Mah!

Chi conosce e stima le capacità di questi quattro individui avrà sentito parlare o si sarà informato di questo "Transgression". Un disco dei Fear Factory senza novità di membri sempre con Chris "Olde" Wolders alla chitarra al posto che al basso e a quest' ultimo Byron Stoud dei Strapping Young Lad. La novità di questo disco è rappresentata proprio dal sound ovvero cosa dovrebbe fare una band: esplorare e non ripetere le stesse sonorità passate; ma la sperimentazione adesso non è caratterizzata da sinth o magari da una drum-machine, cosa che non hanno mai fatto, bensì dall' uso che fa Burton della sua voce.

Il suo cantato non è aggressivo e possente ma dolce e lineare con molte tonalità alte e spesso vari acuti seminati qua e la. Questo tipo di cantato melodico non si addice bene alla sua grandissima voce che mai prima d'ora si era misurata in pezzi così melodici; essa è famosa soprattutto per la sua capacità di alternare growl potenti ed efficaci a toni puliti, ma nonostante ciò il risultato è deludente e sicuramente poco impressionante, sembra Serj Tankian stonato. Burton possiede una delle voci migliori del metal ma dalla canzone numero 4 alla numero 10 non lo dimostra affatto o almeno noi sappiamo cosa può fare e non lo ha fatto qui.

Per il resto il sound è come sempre cambiato, come in ogni loro disco, c'è una sintonia maledetta tra la chitarra che suona schematica come ha sempre fatto anche se qui a tratti eccede addirittura nella ripetitività e nella monotonia e incredibilmente si affaccia anche in un assolo in "Echoes Of My Scream", che è la più sperimentale dell'album, e la vera drum-machine della terra "RAYMOND" ma questa volta lui si limita ad accompagnare il gruppo senza intro spettacolari o cambi di ritmo improvvisi per intenderci, non imprime non spacca i rullanti non fa niente, si limita a muovere il doppio pedale in sequenza come un impostatore magnetico. Mai titolo è stato più azzeccato "Transgression" -> "Passo indietro".

Esso è composto da 11 canzoni che diventano nove se sottraiamo le due cover. "I Will Follow" degli storici U2 è praticamente identica ma il tono di voce di Burton non è adatto a questo tipo di canzone, qui insorge lo stesso problema sopracitato, e questa è un tributo dei Fear Factory agli U2. "Millennium" dei Killing Joke è una canzone che richiama i temi del cyberpunk che loro hanno sempre percorso con interi lavori dedicati al man vs. machine "Sono nato per vivere 2000 anni/di effetti dell' uomo sul pianeta/l' estinzione è un possibile riskio...".

È in ogni caso un disco che ti lascia molto amaro in bocca, di una tristezza unica ma talmente triste che ti fa venire voglia di andarteli a vedere in concerto perchè potrebbe essere l'ultima volta. C'è qulcosa in molti gruppi che li tende ad esaltarsi, a farsi vedere o firmare contratti e farsi imporre come fare musica dai loro produttori, questo loro non l'hanno mai fatto sono un gruppo umile che li rende immensi nella loro sfera musicale. Infatti un titolo da considerare, una canzone speciale da tenere per sempre nella propria playlist c'è anche qui, si chiama "Moment Of Impact" ascoltatela.
Ah per favore cancellate il nome Fear Factory da quest' album.

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