Death And The Flower

Keith Jarrett (6 di 10)
"Deathe and the flower" from: Death and the flower
1975 (Impulse!)

#jazzlegends
 
#zztop Gli ZZ in tarda serata e si va! Tush (2006 Remaster)
 
Musiche altre di mondi altri (sottotitolo: 'scolta un cretino)
The Bayan Mongol Variety Group - Жалам хар (A Black Horse) (Mongolia) (Rock) (Jazz) (Pop) (1980)
"...e allora statevene fra di voi ad ascoltare gruppi peruviani con la cornamusa che se li ascoltano in 4 gatti e che non se li comprano neanche i loro parenti!" (cit.)
ECCOMI! PRESENTE! Io spocchioso saputello, frequentatore delle nicchie più maleodoranti e nascoste, che "io non farò mai parte di una maggioranza" come diceva quello in quel film...vi propongo di ascoltare alcune delle robe più impensabili che mi siano capitate tra le mani e le orecchie negli anni. Voi, date retta a un cretino, perdeteceli 5 minuti che ad ascoltare (leggere, guardare, mangiare, annusare...) sempre le stesse cose che già sai come sono, che non rischi, succede semplicemente che si atrofizza il cervello.
1) The Bayan Mongol Variety Group
Sia sempre benedetta la Light in the Attic! Tra gli anni '70 ed '80 si favoleggiava di gruppi assurdi che, oltre la Cortina di Ferro, producevano una musica che mescolava musiche etniche sperdute con groove funk e spezie jazzate riuscendo ad aggirare i controlli che noi ritenevamo dovessero essere asfissianti delle autorità sovietiche. Il nome del The Bayan Mongol Variety Group era filtrato di soppiatto circondato da un alone di leggenda. La cosa assurda è che fu - invece - proprio la caduta del Muro a dare il colpo di grazia al gruppo che sparì subito dopo la fine dell'URSS. Fortunatamente, grazie al lavoro di alcuni fan e della Light in the Attic sono stati dissotterrati quei dischi ed ora quel misto di funk, jazz-rock, prog rock e rock psichedelico mischiato a spezie etniche locali venne ristampato anche in collaborazione con la band.
Immaginatevi i Blood, Sweat and Tears che riarrangiano pezzi di "liscio" romagnolo e musiche di vecchi film western (e tutto mischiato nello stesso pezzo!) e, poi, guardatela copertina! Io, appena la vidi, capii che quel disco doveva essere mio!
 
I Shall Be Released

#unochenonsiannoiavaperniente

Tentativo, quasi impossibile, di un viaggio semi-serio tra la discografia e le innumerevoli collaborazioni di Steve Gadd, in ordine quasi cronologico
1973 BETTE MIDLER - OMONIMO
 
Rolling Stones - Rocks Off (1972)
I was making love last night
To a dancer friend of mine
I can't seem to stay in step
Cause she come ev'ry time that she pirouettes over me.
 
Chesterfield Kings – Stop! (Full Album) garage rock, garage revival

Stavolta sono d’accordo con Greg Prevost e in disaccordo con il Reverendo. Certo non lo ascoltai all’uscita ma molto dopo … però, anche se la qualità delle canzoni è mediamente buona (non ottima, ne eccezionale), la potenza del suono non è di livello, la batteria soprattutto è in secondo piano, abbastanza ridicola). Con il debutto nemmeno inizia un confronto.

Quando nel 2007 Greg Prevost mi confessò di odiare Stop! per me fu come trovarmi sotto le travi di casa mentre i sismografi registrano scosse telluriche proprio sotto il mio culo.

Perché lo avevo sempre considerato, e lo considero tuttora, un disco di una bellezza inarrivabile. Un classico dei classici, una macchina in grado di fermare il tempo. Dentro, dopo l’abbuffata di Here Are e dei primi singoli, ci sono le prime canzoni firmate dal gruppo.

Sembrano vecchi master di qualche oscura band del ’66 finiti dentro qualche bidone degli studi della 4th Avenue o della RCA.

I Chesterfield Kings sono cinque bavose appiccicate ai muscoli della musica sixties.

Passano lasciando una schiuma lattiginosa.

E diventano quello che mangiano.

Sono gli Standells, poi i Monkees, quindi i Turtles, i Sonics, i Royal Guardsmen, i Byrds, gli Stones, i Count V, i Moving Sidewalks, i Gonn, i New Colony Six, i Knickerbockers, i Dave Clark Five, infine la Chocolate Watch Band.

Non si limitano a depredare le loro canzoni, come fanno tutti.

I Chesterfield Kings di Stop! SONO quelle band.

Hanno realizzato il sogno di ogni gruppo neo-garage: suonare come si fosse sul palco di una battle of the bands del 1966. Caschetti e zazzeroni spioventi su una folla di teenagers infoiati dal rock ‘n’ roll. Un sabato sera qualunque della provincia Americana, dopo una puntata dei Three Stooges e un giro di contrabbando con la macchina di papà.

I Kings suonano così, esibendo con orgoglio un’adesione ai canoni stilistici ed estetici che ha del pauroso, reincarnazione legittima dei Rolling Stones sboccati dei mid-sixties, mettendo su un repertorio che è un distillato degli ascolti voraci di Greg Prevost e Andy Babiuk.

Un pezzo come She‘s Got Time ad esempio è un precipitato del suono texano degli Exotics mentre I Cannot Find Her è un matrimonio perfetto tra le chitarre folk dei Grass Roots con le armonie vocali dei Monkees, She‘s Alright un tuffo nel suono di Larry and The Blue Notes, il dolce ciondolare di Cry Your Eyes Out nasconde un ponte che porta al castello dei 13th Floor Elevators mentre la veemenza di Say You‘re Mine non può non far pensare ai Beat Merchants, a Cuby + Blizzards o agli Stones teppisti di Get Off of My Cloud.

Le cover, come è tradizione per i cinque di Rochester, sono suonate con una competenza ben oltre la soglia dell’esasperazione fanatica. Stop!, Fight Fire, My Canary Is Yellow e Bad Woman sono sputate alle originali di Burgundi Runn, Golliwogs, Namelosers e Fallen Angels.
 
The Enemy UK - You're Not Alone

aaaaahhh goduria infinita per il mio apparato uditivo
 
Warhaus - Shadowplay (Official Video) …mai sentiti ma gran pezzo…
 
THE CREEPS - Ain't no square

Uno dei miei album di sempre… ma che sto a “spiegare”… ecco il Reverendo, a puntate

Enjoy The Creeps fu il disco che tolse agli Stati Uniti la coppa del mondo del garage revival. Lo fece nel 1986 e nei due tempi standard, senza bisogno di tempi supplementari e calci di rigore.
 
Joseph Williams - Toughen Up
voce stupenda che ha regalato quel sound lunare ai Toto di Fahrenheit e The Seventh one ⚡
 
Billy Joel - New York State of Mind (Audio)
Mesà è iniziato il momento di ascoltarlo.
 
Rammstein - Mein Land (Official Video)
Dei Rammstein dovrei mettere 2000 video, ne hanno fatti tanti, ed uno migliore dell'altro, oltre al fatto che credo ci siano poche loro canzoni che non mi piacciono. Ho scelto questa solo perché la sto ascoltando ora.
 
Billy Nicholls Would You Believe uk 1968Psychedelic Pop, Baroque Pop folk con nella mia mente in alcuni pezzi richiami ai Beatles. Consigliato
 
Magazine - Cut Out Shapes
Tutto quello che non trovi nell'era moderna.
 
Genesis - Congo (Original Album Version) La canzone più brutta di ogni disco dei Genesis, anche di quei dischi dove "più brutta" sarà un termine molto relativo per dire "quella leggermente meno stupenda delle altre", altrimenti che gusto c'è. Questo disco è un po' un mio scheletro nell'armadio, secondo me troppo denigrato un po' per principio, per vari motivi anche comprensibili che però non vado adesso a mettere qui perché sennò addio. Io lo preferisco-pure nettamente-a Intrippable Quarth e direi anche al disco che contiene l'ignobile aborto di Illegal Alien. Anche rispetto a "We Can't Dance", ecco, non ha i picchi in alto dell'ultimo disco con Collins, ma nemmeno tutta quella mondezza. Tranne questa, qui danno il peggio di loro come da tradizione dai primi anni '80 in poi.