Sembravano remoti ormai gli anni in cui Syd Barrett guidava gli altri tre ragazzi con il suo carisma e le sue composizioni che li fecero diventare famosi come capostipiti della musica psichedelica, pur essendo passati solo 3 anni(1968) dalla sua dipartita. Waters rimane il leader, Gilmour cresce molto, la psichedelia si mischia alla melodia e, con il passare degli anni, predominerà e consacrerà il gruppo grazie ad un suono riconoscibile anche a chi non li ascolta abitualmente.
"Meddle" può essere considerato una via di mezzo tra i "vecchi" Pink Floyd e quelli più "nuovi" e famosi. Il disco si apre con "One Of These Days", dove il basso guida gli altri strumenti per tutta la lunghezza del brano, pur utilizzando poche note, diffonde carica viscerale a chi lo ascolta e per un momento ci si dimentica che questa è la sigla di Dribbling. "A Pillow Of Winds" tramuta la carica in tranquillità, grazie alla chitarra che si fa più quieta. "Fearless" è un pezzo che mischia le caratteristiche delle prime due tracce, grazie ad un riff energico di Gilmour e agli altri strumenti che lo accompagnano con una melodia dolce e per niente impegnativa per l'ascoltatore, e concluso dai cori da stadio degli Hooligans del Liverpool.
"San Tropez" è una chicca per tutta la produzione del gruppo: un pezzo "lounge" di Waters che si discosta dalle loro caratteristiche, pur rimanendo molto gradevole, e la successiva "Seamus" è un breve blues accompagnato da un latrato di un cane. Il pezzo forte però conclude l'album, ed è l'epilogo delle loro sonorità sperimentali. "Echoes" è una classica suite targata Pink Floyd da ascoltare nel buio e ad occhi chiusi, liberando la mente da pensieri e lasciandosi trasportare dalle note lontano dal mondo reale per poco più di ventitre minuti, attraversando i lati più nascosti ed inimmaginabili del mondo fino a sentire un coro che s’innalza quasi come voler segnare qualche cosa di solenne che sta per accadere. Invece il tutto si spegne improvvisamente.
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