Life ain't so happy in your little Shangri-la.
L'opera di Ray Davies è antropologica, un'acuta osservazione partecipante della pochezza dell'uomo occidentale moderno. Finalmente emancipato, libero di bere il thè, di scattare foto, di comprarsi un cappello come si deve, di guidare mille miglia, di emigrare in Australia dove dimora la fortuna. Libero di riempire la propria testa con idiozie, paranoie, frustrazioni, con l'ego e le sue invidie.
I Kinks fondono critica sociale autoironica e gusto melodico fuori da ogni competizione. Dipingono provocazioni che non hanno pareti, descrivendo la grande giostra della monotonia con la leggerezza di chi è capace a prendersi in giro.
Questi sono solo alcuni motivi che pongono il gruppo tra i più grandi artisti pop mai esistiti. Il vuoto esistenziale che ci canta Ray era attuale nei '60 della crescita economica e lo sarà anche domani, quando l'uomo economico continuerà ad inventare caricature di sé.
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