Il disco rompe molto rispetto al predecessore, legandosi maggiormente alla seconda metà di "Three Of A Perfect Pair".

 Discorso a parte merita l’ultima canzone, "Heaven And Heart", una improvvisazione live che potrebbe ricordare la schizofrenia di "Thrakkattak" e che può essere definita... la migliore traccia del disco.

The ConstruKction Of Light segna il ritorno di King Crimson dopo 5 anni, proponendo un sound che mescola minimalismo e complessità barocca. L'album riflette un equilibrio tra aggressività e composizioni cerebrali, ma a volte pecca di eccessiva cervellotica, risultando claustrofobico. Non mancano momenti di valore, come la title-track e l’improvvisazione finale 'Heaven And Heart'. Scopri l'evoluzione sonora di King Crimson con questa recensione dettagliata!

 L'unica opera del Re Cremisi che penso si possa definire 'brutta'.

 Thrak è un album cui manca poco per assurgere, quantomeno, alla decenza.

Thrak di King Crimson è l'unico album della band giudicato poco ispirato e inferiore ai lavori precedenti. La formazione 'doppio trio' mostra un suono meno melodico e più sperimentale, con diverse tracce poco riuscite. Nonostante alcune esplosioni di grande intensità come 'B’Boom' e la title track, l'album manca di coesione e originalità. Resta comunque un'opera significativa per l'evoluzione futura del gruppo. Scopri di più su Thrak e l'evoluzione di King Crimson nella nostra recensione completa!

 Un disco solido con il ritorno a sonorità più classiche, finalmente lontano dall’elettronica.

 Un consiglio? Fatevelo prestare (comprarlo è un po’ troppo!).

Rock Island del 1987 rappresenta per i Jethro Tull un ritorno a sonorità hard rock più classiche, lasciando l'elettronica in secondo piano. L'album presenta brani validi come "Kissing Willie" o "Strange Avenues", ma anche cadute di tono come "Undressed To Kill". Nel complesso, un disco piacevole ma meno ispirato rispetto al predecessore Crest of a Knave. Consigliato in prestito più che per l'acquisto. Scopri l’evoluzione rock dei Jethro Tull con Rock Island!

 "Elegy si pone su uno sfondo bucolico, risultando molto evocativa grazie all’intreccio di flauto e chitarra acustica."

 "Stormwatch chiude degnamente la decade dei ’70, prima dell’inizio dell’elettronica con A… Ma questa è un’altra de-recensione."

Stormwatch del 1979 rappresenta la fine della trilogia folk di Jethro Tull, con un mix riuscito di folk, progressive e hard rock. L’album presenta brani memorabili come Dark Ages ed Elegy, con un livello di scrittura musicale superiore rispetto al precedente Heavy Horses. Non mancano momenti meno riusciti come Home, ma nel complesso l’album si conferma solido e rappresentativo della band alla fine degli anni '70. Scopri il fascino unico di Stormwatch, ultimo capolavoro folk-prog di Jethro Tull!

 "The Broadsword And The Beast è, insomma, un album non propriamente eccelso, ma nemmeno scadente."

 "Superato l’effetto estraniante del massiccio uso dell’elettronica, risulterà piacevole ad ascoltarsi."

Il disco 'The Broadsword and the Beast' dei Jethro Tull del 1982 rappresenta un esperimento che amplia l'uso dell'elettronica rispetto al passato. Alcune tracce si distinguono per la loro qualità, mentre altre risultano meno ispirate, considerate riempitivi. Nonostante qualche caduta stilistica, il lavoro è piacevole per chi supera l'impatto iniziale con il sound elettronico. Scopri l'evoluzione elettronica dei Jethro Tull con questa recensione approfondita.

 "Steel Monkey è brutta: un hard rock stanchissimo con tastiere fastidiose."

 "Budapest è il capolavoro del disco, un riff che resta in mente in eterno."

La recensione analizza l'album 'Crest Of A Knave' dei Jethro Tull, uscito nel 1987, evidenziando un lavoro altalenante con alcune buone tracce e altre meno riuscite. Pur non raggiungendo i picchi dei loro classici, la band mostra ancora vitalità nel panorama rock degli anni '80. Il disco è descritto come discreto, capace di mantenere vivo l'interesse anche se con qualche cedimento stilistico. Scopri l'evoluzione dei Jethro Tull con Crest Of A Knave, ascolta ora!

 La title track è uno dei due capolavori principali dell'album, con un'atmosfera iniziale molto medioevale, decisamente da brividi.

 Nooo, è già finito?!

La recensione esprime un entusiasmo crescente per l'album Minstrel in The Gallery dei Jethro Tull, evidenziando brani chiave come la title track e Black Satin Dancer. L'autore apprezza le atmosfere medioevali e le combinazioni acustiche ed elettriche, definendo l'album una meraviglia anche se non il capolavoro assoluto del gruppo. L'analisi è piena di suggestioni emotive e un forte coinvolgimento personale. Ascolta Minstrel in The Gallery e lasciati trasportare dalle sue atmosfere uniche!

 Un disco, insomma, magari non proprio capolavoro, ma decisamente bello e consigliabile.

 Elephant Talk, ove Belew si mette in mostra facendo barrire la propria chitarra.

La recensione esamina Discipline, album del 1981 dei King Crimson, evidenziandone l'eclettismo e la qualità della base ritmica. Si evidenziano le chitarre di Fripp e Belew e i brani più rappresentativi come Elephant Talk e Matte Kudasai. Pur non definendolo un capolavoro assoluto, il disco viene giudicato ottimo e consigliabile, con alcune tracce meno riuscite ma complessivamente ben bilanciato. Scopri l'innovazione di King Crimson con Discipline, ascolta ora l'album!

 Undici tracce compongono il disco ... un frammisto fra zingaresco e rock cantautorale più duro.

 Lacio Drom è, probabilmente, la migliore canzone dell’album, ... è semplicemente meravyglyosa.

La recensione celebra l'album Spirito dei Litfiba come il migliore della loro seconda fase, evidenziandone la varietà di influenze musicali. Vengono analizzate le tracce, con particolare apprezzamento per 'Lacio Drom' e 'Lo Spettacolo'. L'opera è vista come un passaggio chiave nella carriera del duo Pelù-Renzulli. Scopri l'album Spirito e immergiti nel meglio del rock italiano dei Litfiba!

 "Lord Abortion lascia poi posto al dittico formato dalla semi-strumentale ‘Ebony Dressed For Sunset’ e dalla ormai classica ‘The Forest Whispers My Name’.",

 "Il Live, tuttavia, nonostante la scaletta, mostra diversi punti deboli: un’eccessiva pulitura della voce di Dani ... tastiere e batteria troppo poco potenti e, generalmente, una certa sensazione di incompiutezza."

La recensione analizza 'Live Bait For The Dead', il primo disco live ufficiale dei Cradle Of Filth, evidenziando una buona performance musicale e un'ottima scaletta che include classici e nuove composizioni. Vengono però sottolineate alcune debolezze nel mixaggio e nell'eccessiva pulizia della voce. Il secondo disco bonus con remix è giudicato poco rilevante. Nel complesso, il disco è consigliato agli appassionati del gruppo e del metal sinfonico. Scopri ora il live album dei Cradle Of Filth e vivi l'intensità del loro metal sinfonico dal vivo.

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