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allora, nel caso di "uccellacci e uccellini" come del resto anche di "Accadde una notte" (sembra incredibile questo accostamento, vero poletti?, la strada diventa il teatro in cui la società mostra tutte le sue figure che possano essre grottesche o tragiche. In quest'ottica la strada è un MEZZO che ci fa vedere cose che la società terrebbe altrimenti nascoste, e in queste commedie i personaggi ottengono quello che cercavano e che non trovavano nella dimensione normale. Nel road movie invece la strada assume una importanza critica PROPRIA, che addirittura mette in discussione l'appartenenza del protagonista alla società stessa così come è costituita, e infatti alla fine quasi sempre muore o perlomeno NON realizza gli scopi per cui si era messo in marcia.
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allora pure "Tutti a casa" di Comencini e "La vacanza "di Tinto Brass, sono dei road movie....Occulto ha detto bene, i presupposti sono il viaggio come storia e la strada come supporto alla storia, ma è inutile che ci sbattiamo,il vero road movie è USA, deriva dalla grande frontiera, da Whitman. A tutti quelli che ripetono pedissequamente che "Il sorpasso" è un road movie vorrei far notare che ci sono due buone recensioni che nell'indicare il genere scrivono entrambe: commedia, drammatico.Chissà perchè al momento di scegliere le caselle previste da debaser non hanno cliccato road movie.
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per quanto riguarda i punti di domanda servivano solo a dare effetto alla recensione. Poletti....mannaggia.... poletti, non stare a rompere il cazzo inutilmente...
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poletti mi dispiace ma continui a non VOLER capire, il richiamo ai miti del passato non è una contraddizione. Hopper/Fonda/Terry Southern ti stanno dicendo che l'america conformista e reazionaria dell'assassinio di Martin Luther King, di Bob Kennedy, della fine della summer of love con il fatto di Altamont, li ha TRADITI. Loro l'amavano quell'America fatta di frontiera, di libertà, il loro viaggio è a ritroso rispetto al go west! del passato proprio per ritrovare quello spirito perso per strada.
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gassman/bruno non è un disadattato, lui vive in pieno l'ottimismo della società italiana del boom economico e ci sguazza, la strada per lui non è un mezzo di fuga: serve a dimostrare che con la sua Aurelia sport può togliere di mezzo gli ostacoli (le altre auto) che si frappongono tra lui e l'ingresso a pieno titolo nel benessere economico.
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li ho visti dal vivo quest'estate e confermo l'impressione del compitino perfettino, i primi dischi, sopratutto "Everyday" piuttosto che "Man with a movie camera" me li avevano fatti sopravvalutare...
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Sbagli, il primo road movie della storia del cinema è "Come vinsi la guerra" di Buster Keaton, ma porcalamiseriazozza come devo dire che Easy Rider è uno spartiacque perchè in tutti i road movie che lo avevano preceduto, qualche nome? Detour, Furore, Il fiume rosso, il sorpasso, Gangster Story, la strada è un elemento secondario , è il luogo dove si svolge la vicenda, da Easy rider in poi la strada (Punto Zero, Two-lane Blacktop,Electra-glide, La rabbia Giovane, Telma & Louise, Belli e dannati) è un mezzo di fuga, l'universo parallelo alla società conformista e autoritaria, PER MEZZO della quale affermare la propria esistenza
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e non ti chiedo nemmeno conto di chi aveva sdoganato il road movie tanto so che tiri fuori "Accadde una notte" che come al solito non c'entra un cazzo con il discorso che facevo della strada come protagonista e non come mero "teatro"...
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poletti, il problema è che ti manca qualche neurone, andresti bene al Processo di Biscardi a fare quello che spara cazzate tanto per innalzare l'audience, io parlavo di Hollywood e non dell'Italia, "Gioventù bruciata " non c'entra un cazzo, Nicholson si era ritirato come attore per gli scarsi successi ottenuti e voleva fare lo sceneggiatore , dovette convincerlo William Hayvard che era il produttore associato di Easy Rider (nonchè cognato di Dennis Hopper. Se (mai) oggi godi nel vedere i film di Scorsese, Coppola e De Palma devi ringraziare lo stratosferico successo di Easy Rider..
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Grazie a tutti per gli interventi e per i complimenti alla recensione. So che è un doppione ma l’ho fatta proprio perché avevo qualcosa da dire di diverso della banale interpretazione a base di supermoto, droga e hippismo a buon mercato. Il film non è un capolavoro se lo paragoniamo ad “Arancia meccanica” o a “Quarto potere” ma è uno SPARTIACQUE, ha cambiato il modo di fare cinema, signori….E’ il primo film indipendente fatto con quattro soldi e con gente presa dalla strada distribuito da una major, è un film che ribalta la concezione del road movie perché lo spazio attorno ai protagonisti non è più solamente un luogo “topografico” ma parte della narrazione al punto di essere tra i protagonisti, è un film vorrei azzardare “neorealista “che non ha bisogno di una regia rivoluzionaria per fare “effetto”.Oggi che adagiamo le molli natiche sui divani comprati il fine settimana all’ IKEA facendo a gomitate con migliaia di persone, lo consideriamo "giustamente" invecchiato come dice il buon poletti che gli schiaffa un bel due. Ebbene un film come “Il sorpasso” non ha una regia eccelsa, la sceneggiatura è rabberciata giorno per giorno, addirittura le scene a Roma sono fatte con una controfigura perché Trintignant ancora doveva arrivare dalla Francia. Ma noi italiani non ci sogneremmo mai di dargli 2 e dire perche è datato, troppo legato al periodo in cui fu girato e sicuramente manderemmo vaffanculo un qualsiasi straniero che vedendolo oggi direbbe che è invecchiato male. I miti non invecchiano.
Meditate, gente come poletti ( che premette “inutile che mi pronunci” e poi sproloquia lo stesso…) meditate…….