Recentemente ho riascoltato Lizard dei K.C., questa volta in cuffia vista l’ora tardi, potendo così apprezzare meglio nei dettagli questo capolavoro, malgrado si tratti di un disco ormai di 45 anni fa, ed avere conferma di quanto è rivoluzionario R.Fripp nel fare musica.

Lo stesso pare persino un pò temerario, visto che R.F., nonostante le sonorità già collaudate, diversamente da molti, smonta tutto ed imprime un’inversione di rotta alla sua musica, verso sonorità nuove per allora, e tuttora insuperate, con dei musicisti di prima grandezza, in una girandola di suoni in libertà in cui alterna prog, rock, free-jazz ed arie classicheggianti.

Un disco rivoluzionario, che sarà purtroppo un esperimento poco apprezzato dai puristi del prog di allora, destinato così ad una fine prematura insieme a quella bella formazione, dove risaltano senza rivali per genialità e raffinatezza i primi quattro brani, completamente differenti tra loro, che suonano, insoliti per il prog di quei tempi, sbilenchi ma perfetti per semplicità ed immediatezza, e la splendida suite di Lizard, posta a giusta conclusione del disco in questione, imperniata sulle epiche vicende del Principe Rupert, e che scorre appassionata ed incalzante sulle arie di un bolero sempre più jazzate ed oblique, che si alternano via via a quelle prog, dove R.F., che eccelle alla chitarra ed al mellotron, contraddistingue questo meraviglioso disco.

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