"La Ballata di Stroszek è un film che non lascia scampo: il Destino crudele segue come un'ombra i protagonisti."

 "Bruno sembra parlare quasi a fatica per tutto il film, specchio delle sue difficoltà di inserimento in un mondo che non ha bisogno di lui."

La Ballata di Stroszek racconta la tragica parabola di un uomo solo in lotta contro un destino implacabile. Herzog utilizza immagini potenti e simboliche per trasmettere una critica sociale che va oltre il semplice smascheramento del sogno americano. La pellicola colpisce per la sua forza espressiva e poetica, nonostante una certa debolezza nei dialoghi, ed è considerata un importante tassello della filmografia del regista. Scopri il dramma poetico di Herzog in La Ballata di Stroszek!

 Ne deriva un impatto robusto e potente, che non arriva ad essere aggressivo o disturbante, ma ci conduce in un rock duro e variegato che diverte.

 Discorso a parte merita 'Omnia Sol Temperat', indubbiamente la gemma del disco, il pezzo forse più incalzante e accattivante.

Sünders Ohne Zügel è il terzo album degli In Extremo, che mostra una maturazione nel loro folk metal, unendo con successo sonorità medievali e moderne. Il suono è robusto e dettagliato, con una forte presenza di chitarra elettrica e cornamuse. L'album alterna brani veloci e cadenzati a pezzi più lenti e acustici, mantenendo un equilibrio e un'omogeneità notevoli. Tra i brani spiccano la potente 'Wind' e l'incalzante 'Omnia Sol Temperat'. Scopri l'evoluzione del folk metal con Sünders Ohne Zügel di In Extremo!

 Questo semi-sconosciuto gruppo merita più di un ascolto, non perché particolarmente virtuoso o originale, ma perché rappresenta quello che era la musica progressiva dell’epoca.

 L’album scorre bene, è ricco di spunti interessanti, non è ripetitivo anche se manca un brano tanto entusiasmante da far gridare al capolavoro.

L'album 'Odin' del gruppo omonimo del 1972 si colloca nel cuore della scena progressive inglese, proponendo un sound canterburiano rilassato e piacevole. Non è un capolavoro né particolarmente originale, ma è ben suonato e rappresenta autenticamente il periodo. La rarità del disco lo rende un oggetto di culto per gli appassionati, con brani che alternano suite articolate e pezzi più leggeri. Un ascolto consigliato a chi vuole esplorare il progressive anni '70 oltre i grandi nomi. Ascolta l’album Odin per scoprire un pezzo autentico della scena progressive inglese anni ‘70.

 Come se non bastasse, il nome sinistro e la copertina terribile non fanno altro che fuorviare il potenziale ascoltatore.

 'Willie the Fox' è forse il miglior brano, anche se il resto ripete lo stesso schema.

L’album unico dei Nosferatu del 1970 è un esempio genuino di progressive tedesco con influenze jazz, blues e rock. Pur non essendo un capolavoro, presenta brani interessanti come 'Willie the Fox' e 'Vanity Fair'. La band non raggiunse la fama, in parte per una copertina poco accattivante e un certo ripetersi degli schemi musicali. Un disco consigliato agli amanti del genere e curiosi del vintage. Ascolta Nosferatu per scoprire un pezzo raro del progressive anni '70!

 La bellezza di questo film consiste proprio nel fatto che ogni singolo spettatore può essere attratto da aspetti, episodi, personaggi diversi e può vivere l'epopea in maniera del tutto soggettiva.

 Heimat è un capolavoro maestoso che tira in ballo l'intimità della famiglia, della Germania e degli Uomini tutti, e ci dà modo di riflettere sul Tempo, sui cicli della vita, sui sentimenti.

Heimat di Edgar Reitz è un capolavoro del Nuovo Cinema Tedesco, un film diviso in 11 episodi che racconta la storia della Germania tra il 1919 e il 1982. La narrazione non lineare e la forte componente poetica rendono l'opera un viaggio soggettivo attraverso le vite e i luoghi della famiglia Simon. La regia, la fotografia e l'approccio narrativo conferiscono profondità e poesia anche ai dettagli apparentemente insignificanti. Heimat è un'opera monumentale che invita a riflettere sul tempo, la memoria e la storia. Scopri l'epopea visiva di Heimat, un classico imperdibile del cinema tedesco.

 «Burnin Red Ivanhoe è un piccolo capolavoro lasciato alla polvere, un’opera davvero notevole per la qualità elevata.»

 «Il disco non è mai noioso, al contrario, è molto vitale e divertente, grazie all’alternanza tra lunghi brani strumentali e intermezzi blues.»

La recensione esalta il secondo album dei Burnin Red Ivanhoe (1970), considerato il loro migliore e un piccolo capolavoro prog. È un disco vitale, tecnico e bilanciato, con forti contaminazioni jazz, blues e folk. Tutti i musicisti sono apprezzati, specialmente per l'uso dei fiati e degli assoli, mentre la voce rimane discreta. La riedizione con tracce aggiunte viene vista come un elemento infruttuoso ma non intacca la qualità dell'album originale, consigliato agli amanti del genere. Ascolta Burnin Red Ivanhoe, un classico prog da non perdere!

 "Un ottimo esempio di come, a volte, sia sufficiente la musica ad evocare con incredibile chiarezza e suggestione ciò che si vuole raccontare."

 "La qualità tecnica complessiva è molto elevata e le tracce si snodano tra ritmi accelerati e pause addolcite dal flauto."

La recensione elogia "Marsbéli Krónikák" dei Solaris come uno dei migliori album space prog degli anni '80, caratterizzato da tecniche strumentali elevate e atmosfere fantascientifiche. Il disco è tutto strumentale e miscela classico prog con suoni elettronici dell'epoca, creando un'opera compatta e coinvolgente. Particolare rilievo viene dato alla suite iniziale e a tracce come "M'ars Poetica" e "Solaris". La musica evoca con chiarezza e suggestione l'universo fantascientifico a cui si ispira. Ascolta ora Solaris e immergiti nell'epopea space prog anni '80!

 La 'colpa' più grande degli Unicorn è certamente aver cercato fortuna sfruttando un filone ormai esaurito.

 A distanza di decenni, però, il disco risulta assolutamente piacevole all’ascolto, ricco di richiamo anni Sessanta.

La raccolta The Best of Unicorn offre un piacevole ascolto pop-rock con chiari richiami agli anni Sessanta e Settanta, ma manca di spunti originali. La produzione di David Gilmour non basta a elevare una band rimasta nell'oblio. Alcuni brani spiccano per atmosfere dolci e melodiche, ma la presenza di cover discutibili e uno stile ripetitivo limitano l'impatto complessivo. Ascolta The Best of Unicorn e riscopri il pop-rock vintage anni '70!

 La qualità della loro musica è soave ed eterea, dolce e malinconica, davvero di grande livello.

 L'ascoltatore può così sognare senza essere turbato per tutta la durata dell'opera.

L'album unico degli Ithaca, 'A Game For All Who Know', è un lavoro progressive permeato da influenze folk e pop inglese anni 60. Nonostante la scarsa qualità della registrazione, la musica risulta dolce, malinconica e sognante. L'alternanza di voci maschile e femminile contribuisce all'atmosfera rarefatta. La durata breve e l'uniformità stilistica creano un ascolto contemplativo consigliato agli appassionati di sonorità eteree. Ascolta l'album unico degli Ithaca e lasciati trasportare in un viaggio musicale sospeso nel tempo.

 L'unico LP omonimo, datato 1970, è un esempio di hard-prog molto interessante.

 Consiglio "Czar" sia agli amanti del Prog sia ai fans dell'Hard Rock anni 70.

L'album omonimo dei Czar del 1970 è un interessante esempio di hard-prog britannico anni '70, con brani articolati e atmosfere malinconiche. Alterna momenti lirici a riff decisi ed è stato confrontato con King Crimson, pur mantenendo una propria identità. Degne di nota la traccia d'apertura e la ballata "Dawing Of A New Day". La riedizione CD include bonus tracks dalla qualità inferiore. Consigliato a fan del prog e dell'hard rock classico. Scopri ora l'album cult Czar e lasciati trasportare nel progressive inglese anni '70!

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