Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

Fuorigioco: "Venditti E Segreti" (1986)
Che sia l'inizio della fine di Antonello, è ormai assodato. Ma vorrei esaminare un attimino più approfonditamente questo disco, poi capirete il perché.
Otto canzoni e 34 minuti e 32 secondi di disco. Si salveranno più o meno 6 minuti: quelli di Giulio Cesare , terzo brano della track-list e probabilmente il più famoso dell'album. Ma anche Peppino, altro pezzo abbastanza conosciuto, non sarebbe neanche malaccio se non per un po' troppo di miele qua e là nel testo. E poi c'è il resto..:
-Una melensissima quasi-title-track, che esordisce con i versi "C'è un diavoletto nel tuo cuore / C'è un diavoletto chiuso dentro di te / Lui si nasconde con il sole / La notte poi si prende gioco di te". Un bel vaffa ci starebbe bene, ma evito.
-Il pezzo "rock" (per dire) del disco, la musicalmente e testualmente agghiacciante Rocky Rambo & Sting, probabilmente nella top 5 delle peggiori cose di 'Ntunello.
-Il pezzo che dovrebbe essere la "denuncia pop", Questa Insostenibile Leggerezza Dell'Essere, definibile anch'essa come una secchiata d'acqua gelida sulle palle, se non peggio. Ogni volta che la sento -per sbaglio- in auto, mi viene voglia di buttare la radio fuori dal finestrino.
-La canzone su Roma del disco, C'è Un Cuore Che Batte Nel Cuore Di Roma. Se già il titolo non promette niente di buono, il pezzo è peggio ancora. Un testo scritto un 4 minuti contati che fa la figura dei pensierini delle elementari.
-I due pezzi rimanenti, Settembre e Esterina, bruttine ma non inascoltabili.

In poche parole, ad un ottimo pezzo ed un altro comunque salvabile vengono alternate cagate SPAVENTOSE. Questo perché il disco, senza quella roba sarebbe durato 10 minuti scarsi. Ma un "disco" di 10 minuti farebbe ridere i sassi, e quindi per farlo allungare alla "durata ideale" di 35-40 minuti ci devi per forza mettere tutte le stronzate che ti passano per la testa! Perché Antonello?.. Perché?
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°1: "Le Cose Della Vita" (1973)
Ed eccoci qua, giunti sul gradino più alto del podio, con questo disco pubblicato a distanza di pochi mesi dal precedente "L'Orso Bruno". Non c'è più il pathos e la verbosità del precedente disco, stavolta è tutto registrato con un pianoforte ed un organo. Un disco scarno, tanto grezzo e "strano" quanto duro ed intenso, che sotto certi aspetti potrebbe pure definirsi "sperimentale". Da segnalare su tutte la commovente title-track, la durissima Mio Padre Ha Un Buco In Gola, la splendida Le Tue Mani Su Di Me (soprattutto nella versione live del 1985) e poi Brucia Roma, che funge da negativo di Roma Capoccia.
Voto complessivo 10 (con tanto di lode)

Il capolavoro dell'album: Mio Padre Ha Un Buco In Gola (1s Take 2)
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°2: "Lilly" (1975)
E la medaglia d'argento va al primo grande successo commerciale di Antonello. Era il 1975, il disco era appena uscito ed ecco svettare in prima posizione, nella classifica di Lelio Luttazzi, "Lilly". Cosa che capitava praticamente mai ai cantautori, ed è per questo che Antonello, per un po' (13 anni) non ripropose più il pezzo in live. A livello di arrangiamenti, riprende il percorso tracciato da Quando Verrà Natale, ma questa volta con più "omogeneità", per così dire. E' da molti considerato il suo massimo capolavoro, ma a parere del sottoscritto gli manca quella "puntina" per raggiungere la magnificenza dell'unico disco mancante...
Voto complessivo 10

Il capolavoro dell'album: Lo Stambecco Ferito
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°3: "Ullalla" (1976)
Dopo un anno dal suo primo grande successo "Lilly", Antonello ci riprova con questo nuovo album. Album più politico e meno poetico dei precedenti, ma non per questo meno intenso. Gli arrangiamenti, fino ad allora sono sempre stati prevalentemente basati sul piano-voce: stavolta il piano viene messo da parte a favore delle chitarre di Ivan Graziani (che registrava nello stesso anno anche "Bufalo Bill" per De Gregori), il basso di Hugh Bullen e le "picchiate" di Walter Calloni. Si tratta forse -insieme a L'Orso Bruno- dell'album ingiustamente più sottovalutato dell'intera discografia, sopratutto dallo stesso autore che non ha mai proposto nessun pezzo in live.
Voto complessivo 10

Il capolavoro dell'album: Jodi E La Scimmietta
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°4: "Sotto Il Segno Dei Pesci" (1978)
A distanza di due anni dal sottovalutatissimo "Ullalla", Antonello ci riprova con quest'ottimo disco. Un disco un po' diverso dai precedenti, le sonorità iniziano a cambiare ma la qualità rimane ancora molto, molto alta. Non c'è più nei testi neanche l'"incazzatura" dei dischi precedenti, ora sono più diretti e quindi più fortunati sotto l'aspetto commerciale. Svettano su tutte la title-track, il viaggio -metaforico e non- di Bomba O Non Bomba, la storia di un amore omosessuale in Giulia e le "scuse" all'amico di sempre Francesco.
Voto complessivo 9

Il capolavoro dell'album: Giulia
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°5: "Quando Verrà Natale" (1974)
Dopo circa un anno di pausa discografica, ecco che Antonello ci propone un nuovo disco di inediti. Gli arrangiamenti si fanno sempre più complessi: è il disco di A Cristo, pezzo che costò ad Antonello l'accusa di vilipendio alla religione a causa dei versi "Ammazzete Gesù Crì, quanto sei fico", successivamente sostituiti con "Ammazzali Gesù Crì quanto so' fichi". Da segnalare anche Campo De' Fiori, struggente visione di una società ormai al degrado, il misticismo di Figli Del Domani, il ritratto del femminismo Marta e poi la conclusiva title-track, che potrebbe essere interpretata come una presa in giro a quelli che attendono miracoli destinati a non arrivare mai.
Voto complessivo 9

Il capolavoro dell'album: Marta
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°6: "L'Orso Bruno" (1973)
Primo vero esordio da solista per il cantautore romano. Un disco estremamente sottovalutato, non solo dal grande pubblico ma anche da lui stesso, al punto che non ha mai proposto un solo pezzo in live. E, come al solito, i dischi sottovalutati sono anche tra i più belli. Perché se gli arrangiamenti -a cura di Vince Tempera- possono risultare pesanti, verbosi e clonati dai primi album di Elton John (l'omonimo e Madman Across the Water sopratutto), i pezzi in sé sono veramente belli.
Voto complessivo 8,5

Il capolavoro dell'album: L'Orso Bruno
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°7: "Theorius Campus" (1972)
Siamo agli inizi degli anni '70, e un allora 23enne Antonello Venditti, insieme all'amico Francesco De Gregori pubblicano il primo -ed unico- progetto del duo Theorius Campus, formato appunto dai suddetti. De Gregori esprime il suo ermetismo con perle come Signora Aquilone, ma per il resto c'è da dire che non brilla più di tanto. Al contrario invece di Venditti, che condensa il suo impegno e si dimostra già un autore maturo e completo. Ma se il Principe è migliorato con gli anni, e ad oggi può vantare una discografia impeccabile, Antonello... sappiamo tutti cosa è diventato...
Voto complessivo 8

Il capolavoro dell'album: Sora rosa
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°8: "Sotto La Pioggia" (1982)
Siamo giunti nel pieno degli anni '80, ed Antonello ci propone questo nuovo disco. Dopo il dittico "Sotto Il Segno Dei Pesci" - "Buona Domenica", Antonello tenta un altro cambio di rotta, si dedica a sonorità "pop" che ai puristi della prima ora potrebbe far storcere il naso. Ma qui stiamo parlando di un pop di eccellente fattura, ci sono delle finezze di respiro internazionale in testi, arrangiamenti e musiche che nei dischi precedenti mancavano -e mancheranno anche nei successivi-. Così Antonello ci propone un'opera di poco superiore alla precedente.
Voto complessivo 8

Il capolavoro dell'album: Fellini
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°9: "Buona Domenica" (1979)
Ottavo lavoro in studio di Antonello, pubblicato alla fine degli anni '70. Gli unici due principali difetti sono due: viene dopo i Pesci -anche se, alla fine, non è che sia poi gli sia così tanto inferiore- e c'è qualche divertissement di troppo (Mezzanotte, Kriminal, title-track...). Fortunatamente il resto riesce tranquillamente a mantenere il passo: quattro ottimi pezzi ed un pezzo che, definire "capolavoro assoluto" è quasi riduttivo. 7 minuti e 49 secondi di rabbia, delusione, speranza e lamento per la fine di un'epoca, condito con uno splendido assolo di sax del grande Gato Barbieri.
Voto complessivo 7,5

Il capolavoro dell'album: Modena
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu Antonello Venditti, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (fermandomi a Cuore del 1984 e includendo anche Theorius Campus con De Gregori) dal meno bello al migliore...

N°10: "Cuore" (1984)
Nel fondo di questa classifica troviamo un album molto discusso. L'album del "cambiamento", trainato dal superhit Ci Vorrebbe Un Amico. Album che segna un adeguamento alle sonorità molto cheap del decennio ma -ancora- con uno stile di scrittura più che apprezzabile. L'ispirazione sta già iniziando a scricchiolare un po' (vedasi su tutte "Non E' La Cocaina"), ma a passaggi decisamente poco convincenti vengono alternati ulteriori grandi pezzi, anche se, come già detto poc'anzi, con arrangiamenti difficili da digerire. Si salva dalla plastica e passa alla storia il pezzo linkato, probabilmente l'ultimo capolavoro di Antonello.
Voto complessivo 7,5

Il capolavoro dell'album: Notte prima degli esami
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu (ed è) Ivano Fossati, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (dal 1981 al 2003) dal meno bello al migliore...

N°1: "La Pianta Del Tè" (1988)
Ed eccoci qua, al primo grande capolavoro di Ivano e al più grande capolavoro di Ivano. L'album della definitiva consacrazione di Fossati come "musicista di prima classe", da qui in poi i testi saranno sempre più raffinati ed ermetici (caratteristica presente anche nei dischi che verranno) e le musiche e gli arrangiamenti diventeranno "etnici" e, sotto un certo punto di vista, sperimentali. E' inoltre presente una seconda versione de La Costruzione Di Un Amore, questa volta non tormentata e "sentita" ma "perfetta" e cristallina. Senza ovviamente scordarci delle due parti della title-track, con un grandioso Una Ramos al flauto.

Il capolavoro dell'album: La pianta tè
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu (ed è) Ivano Fossati, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (dal 1981 al 2003) dal meno bello al migliore...

N°2: "Lindbergh - Lettere Da Sopra La Pioggia" (1992)
Due anni dopo l'ultimo lavoro "Discanto", ecco che Ivano torna in scena con questo disco. Disco che è ritenuto "il capolavoro di Ivano" per definizione, ed obbiettivamente, a prescindere dai gusti personali, può essere così, ci troviamo di fronte ad un'opera immensa. Ma è probabilmente il disco meno intimista del quintetto '88-'00, quello che tratta argomenti più universali, e quindi magari molti prediligono altri dischi. Per me rimane uno dei suoi massimi capolavori, ma ancora non raggiunge la magnificenza assoluta dell'unico disco rimanente.
Voto complessivo 10

Il capolavoro dell'album: Mio fratello che guardi il mondo
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu (ed è) Ivano Fossati, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (dal 1981 al 2003) dal meno bello al migliore...

N°3: "Discanto" (1990)
Eccoci qua, siamo alle porte degli anni '90: Ivano è in pieno periodo aureo, e questo rappresenta il secondo capolavoro di fila. Non c'è neanche un tassello fuori posto: musiche straordinarie, sotto il punto di vista tecnico è secondo solo a La Disciplina Della Terra e testi sempre più ermetici e in certi brani addirittura "pesanti", come per esempio in Confessioni Di Alonso Chisciano, sui turbamenti di Don Chisciotte o Lunario Di Settembre, che racconta una sentenza di una sentenza di condanna per stregoneria datata 1647. Da segnalare anche la title-track, Lusitania, Passalento e il "gioco" Unica Rosa.
Voto complessivo 10

Il capolavoro dell'album: Lunario di settembre
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu (ed è) Ivano Fossati, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (dal 1981 al 2003) dal meno bello al migliore...

N°4: "La Disciplina Della Terra" (2000)
Appena iniziato il nuovo millennio, Ivano, dopo 4 anni di pausa discografica ci regala quello che è, probabilmente, l'apice tecnico-musicale dell'intera carriera. Un altro grande lavoro, basato (come il precedente) sulla forma di canzone piano-voce ma che risulta essere, nella sua interezza, lievemente superiore rispetto al -comunque splendido- Macramè. Svettano su tutte l'affascinante Treno Di Ferro, la gentile Angelus ma sopratutto la superba title-track, una di quelle canzoni che uccide il cuore ad ogni ascolto.

Il capolavoro dell'album: La disciplina della terra
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu (ed è) Ivano Fossati, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (dal 1981 al 2003) dal meno bello al migliore...

N°5: "Macramè" (1996)
Anno Domini 1996. Contemporaneamente alla sua collaborazione in Anime Salve con Faber, Ivano, dopo 4 anni di pausa discografica torna nel mercato, con questo nuovo bellissimo disco. Siamo nel pieno del suo periodo d'oro, un capolavoro dopo l'altro, e ovviamente anche questo disco non fa eccezione. Disco che risulta essere il più raffinato ed "etnico" della sua discografia in musiche ed arrangiamenti, e il più ermetico del magico quintetto '88-'00.
Voto complessivo 9,5

Il capolavoro dell'album: Bella speranza (ti telefono da una guerra)
Riprendendo la geniale idea di @[Martello], mi permetto di fare una sorta di "tributo" ad un grande artista quale fu (ed è) Ivano Fossati, ossia una classifica di gradimento dei suoi album (dal 1981 al 2003) dal meno bello al migliore...

N°6: "Lampo Viaggiatore" (2003)
Passano 3 anni, ed ecco che Ivano ci propone un nuovo disco di inediti. Per chi ha amato -e seguito- il Fossati che va dal 1988 al 2000, questo disco potrebbe rappresentare un leggero passo indietro. Ed è effettivamente così, non è un capolavoro assoluto ma ci siamo molto vicini: il valore dei singoli brani non cambia più di tanto. Testi un po' più diretti ma meno ermetici rispetto a prima, e musicalmente rimane meno raffinato rispetto ai precedenti, ma ciò non toglie che questo rimanga comunque un disco eccellente...
Voto complessivo 9

Il capolavoro dell'album: Il bacio sulla bocca
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