Noi che suoniamo di contrabbando,

ovvero "la strada che la vusa"

1995, Tremezzo, Lago di Como: un ragazzo di nome Davide Bernasconi inizia a correre partendo dalla riva, stringe la chitarra tra le braccia, con i suoi De Sfroos al seguito ha già inciso due bootlegs autoprodotti ("Ciulandari" e "Viif"), ha un passato punk, tante nuove idee e una gran voglia di raccontare storie e personaggi nel dialetto del suo amato Lario. La band piano piano si fa un nome correndo da curiera a curiera, da sponda a sponda, qualcuno decide di credere in questi ragazzi ed essi un bel giorno riescono a pubblicare il loro primo album, "Manicomi". Come dice il titolo, ci ritroviamo nel bel mezzo di un concept album basato sulle storie e le identità frantumate degli "ospiti" di un manicomio. La musica è country, è folk, ma non solo: ci sono contaminazioni reggae come in "Ave Maria", il blues-swing de "La Furmiga", e non manca nemmeno il rabbioso punkdi "Kamell" e "Spara Giuvann". Tra le canzoni-persone possiamo incontrare la drammatica ed energica "Anna", che apre il disco marchiandolo con il fuoco della poetica de-sfroosiana, oppure la vicenda comica (ma attenzione, la riflessione è dietro l'angolo) di "Lo Sconcio": qui la voce di Davide è quasi attoriale e i fiati creano un'eco irresistibile e ballabilissimo alla vicenda del pazzo salvatore. Inutile citare le due canzoni manifesto, sempre suonate in concerto e sempre attese da tutti i fan, ovvero lo ska-folk di "De Sfroos" e l'ironica "La Curiera".
Se la prima parte dell'album è apparentemente spensierata e incentrata sulla vita del manicomio, nella seconda l'orizzonte si allarga e le tematiche si spostano sulla critica sociale, come nella dimessa "Poor Italia"... e a chi accusa il Davide di parteggiare per la lega, la risposta arriva con "La Fruntiera". Nell'universo impazzito dell'esordio dei De Sfroos c'è anche spazio per le emozioni irlandesi di "Nonu Aspis", i venti dal sud di "El Teemp" e la chiusura dark di "El Diavul".
I racconti di Davide si inseguono senza stancarci mai, il disco suona ancora grezzo se confrontato a "Breva E Tivann", ma embrionalmente contiene già alcuni temi della poetica di Van De Sfroos: "Manicomi" è un pentolone infiammato dall'energia dell'atteggiamento punk in cui vengono mescolate molte delle ispirazioni , suggestioni e contaminazioni che Davide approfondirà nella sua produzione più matura.

da "Manicomi"

"Teste rasate mille punture siamo gli occhi delle nostre paure
non distinguiamo domani da ieri nelle urla dei nostri pensieri
vengono a trovarci, non sanno più chi siamo
vengono a trovarci, non li conosciamo
vengono a trovarci , non sanno cosa dire
Parlano strano e non possiamo capire"

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