Voto:
Questo e' innegabilmente un gran pezzo. Se pero' ascolti l'intero lp The Long Run, ti rendi conto che erano al tramonto, loro e il loro glorioso mondo. Da li' in poo, solo celebrazione dei fasti del passato. Mentre arrivavano i Talking Heads.
Voto:
E ora mi rivolgo agli stimatissimi dirigenti del vecchio caro Debaser, G e gli altri che contano, chiedendovi di ridare un momento di visibilita' a questa vecchia recensione, scritta con passione, competenza concisione e chiarezza. Si tratta di un piccolo "pezzo" su un classico del jazz moderno, decisamente ben fatto. Debaser ha solo da guadagnarci, restituendo un momento di "fama" ad una cosa ben fatta, su musica, in un certo senso, eterna.
E giuro che non sono Contemplazione, che spero stia bene da qualche parte nel mondo.
Se possibile ovvoamente.
Grazie cari. Vi voglio bene, e da tanto tempo.
Voto:
Caro Contemplazione
non so se puoi leggere questo mio piccolo commentino alla tua recensione, sono passati ben 15 anni dalla pubblicazione di questo pezzo.
Comunque, ci tenevo a dirti che hai scritto una bellissima recensione, chiara, concisa, ma anche ricca.
Hai fatto una cosa fatta bene.
Ovunque tu sia oggi, bravo, bravo, bravo.
Voto:
Sessanta racconti. Uno dei libri della mia vita.
Voto:
E' incredibile la somiglianza del Fortis fine anni 70 con il Paul Weller metà anni '80. Sembrano la stessa persona. Forse lo sono.
Voto:
Sono andato a farmi un pò di ricerca su un'artista che non conoscevo.
Stranissimo, non credevo che esistesse più gente che fa (ed ascolta) musica del genere. Questa ragazza e la sua band mi hanno riportato per un momento negli anni '80. Mi sono chiesto come è possibile una "macchina del tempo" del genere. Poi ho visto che è australiana. Forse la chiave del fenomeno è proprio quella: l'Australia, paese magico dove accadono cose che noi abbiamo visto 40 anni fa, o dobbiamo ancora vedere, tra 40 anni.
Comunque è tutto estremamente divertente. Complimenti DaniP
Voto:
Per puro caso, in questi giorni sto ascoltando un disco di blues rock semplicemente FANTASTICO, e, già che ci sono, mi permetto di consigliarlo a tutti gli amanti del blues.
Si tratta del disco di esordio dell'armonicista Junior Wells, intitolato "Hoodoo Man Blues", inciso e pubblicato nel 1965, insieme al chitarrista Buddy Guy. E' un disco di autentico blues, mentre lo splendido Blues From Laurel Canyon appartiene ad un genere di revival bianco. Sono entrambe, comunque, due opere da brivido.
Voto:
Francamente mi sembra tutto molto esagerato per un disco come questo.
Sarò ormai un vecchio bacucco, sono il primo ad ammetterlo, però di musica come questa ne conosco a montagne, e anche proveniente da nomi meno conosciuti.
E' tutto troppo.
Hai schiacciato PER SBAGLIO IL TASTO DELLA TASTIERA BLOC MAIUSC? Capita. Però poi, uno, se si rilegge se ne accorge.
Mah...
Voto:
Disco splendido.
C'è stata un epoca che su Debaser non si potevano più recensire dischi dei Pink Floyd, senza venire investiti da una violenta mitragliata di improperi, accusati di inflazionare con recensioni inutili sempre gli stessi titoli.
Io non ho mai condiviso quella politica, perchè una recensione può essere anche una dichiarazione d'amore, per questo lecita anche quando è una tra le tantissime.
Quell'epoca sembra finalmente finita, ed ora si può tornare a scrivere che Saucerful o Dark Side sono semplicemente dischi che ami e che per te significano qualcosa, senza essere massacrati. Questa è una di quelle recensioni, e per questo la rispetto.
Certo, se tu fossi riuscito anche a spiegare il motivo per cui questo disco è per te importante, sarebbe stato meglio. Mi pare che da questo punto di vista sia piuttosto carente.
Comunque, per un disco come questo, apprezzo anche una semplice attestazione d'amore.
Voto:
Aaaah, è qui che ti aspettavo....
Perchè questo è un disco che fa parte di una manciata, diciamo un settantina, di dischi che amo da quarant'anni, senza ripensamenti.
E' uno splendido disco di blues rock, con potenzialità jazzistiche.
Se fosse solo per questo, starebbe insieme ad altre centinaia di dischi con le stesse caratteristiche. Però questa musica, e solo questa, in particolare, e a differenza degli altri dischi di Mayall, possiede una particolarissima venatura di nostalgia e malinconia che lo rendono unico e grande.
La tua recensione manca di individuare questo elemento, ma possiede tutte gli altri per me condivisibilissimi giudizi.
Quindi 5 stelle (6 se potessi) al disco e 4 stelle alla recensione, che saltano a 5 per averlo scelto tra tanti. Grazie Embal.
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