Mumon -La porta senza porta seguito da 10 Tori di Kakuan e da Trovare il centro
«Lo Zen non ha porte.
Le parole di Buddha hanno lo scopo di illuminare gli altri.
Quindi, lo Zen dev’essere senza porte».

Così scriveva Mumon (1183-1260) introducendo una raccolta di koan dedicata a un gruppo di monaci suoi allievi.

(cit. Adelphi) di più
Nyogen Senzaki e Paul Reps -101 storie Zen
Il lettore vi troverà una scelta dalla "Raccolta di pietre e di sabbia" di Muju, maestro giapponese del tredicesimo secolo, e da altri testi classici Zen, sino alla fine del secolo diciannovesimo.

Lo Zen non è una setta ma un’esperienza».
Da questa esperienza, che ha al suo centro la nozione di satori, "illuminazione", è nata una letteratura immensa, dalle numerose ramificazioni, a partire dal sesto secolo in Cina (sotto il nome di Ch’an) e a partire dal dodicesimo secolo fino ai nostri giorni in Giappone (sotto il nome di Zen). - cit. Adelphi - di più
Jacques Bacot -La vita di Marpa il Traduttore
Marpa il Traduttore (1012-1096), noto in Occidente soprattutto come il maestro iroso e incontentabile che sottopose Milarepa, suo discepolo prediletto, a fatiche inaudite prima di accordargli qualunque insegnamento, fu tra coloro che più contribuirono a trapiantare il buddhismo indiano in Tibet.
Tre volte lasciò il Tibet per compiere perigliosi viaggi attraverso il Nepal e l’India alla ricerca di manoscritti e di maestri che gli spiegassero le oscure dottrine dei Tantra.
Fra i molti incontri straordinari, decisivo fu quello con Naropa, il quale, dopo averlo istruito e messo alla prova con messaggi enigmatici, visioni sconcertanti e apparizioni portentose, lo designò come suo successore spirituale. (cit. Adelphi) di più
Amos Tutuola -La mia vita nel bosco degli spiriti
In Nigeria, all’inizio degli anni Cinquanta, il giovane Amos Tutuola spedì il suo primo manoscritto a un indirizzo che aveva trovato su un annuncio apparso in un giornale locale.
Con ulteriore passaggio, il manoscritto arrivò all’editore Faber and Faber: per questa via improbabile l’immortale spirito della favola tornava a parlare.
Dylan Thomas riconobbe subito quel tono, quella meraviglia – e salutò il primo libro di Tutuola con una recensione entusiastica sull’«Observer». (cit. Adelphi) di più
Jacques Bacot -Vita di Milarepa I suoi delitti, le sue prove, la sua liberazione
- Milarepa fu mago, poeta ed eremita. Lo fu successivamente e in modo così completo che i Tibetani fanno fatica a non separare questi tre personaggi e, a seconda del loro punto di vista di maghi, di laici o di religiosi, Milarepa è il loro più grande mago, poeta o santo. (Jaques Bacot)
- Uno di quei testi preziosi sui quali, a ogni nuova rilettura, si misura ciò che si è capito nel frattempo. (René Daumal)
- Vita di Milarepa è una biografia - la più antica tramandata - ad opera di UgTsang smyon He-ru-ka sul monaco buddista, mistico e maestro yogi Milarepa. di più
Lev Tolstoj -La morte di Ivan Il’ic - Tre morti e altri racconti
Se si vuole avere il senso immediato, incontrovertibile della grandezza di Tolstoj già in poche pagine, basta aprire questo libro. Storia apparentemente delle più comuni – un personaggio mediocre e senza profilo scopre, dopo un banale incidente casalingo, di essere affetto da una malattia mortale –, la vicenda di Ivan Il’ic è forse l’opera dove, più che mai, la morte diventa presenza, interlocutore, addirittura potenza evocatrice di una nuova realtà. (cit. Adelphi) di più
Robert Louis Stevenson -L’Isola del Tesoro
Ci sono rari libri che non solo appaiono perfetti in ogni tempo, in ogni età, in ogni situazione, ma che sembrano contenere in sé un qualcosa di più che va anche al di là della letteratura: sono libri che assomigliano alla felicità, come scrisse con formula memorabile Sciascia... (cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -Le finestre di fronte
- Siamo a Batum, sul Mar Nero, nei primi anni di Stalin. Adil bey è il nuovo console turco.
Comincia a guardarsi intorno.
Entra nel suo ufficio, «sporco di quella sporcizia lugubre che si ritrova nelle caserme e in certi uffici pubblici».
Dà un’occhiata fuori e vede due persone affacciate alla finestra di fronte.
- Spia le spie, e intanto anche il suo corpo sembra intaccato, una cupa rabbia si unisce alla paura.
E l’angoscia si espande, nulla può arrestarla.
Su questa scena si consuma una storia di amore, inganno e morte.
(cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -Lettera a mia madre
- Dopo anni di assenza, Georges Simenon torna a Liegi per assistere agli ultimi giorni della madre novantenne.
Nella stanza dell’ospedale due occhi di un grigio slavato lo fissano: «Perché sei venuto, Georges?»
- Per quasi cinquant’anni si sono visti poco.
- ... solo ora Simenon ha l’impressione di capire sua madre, e insieme di non sapere quasi nulla di lei...
(cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -L’uomo che guardava passare i treni
Popinga esce di casa e, chiudendo la porta, esce anche da se stesso, incontriamo di tutto e non riusciamo a evitare di vederlo con i suoi occhi.
Il delitto, il terrore, la fantasticheria, la solitudine, la lucidità, la puntigliosità: sono nuovi pezzi su una vecchia scacchiera, e con il loro aiuto Popinga tenta disperatamente di eludere lo scacco matto.
(cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -Pedigree
«Miliardi, miliardi e miliardi di animali sulla faccia della terra, per aria, nell’acqua, dappertutto, compiono senza sosta, minuto per minuto, uno sforzo di tutte le loro cellule verso un divenire che non conoscono, come le formiche che traversano precipizi trascinando fardelli cento volte più grandi di loro, si avventurano fra montagne di sabbia o di fango e ritentano dieci volte l’assalto a un medesimo ostacolo, senza che la loro carovana cambi strada».
Così apparvero, all’occhio di Simenon, i primi anni della sua vita: innumerevoli piccoli gesti e piccole figure, grumi di pigmento su una tela sconfinata. (cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -Il testamento Donadieu
... un giorno il capotribù, Oscar l’Armatore, scompare.
Da allora ha inizio questa cronaca grandiosa e minuziosa, storia di una disgregazione che investe prima La Rochelle per diramarsi poi a Parigi, passando dal torpido ritmo di una città della profonda provincia battuta dal mare all’effervescenza avvelenata della metropoli.
Con la stessa sicurezza con cui si manteneva, «l’ordine Donadieu» crolla.
E trascina nel crollo non soltanto il clan, ma colui che era stato il freddo agente della rovina: l’arrivista Philippe...
(cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -Hôtel del Ritorno alla Natura
Questo è il mio primo libro che leggiucchiai in un batter d'occhio di GS e poi inevitabilmente gli altri seguirono a raffica...

"Uno scienziato tedesco e la sua compagna vivono in solitudine su una delle isole Galápagos, convinti di abbandonare così la civiltà corrotta e «riavvicinarsi allo stato di natura». Ma anche la contessa von Kleber, affiancata da due gigolò, ha dei piani su quel frammento abbagliante di terra circondata dal mare..." (da Adelphi) di più
Georges Simenon -Lettera al mio giudice
«Vorrei tanto che un uomo, un uomo solo mi capisse.
E desidererei che quell’uomo fosse lei».
Così si rivolge il narratore, all’inizio di questo romanzo, al suo giudice – e insieme a ogni lettore. La storia che segue è una storia di amore e di morte, carica d’intensità, esaltazione e angoscia.
È la storia di un uomo che si sente trascinato a uccidere una donna perché la ama troppo.
(cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -La neve era sporca
Frank, il memorabile protagonista di questo romanzo, ha diciannove anni ed è figlio dell’attraente tenutaria di una casa di appuntamenti in una città del Nord durante l’occupazione nazista.
Freddo, scostante, insolente, solitario, Frank vuole in segreto una cosa sola: iniziarsi alla vita.
E crede che il modo migliore per farlo sia questo: uccidere qualcuno senza ragione.
Lo fa.
Poi compie altri crimini, sempre in qualche modo gratuiti.
(cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -La Marie del porto
La Marie del porto è una figura che non si dimentica nella vasta galleria delle donne di Simenon:
una ragazzina poco appariscente, una vera «acqua cheta», che riesce a impaniare un uomo sbrigativo e spavaldo, avvezzo a vincere e comandare.
(cit Adelphi) di più
Georges Simenon -Betty
Una bella donna dalla condotta scandalosa approda sullo sgabello di un bar degli Champs-Élysées, con la testa confusa dall’alcol.
Che cosa c’è dietro?
(cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -Pietr il Lettone
- La presenza di Maigret al Majestic aveva inevitabilmente qualcosa di ostile.
Era come un blocco di granito che l’ambiente rifiutava di assimilare.
- Non che somigliasse ai poliziotti resi popolari dalle caricature.
Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola.
- «Aveva in particolare un modo tutto suo di piazzarsi in un posto che era talora risultato sgradevole persino a molti colleghi»
(da Pietr il Lettone) di più
Georges Simenon -La morte di Belle
- In un lindo cottage di una tranquilla cittadina americana, una ragazza diciottenne, Belle Sherman, viene uccisa.
Quella sera, casualmente,
il professor Spencer Ashby – che ospitava la giovane, figlia di un’amica della moglie – era rimasto solo in casa con lei.
- «i giusti», cominciano a guardarlo con sospetto, a trovarlo «diverso», a isolarlo.
È quanto basta per far riaffiorare in lui antichi turbamenti, fantasie sessuali, un disordine interiore che, dopo anni di vita senza scosse, credeva sopito, represso. Il coroner incalza con i suoi interrogatori, e il precario equilibrio del professore si sfalda.
- Un’altra realtà verrà fuori, dal guscio dell’orrore. (cit. Adelphi) di più
Georges Simenon -Turista da banane
Oscar Donadieu, giovanotto sensibile e introverso, ultimo erede di un potente clan di armatori della Rochelle, sbarca a Tahiti sognando «di immergersi nella natura, di vivere a tu per tu con lei e con lei sola, rinunciando agli agi della civiltà».
Eppure, già nel corso della traversata, qualcuno lo ha messo in guardia: «Forse farebbe meglio a non scendere dalla nave e a tornarsene dritto in Francia».
Eviterebbe così di diventare uno di quelli che i locali definiscono sprezzantemente «turisti da banane», relitti della vita tropicale vaganti fra sbronze tristi, ragazze facili, squallide notti e sordidi intrallazzi. (cit. Adelphi) di più