima bassista Gail Ann Dorsey. Pulsazioni dal futuro e aggressività strumentale non ci abbandonano nemmeno per una traccia e ci conducono in un viaggio senza sosta in una metropoli del futuro, e non possiamo non restare affascinati davanti a questo lavoro che non solo strizza l'occhio alla club culture di moda all'epoca e alle classifiche ma che farcisce suoni moderni con una rinnovata classe inglese, raffinatissimi coinvolgimenti pianistici e una furia chitarristica sicura e potente. E i testi non sono da meno: riescono a essere ironici (come in "Little Wonder"), impegnati, deliranti e ancora apocalittici. Visioni di futuri possibili attraverso "squarci nel tempo" si alternano a riflessioni intime ("Battle For Britain"), alla critica sociale di "I'm Afraid Of Americans" e alle citazioni di Bertrand Russell e Samuel Beckett dell'ultimo esageratissimo delirio techno "Law".

Tutti coloro che si aspettavano i progettati quattro seguiti di "1.Outside" forse vorranno rimaner delusi da questo lavoro, ma "Earthling", anzi "Eart hl i ng", per me è come una costola impazzita e più commestibile del precedente capolavoro e ci conferma che il più grande è solo quest'uomo che di spalle, vestito con la Union Jack, canta sono il tuo futuro, sono il domani, sono la fine.

da "Dead Man Walking"

"Due giovani danzano sotto il lampione
Scuotono il loro sesso e le loro ossa
E i ragazzi che eravamo
Una nazione aliena in terapia
Cade a terra nuda e nuova
Come un bambino irascibile
Su una strada scivolosa di pioggia

E sono andato andato andato
Ora sono più vecchio dei film
Lasciami danzare via
Ora più saggio dei sogni
Lasciamo volare volare volare
Mentre sto toccando il domani
E so chi c'è
Quando le sagome cadono
E sono andato

E sono andato, come danzassi sugli angeli
E sono andato
attraverso una rottura nel tempo
Come un morto che cammina"
(tratto dalle traduzioni di Velvetgoldmine.it)

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