Opeth Heritage
16 set 11
Voto:
Recensione purtroppo terribilmente scarna e, in apparenza, fatta "di fretta", che non rende la giustizia dovuta a un album che io stesso, da appassionato di lunga data sia di prog-death, sia di prog-rock, sia di Opeth, dopo qualche decina di ascolti faccio ancora fatica ad assimilare.

Riguardo all'album...mi riservo ancora del tempo per emettere un giudizio. Dopotutto solo dopo qualche decina di ascolti ero riuscito a capire appieno quel capolavoro che si è poi rivelato essere Ghost Reveries (e neanche dopo decine di ascolti, invece, sono riuscito a capire quel mezzo/pieno passo falso di Watershed). Ho apprezzato molto le sonorità pesantemente influenzate dai King Crimson, di sicuro. E hai detto niente, annoverare un certo Robert Fripp fra le proprie influenze, reinterpretando un prog 70ino sperimentale in modo moderno, non è neanche roba da tutti, a tutti coloro che dicono "du maroni con sto prog di 40 anni fa" rispondo che la sperimentazione progressiva di Fripp e soci era avanti anni luce all'epoca e lo è ancora oggi, e non è mai stata neanche conclusa. Avere Fripp come musa ispiratrice non è la stessa identica cosa di ispirarsi a Britney Spears. Al di là di questo discorso...sento molta tecnica prog in questo album, tante idee, tante buone strutture, tante influenze, ma manca quel tantino in più perché mi entri dentro come hanno fatto Blackwater Park, Damnation e Ghost Reveries. E non discuto dell'abbandono del growl e delle influenze death qua...Akerfeldt è uno che potrebbe interpretare divinamente anche la canzone del sole, in falsetto, con un tutù da ballerina e con le palle stritolate da uno schiaccianoci. Ma secondo me qui manca quel filo conduttore che trasforma un ottimo disco in un disco che non uscirà dal tuo lettore cd per i prossimi 6 mesi, come ci hanno abituato gli Opeth. Mi riservo ancora un paio di ascolti per confermare questo giudizio..
Voto:
Non ho ancora ascoltato questo lavoro, ma mi è capitato di ascoltare Circling Around The Universe ed è davvero notevole (è l'unico che sono riuscito a trovare perché disponibile gratuitamente per il download da last.fm, gli altri dischi sono introvabili anche su Amazon e sul loro stesso sito). È sul mio mp3 ininterrottamente da due giorni. Almeno questo disco ha momenti di improvvisazione jazz sublimi, sono musicisti decisamente sopra la media e non capisco perché non siano noti al di fuori dell'arcipelago danese. Un motivo in più per andarli a vedere in concerto qui in centro il prossimo 8 aprile.
@Cappio: Non c'è quasi mai traffico sull'Oresund, o almeno io non l'ho mai trovato...in genere ci sono pochi pendolari Danimarca-Svezia XD
Voto:
Vivendo proprio qui a Copenhagen andrò a vederli l'8 aprile a un concerto in centro (ho giusto scoperto che poco tempo fa hanno suonato a Christiania, a due passi da casa mia...ma porc...). Mi hai decisamente incuriosito, anche se non sono ancora riuscito ad ascoltare nulla di questi ragazzi. Pare che questi dischi siano più rari dell'araba fenice da trovare.
Voto:
Che peste di colga. Tu e il tuo lirismo sardo da due soldi. E ti venga il vaiolo allo scroto per aver infilato, anche distrattamente, nomi come Peter Gabriel, Leopardi, Montale e De André per parlare di un ragazzino che "fa l'amore in tutti i luoghi e in tutti i laghi". Ma in ogni caso non puoi essere che un troll. O un caso umano. O entrambe le cose.
Cynic Focus
24 feb 10
Voto:
Recensione sublime per un album inarrivabile. Il secondo attesissimo album, pur essendo un gran lavoro, è ovviamente un gradino sotto questo monumento musicale, anzi anche molto più di un gradino. E non poteva essere altrimenti. Un simile connubio di fusion e death metal nella opera capita una volta sola nella storia della musica. Unico piccolissimo neo, la voce iper-effettata. Mi sono ormai abituato, dopo centinaia di ascolti, ma credo che se fosse stato solo strumentale, con al massimo qualche incursione in growl qua e là, sarebbe stato ancora più grande. Ma d'altronde reputo la voce "intrusiva" in molti lavori del genere. Anche in Control and Resistance dei Watchtower tollero poco la voce che poco si sposa con il genere (mentre invece adoro Machinations of Dementia dei Blotted Science, dietro ai quali c'è la stessa mente). Per non parlare poi di quanto maltolleri la voce in un lavoro come quello degli Spiral Architect che senza la voce sarebbe letteralmente sublime. Credo che sia un genere questo dove la voce deve farsi da parte per lasciare spazio alle parti strumentali in tutta la loro perfezione. Ad esempio adoro il lavoro che Malone e gli altri fanno con i Gordian Knot. Una delle poche eccezioni a questo mio principio anti-vocale è l'album degli Aghora, sempre con Malone. Ma lì è un discorso diverso, alla voce c'è una cantante che con le sue sperimentazioni arabeggianti si sposa perfettamente con la musica.
Voto:
Il lavoro di questi ragazzi è pregevole. A tratti un po' troppo epic per i miei gusti, che del prog metal preferisco più lo stile se vuoi più intricato e filo-jazzistico di gente come gli Opeth, a quello filo-epico di Symphony X e Threshold, ma su quest'ora ho davvero poco da ridire (al di là dei già citati ritornelli epici corettati). Echoes of life è sublime, Falling away e Avalon hanno delle melodie che catturano fin dal primo ascolto, e tecnicamente questi ragazzi sono ineccepibili, perfetti, anche senza mai lanciarsi in turbinii di note fini a se stessi. Credo che nel mondo del prog metal siano ingiustamente sottovalutati. Inviterei tanta gente che ha commentato qui finora ad ascoltarsi per bene questo disco, prima di farsi prendere dai soliti, banali, pregiudizi, che come sempre cadono nell'anti-dreamtheaterismo fine a se stesso che prende subito tutti come la lebbra appena si parla di prog metal. Quanto alla recensione, sono buono e mi limito a 2. L'eccesso di punti esclamativi mi ha sempre procurato l'orticaria, e mi dà l'impressione di un approccio bimbominkioso. I periodi sono inutilmente aggettivati e privi di punteggiatura al punto da diventare talvolta incomprensibili alla mente umana. E la complessità dei pezzi non si merita certo giudizi da "davvero forti le chitarre, riff davvero pesanti!".
Voto:
Piccola de-nota agli editors...non ricordo se sono stato io a sbagliare l'anno, ma l'avevo scritto anche nella recensione...il disco è del 1975, non del 1988.
Tool Lateralus
19 feb 10
Voto:
Una pietra miliare della musica degli ultimi 20 anni, uno dei dischi più complessi e originali mai partoriti dalla mente umana. Liquidare questo disco dai tempi allungati, le linee melodiche introspettive e le ritmiche volutamente ripetitive, quasi come in un mantra, con un "du palle" è un po' come definire noiosa una sinfonia da un'ora di Bruckner o di Mahler solo perché troppo lunga e non presenta melodie facili dall'inizio alla fine. A tali personaggi consiglierei di rispolverarsi i loro dischi punk, e di ascoltarsi i loro bei pezzi che in 2-3 minuti esauriscono tutto quello che devono dire, perché probabilmente questa è roba che non fa per loro (ma il fatto che non faccia per loro implica che devono constatare i loro limiti musicali, senza permettersi di sparare sentenze gratuite su lavori che non possono capire). Per quanto riguarda la recensione, io non recensirei Lateralus così come si recensirebbe un disco dei Ramones o degli Iron Maiden. Lateralus non è solo "un milione di orgasmi messi su un pentagramma" o "riff granitici e ossessivi". O meglio, è questo solo a un primo ascolto superficiale. Mi dispiace notare che nessuno qui ha parlato dei "messaggi subliminali matematici" presenti all'interno di questo capolavoro, in particolare nella title track (la metrica della strofa che segue la successione di Fibonacci; la parte cantata che comincia a 97 secondi, e il rapporto fra 97 e 60 è quello che più si avvicina al numero phi, numero irrazionale simbolo delle "proporzioni auree" nell'arte classica, nonché fortemente legato alla successione di Fibonacci; il tema della spirale che ricorre continuamente nel disco, associato a quello della successione di Fibonacci, e se il disco viene ascoltato con le tracce ordinate "a spirale" si scopre che una è il perfetto continuo dell'altra). Di chiavi di lettura questo disco ne ha tante. Ho trovato in giro per la rete perfino gente che ha trovato all'interno del disco riferimenti al sistema numerico della Kabala ebraica. È un disco che meriterebbe un'analisi di 10 pagine, non certo un'analisi che si limita ai suoi riff granitici e ripetitivi.
Voto:
Quanta ignoranza ostentata a prescindere trasudano i commenti dei vandali patentati quipresenti? Se non piace il prog metal, solo perché si odiano i DT, non è il caso di vandalizzare ogni rece/disco di quel genere senza neanche ascoltarlo, solo per dimostrare la propria ignoranza. Se non mi piace (e non mi piace) l'hip hop, non vado a vandalizzare tutte le recensioni di Jay-Z dicendo che fa cagare senza neanche averlo ascoltato. Se solo aveste avuto un minimo di apertura mentale tale da andare nel primo buco del culo della rete ad ascoltare pure un sample di questi ragazzi svedesi, vi sareste accorti che di spunti di vandalizzazione e sparate a zero questo disco ne ha ben pochi. Sinceramente preferisco Extension of the Wish, in particolare la title-track che è un concentrato di ottime idee musicali, ma questo disco ha ben poco da invidiare ai giganti del genere (eh sì, io li preferisco anche ai Symphony X o ai Pain of Salvation, che reputo talvolta troppo, rispettivamente, epic/power/strillettinosi e melodico/smielosi/banali).
Voto:
Il tuo profilo è un condensato di banalità e luoghi comuni in salsa pseudo-ribelle-sfattona-SpakkoIlKul oAlMondo, ammissibilissimo da una 15enne ma un po' preoccupante da parte di una 20enne. E la Corona non è birra, è piscio di pachiderma con aggiunta di anidride carbonica. Ma non sono qui per dare un giudizio a quello, e anzi intanto ti do' il mio ben arrivata e lunga vita su Debaser.

Premessa: con Ten ci ho passato la mia infanzia, e sono convintissimo che i Pearl Jam abbiano fatto della grande musica anche dopo il 2000 (giusto un nome su tutti, Riot Act). Questo sinceramente non l'ho ancora ascoltato, e aspetto di leggere altri pareri in giro prima di acquistarlo (e già, i Pearl Jam sono uno di quei pochi gruppi rimasti di cui compro cd originali, se non fosse altro per dare un po' di soldi a quel simpaticone di Eddie). Ma la recensione, nella sua sinteticità, ha avuto il pregio di incuriosirmi. Anche se calerei con la vanga del censore sull'ultima parte, sull'abuso di maiuscole urlate e di punti esclamativi da adolescente che ci tiene a dire tutto e subito e sottolineato dieci volte. Ma un 3 di incoraggiamento ci sta. Mi riservo il diritto di ripassare dopo aver ascoltato il disco per dargli un voto.
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