ilTrattoreRagno

DeRango : 5,05 • DeEtà™ : 5290 giorni

 La lingua che parlano i neon è la lingua dubstep, una lingua che rimane sotterranea il più a lungo possibile prima di emergere e ribollire sotto le dita di Goth-Trad.

 Il vetro non si ricompone, gli occhi non si riaprono, siamo ancora sul dubfloor.

La recensione descrive New Epoch di Goth-Trad come un viaggio sonoro immersivo nella scena dubstep, caratterizzato da sintetizzatori artigianali, drum machine e atmosfere urbane di Tokyo. L'album fonde minimalismi percussivi con bassi profondi e riverberi intricati, evocando immagini di luci al neon e dancefloor vibranti. La scrittura ricca e immersiva valorizza la capacità dell'artista di creare paesaggi sonori intensi ed evocativi. Immergiti nelle sonorità uniche di Goth-Trad con New Epoch, ascolta ora!

 Perché questi Fine Before You Came piacciono tanto? Non so davvero, sono stupito.

 La voce no, davvero. I testi? Che roba terribile. Davvero non ho idea se siano seri o meno.

La recensione riflette confusione e curiosità di fronte all'album 'Ormai' dei Fine Before You Came. La musica mostra idee malinconiche e chitarre intense, ma la voce e i testi dividono, risultando poco convincenti. L'autore si domanda il motivo del loro successo, riconoscendo però un certo fascino emotivo. Il disco è giudicato non originale ma capace di suscitare domande. Scopri l'album 'Ormai' e decidi tu se ti emoziona o ti lascia perplesso.

 David Foster Wallace, come un Damien Hirst del sistema umano.

 Storie anomale, parole anomale, frasi stupende, immagini che ti si intagliano negli occhi.

La recensione analizza 'La Ragazza dai Capelli Strani' di David Foster Wallace come un’attenta dissezione della società americana, rappresentata con precisione e creatività. Lo stile unico e visionario dell’autore emerge attraverso personaggi anomali e scenari ricchi di profondità culturale e sociale. Viene celebrata la capacità dell’autore di mettere in luce aspetti spesso ignorati, donando immagini e frasi memorabili. Scopri l'affascinante realtà americana attraverso gli occhi di David Foster Wallace.

 Non sono in grado di recensire questo disco. Perché è fottutamente ostico.

 Phil Ranelin. Un compositore spesso come un muro di cemento armato, un musicista con le palle come blocchi di granito.

La recensione evidenzia la complessità e l'ostilità apparente di 'The Time Is Now', album di Phil Ranelin del 1974. Il disco unisce free form e sezioni ritmiche intense, creando atmosfere oscure e coinvolgenti che riflettono il contesto storico-sociale. L'autore ne sottolinea la potenza sonora e l'importanza artistica nonostante la scarsa notorietà del trombonista. L'opera è presentata come un gioiello riscoperto da artisti contemporanei. Ascolta 'The Time Is Now' di Phil Ranelin e immergiti nel jazz più autentico e rivoluzionario!

 Se vuoi che faccia male devi avere il coraggio di affrontarlo.

 Per chi ama la lordura, questa è l’orgia giusta.

La recensione celebra l'album 'A Better Man' di One Dimensional Man come un'opera intensa e dolorosa, che sfida l'ascoltatore con atmosfere dark e sperimentali. La band, guidata da Pierpaolo Capovilla, combina voci forti e sonorità distorte con collaborazioni di rilievo, creando un viaggio musicale senza compromessi. L'album si presenta come un manifesto di disagio urbano, lontano da convenzioni e hype mondano. Ascolta 'A Better Man' e lasciati travolgere dal suo dolore sonoro.

 I Black Keys ce l’insegnano: fare un disco che salga in testa senza grattare.

 Il crunch che ti svirgola le narici e i padiglioni auricolari, e poi con la batta che se la sviaggia con questo suono che non è uscito vivo dagli anni ‘80.

La recensione di El Camino descrive un album dal suono sporco e potente, capace di unire energia e maestria musicale. I brani come "Lonely Boy" e "Gold On The Ceiling" sono evidenziati per il loro impatto diretto e groove contagioso, mentre "Little Black Submarines" mostra una crescita atmosferica suggestiva. Il lavoro dei Black Keys è un perfetto equilibrio tra arte e forza, un viaggio musicale che coinvolge e conquista. Ascolta El Camino e lasciati travolgere dal groove contagioso dei Black Keys!

 Eugene Robinson ha il cervello infilato di traverso nella scatola cranica, ed è il punto cardine del dolore che Oxbow sprigiona.

 E' bello quando si sta male.

La recensione di Fuckfest di Oxbow descrive un album intenso e disturbante, capace di trasmettere forti sensazioni di disagio e paranoia. La voce di Eugene Robinson è al centro di un'esperienza sonora unica, con chitarre ed elementi jazz sporchi che contribuiscono a creare atmosfere di paura e follia. L'opera è paragonata a riferimenti storici del post-punk e noise rock con cui condivide una carica emotiva devastante. Un lavoro che celebra il bello nel sentimento del male. Scopri il lato più oscuro e intenso del rock con Fuckfest di Oxbow!

 I disegni? Fatti malissimo quindi bellissimi, in culo al naif.

 Cazzo è Dr.Pira? Boh... cos'è che fa nella vita? come tutti i geni d’Italia farà il commesso all’Esselunga.

La recensione celebra con ironia e ammirazione l'opera di Dr.Pira, Gatto Mondadory, una graphic novel dallo stile volutamente 'fatto male' e ricco di humor nero e satira. I disegni naif emergono come espressione di una bravura eccezionale, mentre la storia assurda e i personaggi strampalati coinvolgono in un'esperienza unica. L'opera riesce a divertire, stupire e colpire con un approccio irriverente e originale. Scopri l'universo unico e irriverente di Gatto Mondadory, leggilo ora!

 "Burn EP, 10 minuti di piallate HC dritto da New York City, con tanto di ghirigori post che sbucano."

 "Malik ha una voce che levati dal cazzo quanto è incazzata e calda."

La recensione analizza i due EP 'Burn' e 'Cleanse' della band Burn, sottolineando le origini hardcore newyorkesi e l'evoluzione post-hardcore. L'intensità emotiva, le influenze di Orange 9mm e la voce arrabbiata di Chaka Malik emergono come elementi chiave. Un giudizio complessivamente positivo per un lavoro dal suono energico e autentico. Scopri l'energia autentica di Burn con Burn/Cleanse ora!

 È un disco che fa un male schifoso, è un disco che passa lento, lentissimo, da un orecchio all'altro lasciando solo ansia al passaggio.

 In dodici minuti vi farà a pezzi, oh sì che lo farà.

La recensione di 'Halo' dei Celan descrive un album potente e doloroso, capace di trasmettere ansia e oscurità attraverso un noise-rock estremo. La critica sottolinea le collaborazioni di artisti influenti e il gusto per atmosfere malinconiche e claustrofobiche, con momenti che spaziano dal post-rock al jazz notturno. Un’opera lenta e devastante che lascia un segno forte nell'ascoltatore. Scopri l'intensità di 'Halo' e lasciati travolgere dal suo dolore sonoro!