Sfortunato, occorre definirlo. Una sola, semplice parola. Sfortunato.

Impossible Princess esce nel 1997 e già la collocazione temporale scelta per l'uscita del disco nutre di per sè un baro destino: coincide infatti con il periodo conseguente alla morte della Principessa Diana Spencer e di Dodi Al-Fayed. Il titolo, controverso se riaffora alla mente quel tragico evento, viene mutato in Kylie Minogue, nonostante la precedente release avesse già ricevuto tale denominazione. Ma il successo è scarso e scarno: poche top-ten, poche certificazioni, destinazione dimenticatoio mentale e fuoriuscita dagli scaffali dei grandi successi. Uno smacco per la povera Kylie la quale prenderà la seria decisione di abbandonare la sperimentazione sonora applicata a questo album per dedicarsi alla dance floor music, scelta sicuramente più redditizia a livello commerciale (basta menzionare Can't Get You Out Of My Head e Spinning Around per farsi anche una blanda idea).

Ma si parlava di sperimentazione. Cosa contraddistingue questo lavoro? Una ricchezza ed una vastità di sonorità, di stili musicali, uniti e fusi insieme in un grande connubio: Pop, Hip-Hop, Rock, Elettronica, Indie, Trip-Hop, sounds che riassumono in una manciata di tracce buona parte degli esperimenti che, dopo una lunga maturazione underground e non solo, si stavano spingendo verso il mondo mainstream. E la Signora Minogue ha colto la palla al balzo, forse un po' troppo presto, anticipando di pochi mesi la rivoluzione elettronica - commerciale di Ray Of Light, masterpiece made in Madonna.

L'album si apre con l'inquietante Too Far, in cui un oscuro sottofondo classico-elettronico entra in simpatia con la tonalità di Kylie, la stessa che si immerge in voluttuosi e estatici orgasmi vocali. Una traccia sperimentale, un'autentico alternarsi di un ritmo Trip-Hop pulsante ed energetico e sonorità ambient cupe e dark, il tutto condito dai già citati orgasmi kyliani. Elettronica, beat decisi, sintetizzatori, espressione di una certa e sicura ispirazione da Prodigy e Chemical Brothers, solo per citare due nomi importanti dell'ambiente elettronico-Trip-Hop underground, sono gli ingredienti perfetti per Say Hey, JumpLimbo, brani nei quali questi sounds e la suadente vocina di Kylie si riconoscono, si sposano, si elevano.

In un contesto più rock si collocano Through The Years e Breathe, mentre la finale Dreams conclude degnamente le danze con un mix irripetibile di ambient, sonorità naturali, elettronica e Trip-Hop, in una sinusoide di momenti calmi, pacati e tranquilli alternati a tratti di inquietudine e oscurità.

Purtroppo alcuni tentativi di apertura a sonorità più rock non hanno avuto effetti positivi degni di nota: l'eccessivamente country Cowboy Style e la "Cranberries inspired" (che ricorda alcune melodie dei "Cranberries") Some Kind Of Bliss affievoliscono, anche di poco il lavoro, rendendololo tuttavia ancora più eterogeneo.

Sono certo che moltissimi conoscono e apprezzano la Minogue per le varie dance-tracks, per i gustosi e sensuali sculettamenti di Spinning Around e Can't Get You Out Of My Head & co., tuttavia ritengo che l'indiscussa bravura di questa performer, piccola (di statura) ma dalla grande e dolce voce, possa essere racchiusa anche all'interno di melodie meno "dance-floor addicted", ma non per questo fonte di apprezzamenti e riconoscimenti.

Kylie Minogue, Impossible Princess

1 Too Far

2 Cowboy Style

3 Some Kind Of Bliss

4 Did It Again

5 Breathe

6 Say Hey

7 Drunk

8 I Don't Need Anyone

9 Jump

10 Limbo

11 Through The Years

12 Dreams

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